Iavazzi, un uomo solo al comando



Il presidente Lello Iavazzi
Il presidente Lello Iavazzi

Un uomo solo al comando di una barca che rischia di affondare. Un uomo solo che sta cercando con tutte le sue forze e con l’aiuto di pochi (l’ex presidente Gervasio in primis) di tenere accesa la speranza di un futuro agonistico per il basket casertano. Raffaele Iavazzi si trova nello scomodo ruolo dell’uomo solo al comando ma ha le spalle larghe e quella voglia di reagire tipica di questa terra. Prendi il colpo in faccia, sbandi, ma non cadi. Questo è anche Lello Iavazzi che, subito dopo la fine del CdA che ha sancito la nuova crisi societaria con l’assenza di Galimberti (proprietario del 51% del pacchetto azionario della Juve), è sceso in mezzo alla gente ed ha parlato. Ha parlato chiaro e diretto, senza giri di parole, come nel suo stile che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi: «Galimberti ha mandato un fax giustificando la sua assenza, ma è un fax del ‘cavolo’ che serve veramente a poco – ha commentato davanti ai taccuini e le telecamere -. Adesso ha trenta giorni per versare le sue quote, se non lo dovesse fare abbiamo la possibilità di estrometterlo dalla società. In questi trenta giorni possiamo fare poco onestamente, solo aspettare».
Trenta giorni in cui ci saranno anche gli stipendi da pagare e delle spettanze da onorare…
«Chiaramente questa situazione ci mette in una posizione di estrema difficoltà per i pagamenti anche perchè lui (Galimberti ndr) sicuramente non verserà le quote. Per quanto riguarda i pagamenti del 10 aprile c’è ben poco da fare: o le paga il socio che è rimasto (Iavazzi ndr) o non le onora nessuno, è matematica. In questo momento cercherò di fare il possibile».
Galimberti è ancora, dunque, proprietario di queste quote pur senza averle pagate?
«Sì, pur non avendo ancora pagato la sua parte detiene il 51%. In questo momento la società è fatta dal mio 49% ed un 51% che non è capitalizzato. Faremo l’impossibile per salvare la situazione».
Impossibile fare promesse in questo momento storico, ma Caserta finirà il campionato?
«Dopo tutti i sacrifici che ho fatto ed abbiamo fatto, direi che finire il campionato sia il minimo. In questo periodo, però, mi auguro che qualcuno abbia uno scrupolo di coscienza e ci dia una mano vista la situazione delicata che ci troviamo ad affrontare».
E la Fip come si sta comportando nei vostri riguardi?
«Martedì abbiamo avuto un incontro col presidente Petrucci che ha analizzato la nostra situazione e sicuramente, a breve, aprirà un fascicolo d’inchiesta anche perchè, come tutti sanno ormai, il padre di Galimberti è consigliere federale, mica una carica come le altre».
E’ stata proprio la posizione del padre di Galimberti ad aver dato fiducia al suo arrivo a Caserta ai vostri occhi?
«Sì, era una garanzia sulla serietà della persona che voleva entrare nella nostra società. Quale figlio avrebbe fatto una cosa del genere al padre? Eppure è successo e questo Galimberti ha ‘ucciso’ suo padre. Se gli avesse tirato una coltellata gli avrebbe fatto meno male. Per noi, lo ripeto, era una garanzia, ma abbiamo scoperto che questa persona (Galimberti figlio ndr) non era proprio un santo»
Iavazzi è solo, ma ha tutta Caserta al suo fianco. Per quanto possa contare agli occhi di un uomo che ha già fatto tantissimo, anche più del previsto, per continuare a far vivere il sogno del basket in questa città.




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