E’ il giorno delle verità o quanto meno di una sicura. Ovviamente quello iniziata oggi è la settimana decisiva per i primo cambiamenti, per le prime mosse vere di mercato, mettendo da parte sia il volume della radio di basket mercato, che quello delle voci dei corridoio degli addetti ai lavori. Quello iniziato con le primi luci dell’alba è il giorno per la scelta definitiva per il general manager. Una scelta che ha tenuto sulle spine l’entourage bianconero negli ultimi giorni specialmente successivamente alla decisione di Pino Sacripanti di tornare a casa e quindi a Cantù per motivi personali chiudendo, quindi, il ciclo bianconero. Già perché se fino al momento in cui il presidente Iavazzi aveva per le mani la possibilità di mettere a segno il proprio primo colpo della sua nuova ed intera gestione e quindi riconfermare l’intero staff tecnico («L’offerta che era stata presetnata era omnia per tutti i componenti dello staff della scorsa stagione » le parole a riguardo di qualche giorno fa proprio del patron casertano ndr) ponendo per un attimo da parte la questione allenatore con quel pizzico di fiducia e di calma in più per concentrarsi su altri punti dell’ordine del giorno, ora il tutto è divenuto un giro vorticoso e frenetico di telefonate, contatti e proposte presentate. Ora però il tutto segue un ordine ben preciso, segue un itinerario che il presidente Iavazzi ha voluto fosse scritto e seguito alla lettera, un itinerario la cui prima tappa ha inizio oggi con la scelta del giemme e quindi del suo braccio destro nei confronti della squadra e quello sinistro della squadra nei confronti della società e dirigenza. Una scelta che in gran parte è stata fatta e perpetrata presentando al diretto interessato tutto quello che era necessario presentare per provare a portare a Pezza delle Noci un professionista della materia come Marco Atripaldi. Il general manager dell’Angelico Biella, contattato poco più di una settimana fa, si è preso però del tempo per pensare. I motivi di dubbio del dirigente piemontese non riguardavano, però, l’offerta, la proposta ed il progetto triennale (altra indicazione quest’ultima arrivata dalla stessa voce di Iavazzi e che in un certo senso fa tirare un sospiro di sollievo a tutti i tifosi ndr) bianconero, ma la situazione pregressa con Biella e quella nuova con Barcellona Pozzo di Gotto, che di slancio ha offerto la stessa possibilità ad Atripaldi, ma ovviamente partendo da un gradino più basso e cioè quello della Legadue. Massimo nel pomeriggio di oggi, quindi, le riserve verranno sciolte e dal diretto interessato dovrà arrivare una sola risposta secca, che sia un ‘si’ o un ‘no’ non interessa, quello che interessa alla dirigenza casertana è sapere se far partire dalla stanza dei bottoni il fax con il contratto da firmare, insieme ad una lista già di coach sui quali lavorare nei prossimi giorni, o voltare pagina e guardare altrove. Di sicuro la Juve e Iavazzi non è stata con le mani in mano in attesa di sapere il volere di Atripaldi. In lizza ed immediatamente dietro il suo nome c’è già il nome di Mario Ghiacci, altro professionista della materia e papà del capitano della Juve in passato Andrea, o ancora (anche se le quotazioni sono scese in maniera quasi vertiginosa) Peppe Liguori. Non è stata nemmeno accantonata del tutto e messa li in un angolo come una sorte di ipotesi remota e dell’ultima spiaggia, la possibilità di tornare indietro nel tempo e rivedere ancora una volta il nome di Nando Gentile affiancato a quello della Juvecaserta, della sua Juvecaserta. Ma come detto tutto dipenderà da Atripaldi. Dalla sua risposta potrebbero variare scenari e scelte anche per quanto riguarda la questione staff tecnico. La rapidità con la quale la Juve si muoverò in questo settore, infatti, sarà di fondamentale importanza. Il valore economico del budget per il prossimo staff tecnico non dovrebbe essere vertiginoso e quindi operare in una fase di mercato dove le prime panchine iniziano a vacillare o girare come in un classico passo di valzer viennese, risulterebbe essere provvidenziale. L’addio di Vitucci a Varese e l’approdo ormai sicuro ad Avellino lascia una panchina ed un allenatore libero. Ovviamente il nome del coach è quello di Pancotto autore della salvezza miracolosa del club irpino. Io suo personale addio ad Avellino potrebbe spingere Caserta a pensarci fortemente per il dopo Sacripanti, anche se i nomi continuano ad essere tanti e senza una linea guida ed anche una direttiva da parte di un general manager saranno fondamentali. Con l’ex coach anche di Barcellona potrebbe restare intatto il resto dello staff tecnico con Oldoini e Luise che però rappresentano a loro volta una possibilità all’interno di quella idea di casertanità che si vorrebbe dare alla prossima Juve quando si è parlato anche del duo Gentile-Esposito. Luise casertano puro, Oldoini lo è diventato ormai d’adozione visto che a Caserta c’è arrivato dalla Legadue e ha vissuto gioie e dolori di questa città e di questa squadra, senza contare che sarebbero quindi una giusta continuazione con il progetto degli ultimi quattro anni. Il toto-coach, però, comprende anche i nomi di Ramagli (che nel caso di arrivo di Atripaldi potrebbe essere considerato fortemente e al pari di una soluzione interna in caso di poco budget ndr), Capobianco, Sandro Dell’Agnello – altro casertano di adozione che nel cuore porta addirittura il tricolore con l canotta bianconera, ma che al momento è tentato dall’idea ed offerta fattagli arrivare da Pesaro dal suo vecchio giemme ed amico a Forlì lo scorso anno Ario Costo – e la schiera di coach che al momento sono liberi di poter operare sul mercato.