“Il primo amore non si scorda mai”: questo celebre detto, che aleggia soprattutto in ambito sentimentale, è utile ad identificare anche emozioni che appartengono a mondi diversi rispetto all’amore. E’ il caso di Pasquale Bovienzo, giovane allenatore classe ’82 della provincia di Caserta che si è cimentato nella prima esperienza in panchina. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo all’età di 29 anni ed aver conseguito il patentino Uefa B con il massimo dei voti, egli ha guidato gli Allievi Nazionali del Benevento Calcio (compagine che partecipa alla Prima Divisione della Lega Pro, la vecchia Serie C1) nella stagione appena conclusa, affiancato dal preparatore atletico Armando Fucci e dal responsabile del settore giovanile sannita Fabio Calcaterra. Per Pasquale si è aperta la porta verso un mondo tutto nuovo, dopo che per più di un quindici anni ha coltivato il sogno di essere un calciatore ad alti livelli, con il settore giovanile disputato con la Roma ed il Napoli e i picchi della vita calcistica raggiunti con le maglie del Giugliano, Paternò, Potenza e Gladiator. Non dimenticherà in fretta questa avventura l’estro fantasista natio di San Tammaro che ha condotto gli Allievi Nazionali della compagine sannita fino al primo posto della classifica del proprio raggruppamento, prima di riscontrare uno stop fisiologico che ha comunque permesso di giungere al sesto posto in classifica.
Il debutto in panchina. Intercettato nel bel mezzo della vacanza estiva, dopo un anno di duro lavoro, il tecnico casertano tira un bilancio di questa stagione, raccontando stralci dell’esperienza vissuta: “Aver contribuito alla crescita di atleti che, appena un anno prima, avevano disputato cinque minuti nell’arco dell’intero campionato, è la gratificazione più importante di un allenatore. Nonostante la mia squadra fosse composta da ragazzi sotto età (la categoria riguarda i ’96 ed ’97,ma il Benevento era formato da soli ’97), abbiamo compiuto un grande campionato, sfiorando la qualificazione ai play-off. Il sesto posto finale è da considerare un quarto posto poiché Pescara e Virtus Lanciano non fanno classifica, quindi la terza posizione ci avrebbe garantito quell’accesso alla fase post-season che avremmo meritato. I momenti più belli di questa stagione? Il piazzamento al terzo posto al Trofeo Shalom (dove il Benevento non era mai arrivato così in alto) e la vittoria per 2-5 a Frosinone contro i detentori della competizione precedente”. Un percorso calcistico che è trascorso parallelamente alla conoscenza metodologica di un’innovazione in tema di allenamenti: “Seppur sia stato per me l’anno di debutto da allenatore, ritengo che siano stati dodici mesi indimenticabili per il grande tasso di insegnamenti e di esperienze di vita che ho avuto l’onore di constatare. Grazie alla collaborazione quotidiana con un maestro della preparazione atletica in tema di calcio qual è Armando Fucci (ex della F.C. Juventus), ho potuto conoscere un metodo tutto nuovo di fare calcio. Abbiamo tastato sui nostri ragazzi un vasto programma incentrato sulla potenza metabolica, sulla velocità con la palla ed altri modi di allenare che saranno il futuro del calcio. Lo studio di questa materia ci ha portati a presiedere numerosi convegni in tutt’Italia, uno di questi addirittura presso il quartier generale della Fiorentina di Vincenzo Montella, che è una delle poche squadre in Italia che sta adoperando questo nuovo metodo insieme alla Ternana”.
Il futuro. Dopo il termine della stagione, il Benevento gli ha proposto la guida della Berretti Nazionali per la prossima annata. Una scelta che non ha entusiasmato Pasquale Bovienzo, il quale non si è accordato con il club giallorosso: “Chiunque al posto mio avrebbe accettato la proposta della dirigenza, soddisfatto di una promozione nella gerarchia del team degli allenatori. Ma a me non è andata giù questa offerta poiché avrei preferito continuare con gli Allievi Nazionali e giocarmi la prossima stagione da pari età. Ringrazio la famiglia Vigorito per avermi dato la prima possibilità di allenare, ma non me la sono sentita di fare uno sgarbo al prof Armando Fucci, non riconfermato dal club”. Chiuso il legame con il Benevento, egli sta meditando su alcune richieste, pervenute da altre società, ed è aperto a qualsiasi possibilità: “Questa prima annata mi è servita per capire molte cose a livello tecnico. Quindi, ora mi sento pronto per un nuovo progetto giovanile ma accetterei volentieri l’affidamento di una prima squadra. Già nelle vesti di calciatore, ero abituato ad avere autorità sui miei compagni di squadra ed infatti quasi sempre i miei trainer mi hanno consegnato la fascia di capitano”. Parole di un fresco esordiente che vive una passione sconfinata verso il calcio e studia in maniera ossessiva tutto ciò che può essere necessario a farlo diventare un allenatore moderno.