Juve, il derby speciale di Mavraides



Dan Mavraides (Foto Giuseppe Melone)
Dan Mavraides (Foto Giuseppe Melone)

«Segreto? Io non parlerei di segreti, di formule magiche o cose del genere, ma di una semplice consapevolezza o dato di fatto: siamo un gruppo unito e compatto». Ha le idee chiare e cristalline Dan Mavraides su quello che è il motore della Juve in questo campionato, in questo momento di difficoltà e di vicissitudini che non hanno continuato ad abbandonare il team di Pezza delle Noci. Nessun segreto, dunque, ma solo la consapevolezza di una forza che deriva dalla voglia di ciascuno dei componenti di non mollare, di fare il meglio possibile in una stagione che ha riservato ai bianconeri sorprese inaspettate. Sorprese nel bene e nel male. Sorprese che hanno minato per un attimo l’integrità di un gruppo come per esempio l’addio di Akindele, ma che l’attimo successivo ha riposto in quelle esaltanti dei risultati sul campo, delle vittorie inaspettate, degli occhi di un movimento tutto, pronto ad applaudire un gruppo che ha fatto della passione, voglia di pallacanestro nonché della professionalità un esempio da seguire negli anni in avanti. Gli stessi elementi che il greco a stelle e strisce ha messo in evidenza continuando nella propria e personalissima analisi: «Abbiamo attraversato tanti momenti duri in questa stagione ed ogni volta abbiamo sempre trovato il modo di sostenerci l’uno con l’altro facendoci forza insieme e pensando solo ed esclusivamente a scendere in campo e provare a vincere il maggior numero possibile di partite. Non ultima la partenza di Deji che ci ha privato di un giocatore di primo piano e per noi molto importante, ma non ce ne siamo fatti un cruccio. Abbiamo guardato avanti, trovato nuovi equilibri e nuove strade per continuare a vincere. Ed allora settimana dopo settimana siamo diventati sempre più un gruppo unito, sempre più un groppo solidale dentro e fuori dal campo. Quando si alza la palla a due siamo pervasi da uno spirito di fiducia reciproca che ci porta a giocare senza paura o timore di essere in meno rispetto agli avversari. Sappiamo che tutti quelli che sono rimasti e che stanno continuando a giocare, al momento opportuno darà il proprio contributo. Siamo una squadra dura da superare, siamo una squadra compatta e guidata da un coach ed uno staff tecnico di grande valore e che riesce sempre a preparare nel modo giusto le strategie da mettere in atto per portare a casa la vittoria. Queste sono le nostre consapevolezze ed i nostri punti di forza, nessun segreto».

Strategie che a Venezia sono state una delle armi principali per portare a casa il successo…



«Sapevamo che Venezia ad un certo punto della partita avrebbe adottato la scelta di fermare il nostro back court provando una zona 3-2 scegliendo gli esterni come fonte principale della nostra pericolosità offensiva. Coach Sacripanti e tutto lo staff ci avevano avvisati di questa cosa e preparato al meglio una contromossa rappresentata dalla presenza di un lungo con buone mani come Jelovac, tra le due linee in modo tale da poter sfruttare il tiro dalla media distanza per evitare che la loro prima linea si allungasse troppo mettendo pressione su noi esterni. Alla fine abbiamo avuto ragione noi nel mettere in pratica questa tattica e siamo riusciti a vincere una partita fondamentale. Certo il tutto sarebbe stato molto più esaltante se alla fine dei quaranta minuti il nostro vantaggio fosse stato superiore ai 7 punti, ma ve bene uguale. Ci siamo messi in tasca due punti pesanti contro una squadra che ci precede nella corsa ad un sogno chiamato playoff e siamo contenti uguali».

Quindi come si dice dalle tue parti: ‘You still believe’?

«Senza nessun ombra di dubbio. Ci credevamo dopo la vittoria in casa con Brindisi e ci crediamo ancora di più dopo quella a Venezia. Ora ci attende un altro appuntamento importante, se riusciamo a battere Avellino, allora avremo fatto un altro passo verso il sogno, ma soprattutto se riusciamo a sfruttare al massimo questo momento e questa scia di successi, allora davvero il 5 maggio potremmo festeggiare il raggiungimento di questo obiettivo».

Dunque che partita ti aspetti con Avellino?

«E’ un derby e quindi una partita particolare e diversa da tutte le altre. Ti da quella adrenalina e quella frenesia particolare che solo queste partite ti possono regalare e l’abbiamo già visto nel match di andata. Di sicuro rispetto a quella partita l’unica cosa che cambierà domenica, saranno le squadre. Entrambe siamo due squadre diverse e quindi poco, dal punto di vista tattico può essere preso. In settimana ci siamo allenati proprio per far fronte a queste loro differenze e strategie anche tattiche, considerando che hanno anche cambiato coach da dicembre».

Quale la chiave?

«Il controllo del ritmo e giocare duro in difesa. Dovremo sicuramente evitare che prendano il controllo dei rimbalzi e quindi abbiano delle seconde opportunità in attacco e per questo avremo diverse strategie da utilizzare per evitarlo».

Il tuo messaggio ai tifosi?

«Avellino sarà anche più lunga e talentuosa, ma noi siamo eccitati e frenetici dal difendere il Palamaggiò e regalare un’altra gioia ai nostri tifosi come quella dell’andata».


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