Gigi Squillante è stato il comandante dagli occhi di ghiaccio che si è sciolto nel calore sammaritano. Il suo lungo girovagare l’ha reso libero nell’anima, un itinerario che gli ha conferito l’indipendenza di un apolide. Fino a trovare la sua dimensione emotiva in quella Santa Maria Capua Vetere che lo ha adottato come un figlio legittimo.
Gigi riesce a conciliare due vite, alla faccia dei puristi del calcio, docente ogni mattina, allenatore nel dopolavoro, che alla pacatezza predilige gli strepiti dell’euforia e dell’esaltazione. E’ stato l’allenatore del Rinascimento neroazzurro, ed il tecnico dei record. Su tutti i 27 risultati utili consecutivi che il Gladiator nella sua storia non aveva mai ottenuto.
Nove mesi pazzeschi, di imprese struggenti, che hanno rovistato il nostro corredo cromosomico e hanno ridato la Fede anche ai tifosi più delusi dalle ultime stagioni, ma anche di emozioni iperboliche, memorabile la corsa folle, il salto sul cartellone e poi le braccia levate al cielo del Franco Salerno di Matera per esultare e godersi, sino in fondo, l’urlo del pubblico sammaritano.
Gigi Squillante sarà l’allenatore del Gladiator nel cuore di molta gente. Lo spirito apolide che ha trovato in questa città la dimora dell’anima. L’uomo dagli occhi di ghiaccio che si è sciolto nell’abbraccio neroazzurro. Il comandante orgoglioso che ha vinto la sua Odissea. Perché il calcio è galantuomo.
Enzo Santoro