Mentre il club vive ore di ansia e cerca di risolvere problematiche serie, le lastre di parquet sentenziano la nuova impresa bianconera. Da quando è arrivato a Caserta, Pino Sacripanti aveva vinto su qualsiasi campo cancellando anni di sconfitte ed umiliazioni. Ha vinto a Roma, Pesaro, Milano, Varese, Treviso, Bologna ed Avellino; gli mancava solo la ‘sua’ Cantù. Nell’inedita Pasquetta del basket, ha fatto centro e cancellato anche questo record. Anche Cantù viene sbancata, anche il mitico Pianella capitola davanti al bombardamento dei pirati casertani. Risultato giusto, meritato, eccellente al termine dell’ennesima settimana di passione societaria. Caserta ha vinto col cuore? Sì, ma basta ridurre tutto alle doti umane. Caserta ha vinto col cervello, la difesa muscolare e dura, con l’astuzia. Ha vinto perchè Cantù ha giocato male? Vero, ma basta ridurre queste imprese ai demeriti altrui. Ha meritato perchè ha giocato meglio, basta. Ha vinto nel modo più folle possibile: con un tiro libero di Domenico Marzaioli a 55 centesimi dalla sirena. Neanche Spike Lee avrebbe scritto un copione tanto fantastico ed emozionante. L’hanno scritto i bianconeri.
UN EROE COMUNE. Ai tempi dell’Artus Maddaloni era considerato uno dei prospetti migliori di Terra di Lavoro. Giustamente la Juve lo acquistò ma poi tanta, troppa, panchina. Ma lui è sempre rimasto in silenzio, testa bassa e pedalare, lavorando durissimo, aspettando il giorno in cui si sarebbe potuto levare al cielo il suo grido di gioia. Un eroe comune, dalla faccia pulita: questo è Domenico Marzaioli, un ragazzo che ho il piacere di conoscere da tempo. Ho sempre ammirato il suo animo gentile, il suo sorriso sincero, la sua educazione (ma d’altronde è nel dna di quella famiglia visto che, ai tempi del Kalati Maddaloni, ho lavorato con sua sorella Maria, nostra fisioterapista e ragazza eccezionale). Quando Domenico si accingeva a tirare i tiri liberi della vittoria al Pianella, sinceramente, non ero sicuro che ne mettesse dentro uno. E nessuno gli avrebbe mai potuto dire nulla contro. Il primo va storto, il secondo è perfetto. Canestro, sirena, vittoria: tutti addosso a Domenico. Gli ho scritto un sms a fine partita; mi ha risposto: “quanta pesava quella palla ma non potevo sbagliare”. In quelle parole c’è tutto Domenico: emozione, sacrificio, voglia di emergere, lavoro e sudore. Sono contento per lui. E’ giusto che venga ricordato, in eterno, come ‘l’eroe del Pianella’.
IL FISCHIO. Meno di tre secondi dalla sirena, rimessa per la Juve sotto il canestro canturino dopo che Michelori era stato falciato in area senza ricevere il fischio favorevole. Batte Mavraides, serie di blocchi, la palla termina a Marzaioli, l’ultimo a cui affidare il tiro della vittoria. Domenico si gira, tenta il tiro, contatto di Mazzarino col suo gomito, tiro corto… fischio di Lanzarini. Mancano 55 centesimi e Marzaioli va in lunetta (il risultato lo sanno tutti). Verrebbe da dire: bravo Lanzarini. Sì, bravo. Premesso che se c’è un fallo così evidente ad un centesimo dalla sirena, lo devi fischiare ma non raccontiamoci le favolette. Troppo spesso gli arbitri inghiottono il fischietto. Lui era Mazzarino, l’altro era Marzaioli, si giocava nella bolgia del Pianella: bel fischio.
LA FRASE. Non perchè è il ‘mio capo’ al Corsport, ma Andrea Barocci ha fotografato, con poche parole, la situazione ed il momento della Juve e del campionato: “C’è chi viene mandato in gita e chi, come Caserta, continua a rispettare se stesso, i tifosi e il campionato. Piccole, grandi differenze”. Ha detto tutto lui.
GIORNI CALDI. Oggi c’è stato l’incontro in Fip col presidente Petrucci, domani il CdA convocato, rapidamente, dal presidente Iavazzi: due tappe chiave per uscire da questa improvvisa e nuova crisi societaria. Situazione delicata, ingarbugliata, di una vicenda carica di colpi di scena e ‘sinistre’ coincidenze. Anzitutto la Fip, credo, non può permettersi un simile scandalo, qualora fosse acclarato. Il neo presidente Petrucci non può partire con questa sconfitta anche perchè, giusto ricordarlo, il papà di Galimberti è un suo consigliere (qualora fosse confermato che i soldi non c’erano, possibile mai che la Fip non abbia allertato la Juve? Mistero, ma è presto per trarre conclusioni). Non può permettersi questa sconfitta anche il club bianconero e Lello Iavazzi che sta lavorando con ammirevole passione in questi giorni per dirimere la matassa. E’ un caos tutt’altro che calmo: innocentisti e colpevolisti, gente che invoca la ghigliottina mediatica e chi chiede silenzio, gente che ‘lo sapevo che era una sola’ ed altri ‘tranquilli andrà tutto bene’. Caserta è questa e giustamente parla: perchè non si può restare zitti davanti a questa storia. Preferisco aspettare l’evolversi della situazione e poi dare il mio giudizio (sempre se frega a qualcuno). Ora guardo, in silenzio, e spero. Non sono cattolico, le preghiere le lascio agli altri.
GALIMBERTI E LE PAROLE. Vero è che, ufficialmente, finora c’è solo un rimpallo di parole, ma è altrettanto vero che la situazione del broker bolognese non è delle migliori. Al Pianella ha marcato visita, ha parlato sulla Gazza per tirare una secchiata d’acqua nel vasto incendio divampato. Ma è solo una secchiata, il fuoco arde e distrugge. Le parole, in questi casi, stanno a ‘zero’; ci vogliono i fatti concreti. Al momento solo parole e pochi fatti. Aspettiamo e vediamo, nessuno merita i processi sommari in partenza. Neanche lui che ha ancora tempo per chiamare un ‘canadian’ per spegnere l’incendio.
VERITA‘. La società sta facendo il suo lavoro, la squadra anche tanto che il sogno playoff continua. La passione e l’umiltà di questi ragazzi merita il rispetto e la riconoscenza di qualsiasi tifoso bianconero, simpatie ed antipatie a parte. Salvi matematicamente con cinque giornate d’anticipo, avanti a team che hanno speso il doppio, ancora lì a sognare la post season. La fotografia della Juve è quell’abbraccio a Domenico Marzaioli al suono della sirena: lì ci siamo sentiti tutti quanti Domenico. Quel pallone l’hanno spinto i casertani nella retina. Ecco perchè questa maglia è unica.