Akindele via senza l’ok della Juvecaserta



Akindele in azione (Foto Giuseppe Melone)
Akindele in azione (Foto Giuseppe Melone)

L’addio inaspettato, il mancato ritorno al Palamaggiò e non a Caserta (gli avvistamenti indicavano che Deji Akindele da Cantù verso la Campania prima ed il Lazio poi, da Cantù un aereo l’ha preso e come) sembravano essere gli ultimi paragrafi di un nuovo capitolo sfortunato di una stagione tribolata come quella della Juve. Ma quando ormai ci si avviava verso la classica frase ‘le abbiamo viste tutte’ ecco arrivare una nuova pagina di un nuovo paragrafo ed un nuovo capitolo, di una storia che si arricchisce ogni giorni di colpi di scena. Le sirene che avrebbero portato Akindele a decidere di mettere un punto definitivo alla stagione bianconera in quel di Cantù quando il libero di Marzaioli ha sancito vittoria e salvezza matematica, infatti, non sono arrivate dalla Turchia o meglio non solo dalla Turchia. La decisione del lungo nigeriano, dunque, è giunta fino in Libano, dove non hanno perso tempo a tastare il terreno, capire che la decisione era fondata e a presentare un’offerta che l’ex Pesaro e Siena pare non aver rifiutato nella maniera più assoluta. La squadra, infatti, che negli ultimi due giorni pare abbia annunciato anche ufficialmente il lungo in uscita dalla Juvecaserta e dal campionato italiano è quella di Champville, un club che tanto per intenderci ha vinto l’ultimo campionato libanese e che al momento sta arrancando in quarta posizione (con un record stagionale fatto di 17 vittorie a fronte di 10 sconfitte ndr) nonostante giocatori stranieri del calibro di Reyshawn Terry e Nikoloz Tskitishvili. Un’aggiunta importante per risalire la china in un campionato certamente non di livello assoluto come quello italiano. Tutto normale, se non fosse per un piccolo particolare: l’iter burocratico da seguire per giocare e non per firmare un nuovo contratto. Quello che manca all’ex totem della Juve, infatti, è il nulla osta della società di Pezza delle Noci. Un documento senza il quale il giocatore può mettere una firma si sotto un contratto o quanto meno un accordo tra le parti, ma non piede in campo. Un qualcosa che qui in Italia si è già visto nelle scorse settimana in terra bolognese in termini di rapporto tra la Virtus di Sabatini ed Hasbrouck che attende di mettere piede in campo in Turchia. Insomma non un particolare da poco, ma fatto sta che la questione andrà avanti ancora per qualche tempo, anche se il giocatore ha già preso il volo nella mattinata di ieri, verso il Libano con scalo ad Istanbul. Una questione che di sicuro verrà trattata ed analizzata principalmente nella stanza dei bottoni di Pezza delle Noci e che avrà il giusto peso sulla squadra e sul gruppo che ha deciso di stare a Caserta e continuare la propria esperienza, fino alla fine, con i colori bianconeri. Di sicuro un peso non superiore a quello arrivato dal suo mancato saluto ai compagni di squadra, cosi come anche Stefano Gentile ha avuto modo di dire in conferenza stampa dopo la vittoria con Brindisi. Ed allora tutto resterà, per gli eroici bianconeri di domenica sera, solo ed esclusivamente una semplice curiosità da seguire e col semplice gusto di sapere come andrà a finire. Il tutto al di fuori del Palamaggiò, al di fuori degli allenamenti che da martedì sono ripresi regolarmente con sessioni di tiro e lavori individuali, accompagnati ancora da quell’aura di ottimismo e di serenità che solo una vittoria importante come contro Brindisi può regalare. Una vittoria di concentrazione, di tecnica, di determinazione e di studio a tavolino delle qualità, punti di forza e punti deboli dell’avversario. Ovviamente alla base del piano tattico uno staff tecnico che ha lanciato l’amo con l’esca tra le onde del mare brindisino attendendo che dal lato Enel qualcuno abboccasse. A quell’amo c’era l’esca di uno Jelovac fuori ruolo e a volte anche un tantino spaesato a restare troppo sotto i tabelloni per lui che tecnicamente ama starci qualche metro più lontano soprattutto in attacco. Simmons ha preso il sopravvento su indicazione della propria panchina sul serbo per una manciata di minuti, poi la contro mossa. Run and jump, backourt di Brindisi pressato sin dalla loro metà campo, attacco che ha fatto fatica ad attaccare la difesa schierata della Juve e vantaggio di avere un lungo di peso e di centimetri sotto i tabelloni mandato all’aria. Si è partiti da questo dato, da questa mossa per costruire tutto il resto sotto forma di triple di Stefano Gentile, sotto forma di liberi di Michelori e di una difesa che ruggiva minuto contro minuto come un leone all’apparenza ferito, ma che difende con le unghie e con i denti il proprio territorio. Un ruggito generale e di gruppo dal quale è arrivato anche quello di Domenico Marzaioli, che anche senza essere la voce principale come in brianza, ha apportato il proprio tassello fondamentale alla causa bianconera: «Contro Brindisi abbiamo vinto una partita difficilissima e contro una squadra ‘nera’ atletica  e con tanti stranieri. Noi eravamo tutti bianchi e abbiamo dimostrato che anche i bianchi possono vincere le partite. Scherzi a parte, ovviamente, questi due punti ci servivano per aumentare il morale dopo il grandissimo successo a Cantù, ma soprattutto per continuare a cullare il sogno dei playoff».

Quindi la post season diventa l’obiettivo da raggiungere?



«Prima di tutto c’è la volontà di provare a vincere il maggior numero possibile di partite sia per noi stessi che per la società e tutto lo staff. Se poi con questo maggior numero di vittorie arriveranno anche i playoff, saremo ancora più contenti. E credo che la post season sia il giusto premio per una stagione difficile, ma affrontata bene».

Il tutto senza Akindele…

«Una scelta personale che non mi permetto di giudicare, ma almeno un saluto ci stava. In un gruppo come il nostro di quest’anno, dispiace sempre quando un giocatore va via, ma ripeto sono scelte personali e quindi va bene cosi. Tra l’altro abbiamo vinto anche senza di lui e quindi va bene anche a noi».


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