Soddisfatto ed orgoglioso di quello che la sua squadra è riuscita a fare in una sfida che definire delicata ed al limite dell’impossibile, è un vero e proprio eufemismo. Cosi coach Sacripanti si è presentato nella sala stampa del Pianella, quella che tanto conosce e tanto potrebbe considerare come casa sua e non solo per la provenienza sulla carta di identità, per commentare la vittoria ed il successo di una Caserta eroica, senza Jonusas in Lituania per farsi visitare ad una caviglia, e contro una squadra molto più lunga e talentuosa nel roster come la Lenovo di coach Andrea Trinchieri.
«Siamo partiti da Caserta con la convinzione almeno di provarci e di giocarci questa partita dal primo all’ultimo minuti – ha esordito lo stesso Pino Sacripanti -. Non volevamo scendere in campo contro Cantù con l’idea e la testa di chi partiva già sconfitto. Ovviamente sapevamo che ci serviva un’impresa, dal momento che siamo arrivati ancora più corti vista l’assenza di Jonusas, e alla fine i ragazzi hanno interpretato al meglio l’idea di combattere, cestisticamente parlando, canestro dopo canestro contro una formazione più talentuosa e lunga di noi».
Escludendo per un attimo il cuore della squadra, tecnicamente quale è stata la chiave del successo?
«In settimana sapevamo di dover preparare la partita con delle scelte difensive ben definite. Sapevamo della grande pericolosità di Cantù nei lunghi e soprattutto nei numeri ‘4’ sui giochi di pick and pop. Quindi siamo scesi in campo con l’idea chiara di passare dietro ogni blocco per evitare tiri sul lungo che si apriva dalla lunga distanza. Sinceramente tranne una tripla di Mazzarino il tutto a funzionato abbastanza bene, cosi come ha funzionato la nostra idea di tenere sott’occhio e limitare un giocatore come Mancinelli».
Coperta corta e largo agli italiani ed ai giovani…
«Quella degli italiani, ormai, è una nostra consuetudine da tempo, visto che abbiamo dovuto fare a meno a giocatori stranieri praticamente sin dall’inizio. E’ un qualcosa a cui non facciamo più caso come elemento straordinario, ma che fa parte della nostra normale amministrazione. Quello che mi rende particolarmente soddisfatto e felice è l’apporto dei giovani che poi a conti fatti cosi tanto giovani non sono più. Ovviamente mi riferisco a Domenico Marzaioli che in questa sfida ha avuto tantissimo spazio a disposizione e l’ha usato nel modo migliore possibile. Lo scorso anno ha svolto un ottimo campionato, quest’anno ha trovato meno spazio, ma ha sempre lavorato con dedizione e determinazione e la dimostrazione è stata quella ammirata al Pianella, insomma la giusta ricompensa per i tanti sacrifici che fa settimana dopo settimana. Senza contare che la gioia del gruppo esplosa dopo il libero segnato dal più piccolo è un altro elemento di grande orgoglio. Questi ragazzi, ormai, si allenano giocano e crescono assieme giorno dopo giorno provando a portare se stessi e questa squadra oltre le avversità che ci sono capitate ed oltre il fatto di essere una squadra corta nel numero di giocatori. Vedere in loro e sui loro volti la felicità di una vittoria del genere e la felicità nei confronti di un compagno giovane è un qualcosa indescrivibile».
Il tasso di felicità poi aumenta se si pensa alla situazione societaria, alla salvezza matematica e a quei playoff che non sono poi cosi lontanissimi…
«All’appello credo che manchi la felicità per aver regalato una gioia ai nostri tifosi. Tutti sappiamo quale è la situazione societaria della Juve e questa vittoria è il giusto premio per chi come i giocatori scendono in campo giorno dopo giorno e chi come i tifosi domenica dopo domenica sono sempre li a sostenerci e spingerci oltre l’ostacolo. La squadra è compatta per non mollare nella maniera più assoluta e ora che abbiamo conquistato la matematica salvezza, vogliamo continuare a guardarci avanti un passo alla volta, cosi come abbiamo sempre fato fino ad ora, anche se i playoff sono li a quattro punti di distanza».