Juve, tutto l’orgoglio di capitan Maresca



Giuliano Maresca capitano della Juve (Foto Giuseppe Melone)
Giuliano Maresca capitano della Juve (Foto Giuseppe Melone)

«Se proprio devo guardare alla partita di Sassari, forse un piccolo rammarico ce l’ho ed è quello di non aver giocato o non potuto giocare al livello dell’ultimo periodo. Abbiamo giocato un po’ sotto il livello di pallacanestro, che invece abbiamo dimostrato di poter giocare in questo ultimo periodo. Non siamo riusciti a fare la differenza dal punto di vista del gruppo e delle energie nervoso e quello che abbiamo fatto era purtroppo il massimo. Noi sempre di meno e loro sempre di più con Becirovic e Gordon e quindi non certo gli ultimi due arrivati nel basket. Certo forse non avremmo vinto lo stesso anche giocando su quel livello, ma non lo sapremo mai». Obiettivo, realista e se vogliamo anche perfezionista. Questo è Giuliano Maresca che della Juve dopo i gradi di head coach di Sacripanti è il più alto in grado all’interno della nave bianconera che domenica prossima attraccherà per l’ultima volta all’interno del porto casertano di Pezza delle Noci. Obiettivo, realista e perfezionista nel commentare la sconfitta a Sassari contro la Dinamo che ha chiuso definitivamente la corsa di Caserta ai playoff con una sconfitta netta e con una squadra che praticamente ha lavorato in una settimana particolare con tanti assenti ed infortuni e che in campo c’è scesa senza Mavraides e con un back court ridotto all’osso e rotazioni ancora più corte. Ma nonostante tutto alla fine l’orgoglio bianconero è venuto fuori, l’orgoglio di chi ha provato a provarci (perdonateci il gioco di parole ndr) fino alla fine a salvare il salvabile. Lo stesso orgoglio che il capitano della Juve ha voluto sottolineare come elemento fondamentale della prossima uscita di campionato: «Contro Reggio Emilia giocheremo per l’ultima volta, in questa stagione, davanti ai nostri tifosi. Non vogliamo certo congedarci con un sorriso a mezza bocca per aver perso la partita. Giocheremo d’orgoglio, sarà il nostro motivo principale almeno quanto lo era raggiungere i playoff fino alla settimana scorsa. La dimostrazione – ha continuato nel commentare il prossimo turno lo stesso Giuliano Maresca – è stata la settimana che abbiamo e stiamo attraversando,. Non siamo in vacanza, non siamo andati al palazzo solo perché ci sono ancora quaranta minuti da giocare, ma per allenarci. Anzi devo dire che proprio il fatto che siamo all’ultima partita, che siamo all’ultimo passo da compiere, vogliamo dare per l’ultima volta il nostro meglio senza sconti, senza limiti, vogliamo vincere e goderci questo finale con tutti i nostri tifosi».

Finale, che stando alle varie iniziative che si stanno creando e generando non solo dalla stampa ma anche dai social network, sarà solo ed esclusivamente fatto di applausi, un abbraccio incondizionato di una città verso una squadra che merita a 360° il calore del proprio pubblico…



«Non è certo per autocelebrazione, ma da capitano e membro di questa squadra non posso che essere contento ed emozionato già da ora per quello che potrà accadere. Abbiamo dimostrato di meritare l’affetto del pubblico anche perché ce lo siamo guadagnati dimostrando attaccamento e voglia di combattere anche per chi sugli spalti ogni domenica viene per uno spettacolo, ma anche per sostenerci dall’inizio alla fine. Detto questo, voglio anche dire che gli applausi non saranno certo a senso unico. Se loro ci applaudiranno per quello che abbiamo fatto in questa stagione, noi faremo altrettanto per quello che loro hanno fatto per noi e per quello che hanno dovuto sopportare e vivere in questo anno, partendo dalle tante voci di fallimento, di chiusura o sparizione ai tanti pezzi, intesi come giocatori, che hanno visto partire. Quindi loro meritano il nostro applauso per non essersi mai arresi, di essere venuti al palazzo ogni volta sempre più agguerriti ed averci dato in più di un’occasione quella spinta emotiva in più per conquistare vittorie che sulla carte e non sembravano essere impossibili. Ma oltre al nostro pubblico, credo che questa squadra abbia dato un esempio di come con il cuore, il gruppo e soprattutto il valore umano delle persone si possono vincere partite anche con un valore tecnico inferiore rispetto ad altri. Spero solo che questo messaggio venga recepito quando sarà il momento giusto da chi di dovere nelle costruzioni delle squadre, specialmente per la categoria degli italiani».

Esaminando oggi solo ed esclusivamente l’ultimo periodo della Juve, quello che praticamente ha regalato la possibilità di sognare i playoff, hai qualche rammarico?

«Assolutamente no. Certo alcuni potranno dire che abbiamo perso qualche punto stupido per strada sia in casa che fuori, ma personalmente credo che poi quei punti li abbiamo recuperati altrove con partite e vittorie pesanti e basti pensare a Cantù, Sassari, Venezia o quella ripresa alla fine ad Avellino nel derby. Ci abbiamo creduto fino alla fine e sperato di poterci regalare questa post season, ma credo che quella attuale sia la posizione che meritiamo per tutto quello che ci è successo. Abbiamo lottato per conquistarla ed a tratti abbiamo messo paura anche a chi ci guardava dall’alto».


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