Il leiv motive che domina la conferenza stampa di presentazione del nuovo staff Tecnico della Juvecaserità è quello della 'casertanità', quell’appartenenza al calore della piazza, ai colori e alla maglia e a tutto un mondo che vive di bianconero a 360°. Sono interessanti gli spunti legati all’entusiasmo e alla voglia di progettare e costruire da parte di tutti sia della società che dei nuovi coach Molin e Baioni, ma le parole di Iavazzi prima e del suo nuovo socio Barbagallo, che prende al balzo il discorso già affrontato dal GM Atripaldi, è proprio quel che serve per calmare le acque e far ben sperare anche in periodi grigi come questo per tutto il movimento cestistico. Barbagallo, che si presenta esordendo la sua appartenenza alla terra di Sicilia, è di poche parole ma molto concise e pungenti: “La casertanità, l’attaccamento alla maglia, il sentirsi parte di un gruppo. Sono questi i presupposti fondamentali alla base del nostro lavoro”. Ma le sue parole non si limitano solo all’aspetto puramente legato alla pallacanestro: “Ritengo che Caserta abbia una grande potenzialità come città, ma dovrebbe costruirsi una credibilità d’immagine esterna, ed è proprio questo quello che la Juvecaserta può diventare: un veicolo per diffondere il nome della città e per far avvertire quel senso di casertanità a qualsiasi latitudine. Per questo inizieremo un lavoro serrato con il settore giovanile, con le scuole, cercando di allargare il nostro raggio d’azione sul territorio”.
Arriva poi il piatto forte, quando si passa alle domande che investono il coach Lele Molin e il Gm Marco Atripaldi sul gioco, sui giocatori e sulle dinamiche più strettamente legate al campo. C’è grande disponibilità e le risposte sono puntuali e sempre molto interessanti. Parlando su quella che in generale vorrà essere la sua squadra, il coach fa degli opportuni chiarimenti: “Non è opportuno al momento attuale fare nomi, ci sono tanti nomi ma si opera poco. Quello che è il mio obiettivo è di costruire una squadra con una forte personalità, che abbia la consapevolezza di dove si va giocare. Abbiamo bisogno prima di uomini, poi di giocatori, questo è un aspetto fondamentale, e l’ha dimostrato anche il gruppo di Caserta dell’anno scorso. Vedremo cosa ci offrirà il mercato, quello che cerchiamo è motivazioni e identificazione con la canotta che si andrà a indossare. I risultati si trovano perché i giocatori, in un modo o in un altro si trovano, si può sempre migliorare giorno dopo giorno e fare bene”. Quando però la stampa chiede al coach qualche nome, ecco arrivare già le prime, significative indiscrezioni: “Abbiamo già dei giocatori sotto contratto, altri, dopo una bella esperienza l’anno scorso, vorrebbero tornare a vestire la casacca della Juve. Ho già sentito qualcuno di loro e li ho avvertiti molto coinvolti, il che fa ben sperare”. Ma chi sono questi giocatori? Ecco qui intervenire in supporto del coach il GM Atripaldi, che espone in maniera molto chiara quanto già affermato dal coach con le opportune precisazioni. “Per quel che concerne Mordente, al momento stiamo trattando, lui vuole venire a Caserta, noi lo vogliamo, cercheremo di trovare un accordo. Per Jelovac invece vorremmo che tornasse, stiamo provando a trattare, ma comunque il giocatore ha diverse offerte importanti dall’estero”. E su Linton Johnson, oggetto del desiderio dei tifosi? “E’ un buon giocatore, fuori mercato, molto talentuoso che per di più ha sposato una ragazza casertana, che è cosa importante. Ci piacerebbe averlo, è comunque un giocatore condizionante, che va servito in un certo modo per poter essere efficace. Sappiamo che è interessato ma al momento, come tutti, aspetta se ci sono possibilità per altre destinazioni di categoria superiore, quindi vedremo”. Il microfono torna di nuovo a coach Molin e la domanda stavolta verte sul tipo di gioco che il coach intende esprimere sul campo: “Il nostro obiettivo non sarà seguire un modello, ma fare della buona pallacanestro. Voglio mettere in campo una squadra giusta per ottenere successi, indipendentemente dai nomi. Si cercherà un buon equilibrio tra attacco e difesa, l’iniziativa sarà poi lasciata agli interpreti del gioco, perché noi, in quanto tecnici, possiamo solo preparare al meglio le partite, ma in campo ci vanno gli atleti”. Si cambia pagina e si chiede se i giovani potranno essere un fattore importante: “Di certo, nel nostro contesto, a chi ha talento se ci sono occasioni di dimostrarlo, daremo spazio. Non conosco personalmente i giovani di questa squadra, ma ritengo una parte fondamentale del roster la componente della linea verde, anche perché vedere un ragazzo che dalle giovanili arriva in 1^ quadra è un esempio di appartenenza per tutta la città”.
E l’ultima conclusiva domanda, quella che forse lascia aperte e molto le porte dei sogni, quella sulla competitività di una squadra, dato che il campionato sta sempre più livellandosi, dove salvezza e playoff possono essere un traguardo alla pari: “Il nostro primo obiettivo è sempre quello di guardare avanti, certo è vero che la ciambella non sempre può uscire col buco e quindi correremo un rischio. Guardo però anche alle problematiche che ci sono un po’ ovunque, e non posso che pensare positivo, magari ponendoci come obiettivo una Final 8 o a lottare per i playoff. Sono una persona che compete al massimo, sempre, in qualsiasi circostanza, indipendentemente dai mezzi a disposizione. Voglio che la mia squadra abbia ambizione, perché in ogni gare non si parte mai sconfitti, giocheremo per vincere, sempre. La chiusura è riservata invece al presidente Iavazzi che specifica, semmai ce ne fosse bisogno l’asse societario di questa Juvecaserta: “ Sull’aspetto societario ribadisco che il 90% è mio e il 10% è detenuto da Barbagallo, la società è stata riazzerata, con tanti rischi, e chi ha fatto un passo indietro oramai non c’è più. Su quella che ho chiamato discontinuità, voglio specificare che non significa rinnegare il passato, ma che se i 'casertani' vorranno entrarvi, le porte saranno aperte. Avevamo bisogno di un professionista come Gm e ho preso il migliore su piazza, voglio una personalità dietro ogni figura, ed ogni tassello sta andando al suo posto. Chi non lavora non sbaglia”.