Il 21 maggio è una di quelle giornate che, vuoi o non vuoi, conservi nel cuore e devi celebrare sistematicamente. E’ come il giorno di Natale per tutta la popolazione casertana che mangia pane e pallacanestro, che si commuove rivedendo le azioni della partita cardine, clou, indimenticabile della storia cestistica della Juvecaserta. Il 21 maggio tutti i casertani sanno dov’erano, cosa facevano, come hanno gioito, pianto ed esultato al suono di quella magica sirena al Forum di Assago. Ogni casertano sa bene dov’era il 21 maggio 1991 quando la Juve riusciva, finalmente, a realizzare il suo sogno: diventare campione d’Italia. Ogni anno siamo sempre qui a ricordare cosa avvenne in terra milanese, ma le parole valgono pochissimo quando, nel cuore e nella mente, hai ricordi indelebili. Ogni casertano ne conserva parecchi. Tra quel migliaio (perchè tanti erano all’incirca) presenti al Forum e quelli che hanno sofferto davanti alla televisione, una città intera si fermò. Era l’evento per eccellenza, la sfida più sentita, la vittoria più difficile da conquistare. Già due volte l’Olimpia aveva svegliato i bianconeri dal sogno scudetto. Già due volte le ‘scarpette rosse’ avevano difeso il vantaggio del fattore campo nella serie e continuavano il loro cammino immacolato casalingo. Ma quella gara5 cambiò il corso della storia: Milano perse l’unica partita in casa della stagione, perse il suo ennesimo tricolore, si schiantò davanti alla scarica di bombe di Nando Gentile, ai rimbalzi di quel fenomeno di Charles Shackleford, all’astuzia cestistica di Tellis Frank, alla serata di grazia di Sandro Dell’Agnello, alle magie di Enzino Esposito, al piano tattico di Franco Marcelletti ed al cuore immenso dei vari Donadoni, Fazzi, Longobardi, Rizzo, Faggiano e Tufano. Quella volta Caserta non poteva perdere, non doveva perdere, non si sarebbe mai fatta sconfiggere ancora. “Dopo l’infortunio ad Enzino, Milano capì che dovevano farsi male tutti per vincere lo scudetto”, nelle parole del Professore Marcelletti c’è tutta l’essenza di quella partita. Caserta non poteva perdere ancora, non doveva, perchè stavolta toccava a lei colorarsi di verde, bianco e rosso. Quel leggendario 21 maggio 1991 è, da sempre, il giorno della celebrazione: sono passati 22 anni ma niente è cambiato nel cuore del popolo bianconero. Nessuno dimentica quel che è stato. Nessuno può dimenticare che se tutto divenne reale era perchè ci fu un uomo che, per dirla alla Saviano, ‘aveva sognato e senza quel sogno non ci sarebbe stato niente’. Quell’uomo è il Cavaliere Maggiò, l’uomo che ha sognato e visto, prima di tutti, quello scudetto. E’ il suo scudetto, dei suoi figli Ornella e Gianfranco. Ma, prima di tutto, è lo scudetto di Caserta. Allora auguri Juve tricolore, sempre nei nostri cuori.