Stavolta era veramente impossibile provare a giocarsela alla pari, figuriamoci a vincerla. Vuoi per la forza indiscussa della Dinamo, vuoi per il fatto di giocare in trasferta nella caliente plaza del Serradimigni (4800 spettatori, prendiamo/prendete esempio), vuoi per il fatto che, oltre ai cronici problemi, è venuto a mancare anche Mavraides, uno che gioca e… tanto in questo scacchiere. Premessa dovuta a margine della sconfitta bianconera che sancisce la fine del sogno playoff: sconfitta resa meno amara dal risultato arrivato dal Pala Del Mauro dove Szewczyk ha bastonato la ‘sua’ Avellino e regalato il biglietto a Venezia per il grande ballo della post season. Sarebbe stata una disdetta espugnare Sassari e non avere l’ultima chance. Forse è meglio così. O forse no. Ognuno decida per sè, ma stavolta Caserta non ce la poteva proprio fare. Ha resistito per due quarti, ma è stata spazzata via nel terzo quando i cuginetti Diener, Gordon e soci hanno iniziato a segnare (non una novità vista la macchina da punti messa in piedi da Meo Sacchetti) mentre la Juve imbarcava acqua. Ma qui, nuovamente, è uscito fuori tutto l’orgoglio ed il cuore del gruppo: certo Sassari ha smesso di accelerare, ma la Juve ha fatto di tutto per non tornare a casa con un fardello troppo pesante. E c’è riuscita, ancora una volta onore a questi ragazzi.
‘JELOVAC JELOVAC’. Se la Juve si rammarica per l’eliminazione dalla corsa playoff, continuano i riconoscimenti personali per i gladiatori bianconeri. L’attenzione è ancora rivolta a Stevan Jelovac, il lungo serbo che sta continuando a fare incetta di ‘doppie doppie’ nel suo cammino. Anche a Sassari ha messo a referto 19 punti e 10 rimbalzi (insieme a lui altri cinque giocatori hanno tagliato questo traguardo e sono Bobby Brown 13 punti e 11 rimbalzi; Peric 26 punti e 11 falli subiti, Dragovic 16+10, Stipanovic 13+13, Burns 10+10). Questa, invece, la classifica generale: 10 volte per Lawal (Acea), 8 per Bourousis (EA7 Emporio Armani), Brunner (Trenkwalder), Stipanovic (Vanoli), Burns (Sutor), Jelovac (Juve); 7 volte T.Diener (Banco di Sardegna) – tutte con punti e assist, Dunston (Cimberio), mentre 6 volte per il fuggitivo Akindele (Juvecaserta), Simmons (Enel), Ivanov (Sidigas).
TERZO TEMPO. Sulle pagine de ‘La Reggia del Basket’, l’amico e collega Fabio Testa ha lanciato una proposta. Sono d’accordo con lui e la rilancio con le sue stesse parole (Fabio mi perdonerà ma c’è il cit.): “A tal proposito lancerei una proposta, riprendendo un termine calcistico, se possibile: un terzo tempo tutto bianconero al termine della partita. Sarebbe bello che ognuno di loro, uno alla volta, venisse richiamato dagli spogliatoi per prendersi ciascuno il proprio applauso; semplicemente perché è giusto così”. Dopo la partita di Sassari, sulla mia pagina Facebook avevo chiesto un Palamaggiò pieno per tributare una standing ovation alla squadra. So bene che non sarà così, lo sappiamo tutti ma, una volta tanto, vorrei essere smentito dai numeri. Forza Caserta, dai un segno di vita. Ora tocca a te, sugli spalti ed a livello di contributi economici perchè questo sogno non deve finire.
IL FUTURO. Finite le battaglie del parquet, inizieranno quelle più serie. Inizieranno le dichiarazioni, le promesse, le speranze, le paure, le lacrime (speriamo solo di gioia): inizia la corsa verso l’iscrizione al prossimo campionato (per la squadra e lo staff tecnico ci sarà tempo e non è, oggettivamente, importantissimo in questo momento). Iavazzi è solo, sta facendo uno sforzo economico ammirevole, sta lottando e non vuole mollare gli ormeggi ma, ovviamente, non può andare avanti da solo. Il sindaco Del Gaudio, che non ho votato e non voterei sia chiaro, sta provando a fare quanto possibile e gli va dato atto, ma aspettare giugno è troppo. Capisco la burocrazia, capisco che la città ha ben altri problemi, ma se può/vuole fare qualcosa… ora è il momento.
VERITA’. C’è ben poco da aggiungere a quanto scritto sopra: onore ai ragazzi per la prova offerta a Sassari, bravi tutti, forza Iavazzi non mollare e domenica riempiamo il Palamaggiò. C’è sempre un velo di tristezza quando finisce una stagione. A maggior ragione se è stata così incredibile, pazza, meravigliosa e commovente come quella regalata da un gruppo di ragazzi, allenatori, medici e dirigenti che resteranno, per sempre, nel cuore dei cestofili di Terra di Lavoro.