Sette anni fa ci svegliammo senza un amico. Nelle prime ore di quella domenica di Pasqua Catello Mari perse la vita in un tragico incidente stradale. Aveva appena festeggiato la promozione in C1 della Cavese. Stava tornando a Castellammare quando perse il controllo della macchina finendo contro il guard rail. Avrebbe avuto una carriera luminosa e le sue doti lo avrebbero potuto portare anche in serie B. Indossò per due anni la maglia della Casertana (54 presenze e tre gol) diventando subito il beniamino dei tifosi. Grande professionalità, atleta vero, ragazzo straordinario. Campilongo ne esaltò le qualità e lo volle nell’avventura a Cava de’ Tirreni. Sempre sorridente, mai una polemica, un uomo spogliatoio nonostante l’età. Per i falchetti non erano anni da incorniciare. Ricordo perfettamente una trasferta nel Lazio. Arrivò una sconfitta al termine di una brutta prova. Bocche cucite, sguardi bassi. Lui passò e ci sorrise, gli dissi: “Vai via anche tu senza parlare?” e lui semplicemente si fermò dicendo: “Sono qui per voi, è giusto metterci la faccia, non ho problemi a fare l’intervista”. Un episodio indelebile che sintetizza l’uomo e il calciatore. Un dolore ancora enorme che non scomparirà. Abbiamo scelto una foto simbolica, uno scatto di un altro amico che ora è insieme a lui. A sinistra Catello è in azione contro la Magna Grecia, immortalato sul terreno di gioco da Nunzio Mari (solo omonimo). A quest’ora Catello starà giocando con i grandi campioni e Nunzio continua con la sua reflex a seguirlo in ogni azione. Buon riposo guerriero, Caserta non ti dimentica.