«Ritengo che tutti debbano ricominciare a rispettare e valorizzare il patrimonio che rappresenta oggi la Juvecaserta, frutto del lavoro, dei sacrifici e del sudore di tantissimi seri professionisti e grandi campioni che si sono avvicendati al Palamaggiò nel corso dei tanti anni della sua gloriosa storia. Vi prego di prendere queste mie dichiarazioni non come uno sfogo personale, ma come un richiamo a tutti ad un maggiore rispetto per questa maglia, questa storia e soprattutto questa tifoseria. Pertanto nei prossimi giorni non andremo a chiedere beneficenza in giro, ma offriremo a tutti la concreta opportunità di associare il proprio brand a quella di una delle società più prestigiose del basket italiano». Questa una parte delle dichiarazioni apparse sul sito ufficiale della Juvecaserta nel pomeriggio di ieri e all’indomani di quella che a conti fatti può e deve essere definita come l’infruttuosa tavola rotonda con le Istituzioni ed in particolare con il Sindaco Pio Del Gaudio. Infruttuosa non tanto per la mancanza di disponibilità o voglia di provare ad alzare un dito per la Juve e lo sport in generale, ma quanto a soluzioni arrivate dallo stesso incontro di venerdì pomeriggio. Un incontro che doveva prospettare ipotesi e presenza di altri imprenditori o comunque possibili ipotesi di partnership economica dal punto di vista di sponsorizzazioni e che invece, ha visto la sola presenza di coloro che a prescindere di quanto si era organizzato al Comune di Caserta per la data del 17 di maggio, avevano già dimostrato di aver fatto un passo in avanti nei confronti del Presidente Iavazzi, mettendo sulla scrivania del presidente bianconero la propria disponibilità dal passare da sponsor secondari a membri effettivi della società attraverso partecipazione sociale alla Juvecaserta. Una partecipazione sociale che prima dell’incontro e durante tutta la settimana di avvicinamento a quello che è stato una sorta di buco nell’acqua o se vogliamo un copione già visto, era di un 10% a testa per iniziare ad affiancare lo stesso Iavazzi nella corsa alla ricapitalizzazione della società che dovrà essere effettuata entro e non oltre il 27 maggio prossimo. Percentuali e partecipazioni che sono aumentate in corso d’opera con Corvino e la Gimam, pronti a prendere il 15% delle partecipazioni di cui si parlava, mentre Barbagallo e la Co.Fi.Ba. al 10%. Il tutto per un totale di 76% del capitale sociale della Juve e dove il 51% della stesso è e sarà nelle mani di Iavazzi. All’appello, dunque, mancherebbe un 24% di capitale che secondo le indiscrezioni pari a 350mila euro. Una somma, quest’ultima, che potrebbe anche far saltare il banco. Una somma considerata indispensabile da parte del numero uno di Pezza delle Noci e la dirigenza stessa, che nella mattinata di ieri ha ribadito il concetto con una nota stampa della quale di seguito uno stralcio di grandissima importanza: «La Juvecaserta ritiene opportuno precisare che, attualmente, l’ingresso in società di Carlo Barbagallo e Pasquale Corvino, che già da tempo sono personalmente impegnati a fianco del club bianconero, non rappresenta una condizione esaustiva per la risoluzione delle problematiche esistenti. Il presidente Iavazzi ritiene opportuno e doveroso precisare che, in mancanza di sponsorizzazioni e/o di altri intestatari di quote sociali, risulta estremamente difficile poter pensare di ricapitalizzare il club e di poter elaborare un budget che consenta alla squadra di conservare il proprio posto nella massima serie». Parole che arrivano al cuore di ogni singolo tifoso come una pugnalata o addirittura una cannonata. Allo stesso modo sono arrivate quelle al vetriolo dello stesso Pasquale Corvino al termine dell’incontro con il primo cittadino casertano e riprese dalle telecamere di Goldwebtv: «In questa città non c’è appartenenza imprenditoriale al territorio e a quelle che sono le sue eccellenze sportive come la Juvecaserta. Ci sono imprenditori ricchissimi che sfruttano il territorio per i propri affari per poi andare via. E’ questo il vero male territoriale a Caserta». Punto focale ripreso anche dallo stesso Lello Iavazzi nelle dichiarazioni ufficiali al sito del club bianconero: «Mi rendo conto che per me la Juvecaserta è una questione di cuore e di passione, quindi non pretendo che altri imprenditori siano disposti come me ad investire somme di gran lunga superiori a quelle effettivamente recuperabili. Non capisco come sia possibile che tanti imprenditori, marchi e gruppi di rilevanza nazionale e internazionale con sede e radici nella nostra città continuino a non prendere assolutamente in considerazione quanto possa essere positivo e addirittura remunerativo destinare parte del loro budget di comunicazione e marketing ad una sponsorizzazione o partnership con la Juve». Ed allora si torna al punto di partenza a quella che è stata una delle prime dichiarazioni del presidente bianconero e riportate nelle prime righe, ma soprattutto a quella che potrebbe essere la sua naturale conseguenza. Iavazzi e la Juve sono stati chiari e cristallini: il basket a Caserta non chiederà l’elemosina a chi non è interessato a condividere questa passione con coloro che si sono già schierati al fianco della compagine di Terra di Lavoro e che al 27 maggio la questione avrà una decisione definitiva. Il bivio di fronte al quale si presenterà la Juve in questa data sarà da far rabbrividire la pelle o esultare di gioia. Già perché o alla presenza del notaio ed al fianco di Iavazzi, Corvino e Barbagallo ci saranno altri imprenditori, marchi, sponsor o partner economici per la ricapitalizzazione della società, o quella che verrà firmata dallo stesso notaio sarà la messa in liquidazione della società e probabilmente la fine del basket di alto livello all’ombra della Reggia vanvitelliana.