Ormai è una cantilena, una bella litania, una piacevole conferma: non so più che aggettivi utilizzare per descrivere quello che sta facendo la Juvecaserta. La Juve dei miracoli, del cuore immenso, dell’onore di indossare una canotta, del bello esserci, dell’ultimo respiro: è la Juve che fa sognare ad occhi aperti. Anche il mitico Taliercio, adesso, conosce cosa vuol dire giocare contro questa squadra: anche il Taliercio s’inchina e viene sbancato nel giorno della 900esima partita in A di Caserta (e questo sogno non deve finire). E, nuovamente, non era preventivabile alla vigilia. Pur senza Kiki Clark, la Reyer aveva una profondità e qualità di roster decisamente superiore ai bianconeri. Aveva tutto, anche un palazzetto caldo, per staccare il biglietto playoff e porre la parola fine alla favola casertana. Eh no, cari miei, no no no: questa Juve non molla un centimetro. Quasi sempre avanti nel punteggio, salvo rari passaggi a vuoto, Michelori e compagni hanno sciorinato un’altra prestazione tecnico/tattica da manuale del basket. Non puoi competere vicino a canestro? Tranquilli, taglio in post alto e comodo jump. Non puoi metterla sulla corsa? Tranquilli, abbasso il ritmo ma apro il campo e ti buco in penetrazione. Non puoi fare tanta difesa a uomo? Passi a zona, ma segui i tagli, chiudi gli spazi, intasi il verniciato. Insomma oltre alle doti umane, c’è tanta tattica. Bravissimo Jelovac, eroico Jonusas, esemplari tutti gli altri e meno male che il mio amico Timmy ha sbagliato quella bomba: dopo una partita ottima, l’ex ha ciccato la bomba dell’overtime. Sarebbe stato un premio immeritato per i veneziani. Non è stato ribaltato il -6 dell’andata… ma chi se ne frega!
FROM DOWNTOWN. Ci vuole un pizzico di follia per vincere battaglie come quella della Taliercio. La follia è racchiusa, tutta, in quei due missili pazzeschi infilati da Stefano Gentile e Marco Mordente negli ultimi due minuti. Il figlio di Nandokan c’ha preso gusto e non fa più notizia per questi show balistici, per ‘tiri ignoranti’ alla Basile, per questa faccia tosta… alla Nandokan. L’altro, invece, è il leader silenzioso del gruppo: silenzioso mica tanto, comunque, visto come cazzea i compagni quando sbagliano. Ma Marco Mordente, uomo vero, sa quando prendersi la sua responsabilità: il missile scagliato direttamente da Piazza San Marco a 62″ dalla sirena è risultato decisivo. Due bombe ‘from downtown’ che c’hanno fatto saltare dalla sedia, dalla poltrona, o dal gradone del Taliercio (onore ai 17 presenti).
IL GRANDE BALLO. Caserta ha due punti in meno ed il confronto diretto a sfavore con 180′ da giocare. Significa che la Juve deve superare la Reyer. Caserta ha Avellino e Reggio Emilia in casa intervallate dalla trasferta di Sassari: durissimo fare 3/3, ma non impossibile. Venezia va a Siena ed Avellino, finisce in casa contro Varese: non impossibile fare 0/3. Insomma, non è proprio fantascienza: sarebbe un altro miracolo ma pensiamo ‘domenica dopo domenica’ perchè è già bello così.
IL COLORE DEL TALIERCIO. Una trasferta talmente strana che, ora, resterà gelosamente custodita nel cuore dei casertani. Una trasferta iniziata come peggio non poteva per la truppa bianconera che, arrivata sabato nel primo pomeriggio a Capodichino per salire sul volo delle ore 17, ha immediatamente saputo che, causa un guasto al velivolo, l’aereo sarebbe partito ore 21. Tempo perso nello scalo napoletano quando, intorno alle 19 veniva comunicato un ulteriore ritardo con partenza posticipata alle 23 circa. Altra attesa, Gentile che si diverte a scrivere su Facebook così come altri. Alla fine si parte e poco dopo la mezzanotte finalmente la Juvecaserta all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Col treno c’avrebbero messo di meno i gladiatori bianconeri. Poi la partita nel pomeriggio col ritorno, dopo tempo immemore, sulle storiche lastre di legno del Taliercio, teatro in passato dai fantastici duelli tra i cecchini Praja Dalipagic ed Oscar. Sfide che hanno segnato l’adolescenza di tantissimi tifosi, di entrambe le sponde, ora coi capelli bianchi. Ma anche quello di ieri pomeriggio si consegna agli annali: una nuova vittoria pazzesca davanti a diciassette irriducibili sostenitori casertani che non hanno mancato di far sentire il loro apporto nella bolgia veneziana. Una bolgia che, in alcuni tratti, ha anche ecceduto nella focosità (l’arbitro Chiari è stato colpito) ma, comunque, sono aspetti che vanno in secondo piano. Il primo piano è solo per la magica compagine di Sacripanti che non si ferma davanti a niente e nessuno.
L’ITALBASKET AI TUOI PIEDI. E’ facile dire che la stampa locale possa esaltare le gesta dei bianconeri: noi cronisti locali veniamo tacciati di giudicare, spesso, le prestazioni in base a simpatie ed antipatie personali. Premesso che è una cazzata immane (per onestà intellettuale è offensivo dire che i nostri giudizi sono alterati da questi pensieri), ma è tutta l’Italia dei canestri che è ai piedi della Juve. Tutti, nessuno escluso, riempiono di miele ed onore le loro cronache sui bianconeri. Tutti, nessuno escluso, è estasiato da questo gruppo di valorosi gladiatori. Tutti, nessuno escluso, ammettono la grandezza del lavoro di Pino Sacripanti e del suo staff. Tutti, nessuno escluso, tifano per la qualificazione playoff della Juve. Tutti, in tutta Italia… ma a Caserta siamo dei ‘professori di basket’ e quindi ci permettiamo anche di criticare. Con che coraggio…
VERITA’. Conti alla mano, è difficile immagine che Caserta entrerà tra le prime otto. Lo merita come nessuno in questa stagione, ma oggettivamente è complicatissima. Questa squadra, però, è andata oltre ogni aspettativa e già parlare di qualificazione post season a tre giornate dalla fine… è un miracolo. Seguo la Juvecaserta dal 1986: questo gruppo è e sarà parte della mia storia personale in bianconero. Nessuno potrà mai cancellare dalla mia mente questi ragazzi: comunque vada a fine. Siete nella storia.