Quaranta giorni ed è già tutto finito. Quaranta giorni per mandare in orbita il popolo casertano che aveva iniziato a sognare ad occhi aperti all’arrivo del ‘Messia’ del basket di Terra di Lavoro, prima di finire all’inferno faccia a faccia con Satana della palla a spicchi rappresentato nella forma della crisi societaria e problemi economici che sembravano, invece essere diventati solo ed esclusivamente un brutto ricordo. Quaranta giorni come quelli trascorsi da Gesù prima del periodo di Pasqua e che quindi rappresentano nella religione cristiana il cosiddetto periodo della Quaresima. Quaranta giorni come quelli impiegati e raccontati dal libro dell’Esodo, dal popolo ebraico tra la sabbia del deserto arrivato dopo l’attraversamento del Mar Rosso e prima di giungere alla Terra Promessa. Insomma ‘quaranta’ sono stati giorni di alcuni degli eventi biblici che rappresentano il cardine della religione cristiana e quaranta sono stati quelli che, invece, hanno segnato in negativo la storia recente della Juvecaserta. Non che si voglia essere blasfemi o qualcosa di simile, ma la scelta temporale di Gianluca Galimberti di arrivare all’ombra della Reggia per poi andarsene si presta ad un periodo religioso in cui si racconta la sofferenza di Cristo per l’espiazione dei peccati dell’umanità prima di risorgere dopo tre giorni. Ed allora dopo la kermesse delle Final Eight, momento in cui c’è stato il primo incontro con Sacripanti, l’intensificarsi della situazione è avvenuto proprio alle porte della Quaresima iniziata il 21 febbraio. Il 24 dello stesso mese, infatti, la prima venuta a Caserta, la prima ‘tentazione’ anche se in incognito. Era il tempo della partita contro l’Acea Roma, quando mentre la Caserta cestistica perdeva in volta subendo la rimonta dei capitolini, Gianluca Galimberti prendeva la decisione definitiva di voler entrare a far parte della Juvecaserta in maniera determinante. Quattro giorni circa e arriva il momento fatidico ella conferenza stampa, della consacrazione dell’arrivo di colui che avrebbe risollevato le sorti della Caserta cestistica: «Da oggi Caserta e la Juve non dovrà preoccuparsi della possibilità di avere un domani cestistico, ma godersi l’idea di avere anche un dopodomani. Il mio intervento è diretto a consegnare a questa società una solidità patrimoniale e finanziare tale da andare avanti nel nostro lavoro presente e futuro senza l’assillo di dipendere da altri operatori finanziari con un palazzetto pronto a tornare a pensare solo al basket giocato». Proclami importanti, dichiarazioni in pompa magna a tutti gli organi di informazione locali e non solo. La stessa ‘pompa magna’ con la quale si è presentato alle telecamere di La7 dopo la sconfitta a Varese il 3 di marzo: «Dopo un’annata del genere l’unica cosa che posso promettere è stabilità finanziaria e un domani certo e sicuro. Volevo rientrare dalla porta principale nel basket e a Caserta ne ho trovato la possibilità». La lancetta di visibilità, poi, ha superato ogni limite dopo il successo a Bologna da fortitudino contro la Virtus di Sabatini: «Un successo che entusiasma sia me che tutta Caserta per il legame con la Fortitudo che ci unisce». Svanite per un attimo le questioni riguardanti il futuro per una presenza costante di un uomo che sembrava essere una presenza pesante cosi come dimostrato dalla standing ovation riservatagli da un Palamaggiò in visibilio per un futuro che non sembrava più tanto nero all’orizzonte, prima della palla a due contro Siena. Poi il giubilo per la vittoria, le parole di rito e ringraziamento alla squadra per l’impegno profuso, prima di quelle di circostanza per la sconfitta una settimana dopo contro la Scavolini alla quale era presente anche il presidente di Lega Valentino Renzi che cosi dichiarò: «È bolognese come me, è un entusiasta, un appassionato della pallacanestro ed inoltre viene da questo mondo. Ora si sta mettendo al lavoro e sono sicuro che potrà fare molto bene, dando serenità e nuovo slancio alla piazza casertana. Ogni tanto è opportuno anche vedere il bicchiere mezzo pieno e notizie di ingressi di nuovi imprenditori nel mondo della pallacanestro fanno sempre bene». Ma tempo una settimana e qualcosa inizia a scricchiolare, mentre lo schianto arriva in un articolo di sabato 30 marzo quando sulle pagine nazionale del Corriere dello Sport mettono in pubblica piazza la liquidità mancante, i soldi che non sono mai arrivati e un polverone che stenta a dissolversi. Una schiarita sembrava essere arrivata quando il giorno dopo sulle pagine della Gazzetta dello Sport lo stesso Galimberti provava a dire la propria versione: «Ci sono dei trasferimenti di fondi dall’estero dove lavoro, e farò chiarezza il giorno del CdA, ma mi sto adoperando per effettuare il trasferimento in Italia fin da martedì. Non c’è nulla di cui preoccuparsi». Ed invece la preoccupazione è diventata realtà ed il polverone una sorta di tempesta di sabbia unita ad un uragano che ha investito Caserta e la Juve quando dal comunicato stampa della società di Pezza delle Noci si annota l’assenza di Galimberti al CdA, cosi come a Cantù per la partita, e la decisione di rimettere nelle mani di Iavazzi la possibilità di agire con le opportune azioni contro lo stesso Galimberti che in quaranta giorni, dunque, ha eliminato la possibilità di resurrezione definitiva dei bianconeri ritornati al punto di partenza, ma con qualche grana in più da risolvere.