Juve, Gentile sposta la mira su Cantù



Stefano Gentile (Foto Giuseppe Melone)
Stefano Gentile (Foto Giuseppe Melone)

Determinazione e fame di vincere. Queste le due chiavi fondamentali di Stefano Gentile per spiegare la sconfitta di domenica pomeriggio contro la Scavolini. Entrambe concentrate nei marchigiani che sul legno del Palamaggiò si giocavano una sorta di match spartiacque per la salvezza. Insomma tutto quello che aveva pervaso i bianconeri nella sfida contro Bologna e contro Siena, ha dato l’impulso decisivo alla Scavolini di Markovski per arrivare al successo. Tutto sottoforma di energia, tutto sottoforma di rimbalzi d’attacco e canestri a volte anche baciati da quella serata di grazia che premia i tiratori della formazione ‘baciata’ e che porta a tirare con il 46% dalla lunga distanza nella partita in cui la pressione per il fallimento e per il passo falso dovrebbe fare da padrona e dovrebbe essere gestita con il raziocinio e la calma. Ed invece Pesaro ha fatto tutto il contrario di tutto: si è buttata a capofitto in mezzo all’area casertana trovando sempre lo scarico giusto anche quando non ce ne era la necessità, considerando al poca presenza in termini di intimidazione di Deji Akindele. Una, due tre volte e a turno Thomas, Barbour e Mack hanno picchiato duro dalla distanza. Colpi resi più micidiali dalla presenza in campo di Stipcevic che ci ha messo del suo punendo in penetrazione ogni qual volta quella difesa lasciava quello spiraglio e passaggio verso l’anello nel tentativo di fare un passo in più verso i tiratori e non lasciarli liberi di tirare piedi a terra: «E’ stata una partita tosta e lo sapevamo sin dal momento in cui abbiamo iniziato a prepararci per questa sfida – ha commentato il metronomo bianconero nell’immediato post partita di Pezza delle Noci -. Sapevamo che Pesaro sarebbe venuta a Caserta a giocarsi il match della vita ed in campo abbiamo visto come in quaranta minuti hanno avuto più fame e determinazione di noi. Hanno trovato canestri importanti ed a volte anche incredibili non solo da un giocatore pericoloso e di grande talento come Stipcevic, ma anche dagli altri componenti della squadra. Hanno perseguito il loro piano partita dall’inizio alla fine e cioè quello di correre, trovare la penetrazione e lo scarico giusto il tutto a prescindere se nella nostra metà campo ci fosse stata una nostra buona difesa o meno».

Dove la chiave della partita?



«Ci hanno preso qualche rimbalzo d’attacco di troppo e dai quali sono scaturiti tiri e punti pesanti per l’inerzia della partita. In alcune occasioni abbiamo anche replicato dall’altra parte ma ci sono stati dei momenti in cui gli episodi sono stati dalla loro parte e questo perché in alcune occasioni hanno avuto più fame e determinazione di noi sulle palle vaganti. Si sono buttati ad ogni possesso su tutti i palloni, hanno avuto la reattività di arrivare sempre prima o comunque di essere nel posto giusto al momento giusto, visto che in alcune occasioni la palla ha scheggiato il ferro e un giocatore di Pesaro era li sotto a prendere il rimbalzo».

La loro maggior o la vostra minor fame da cosa è dipesa?

«la risposta più semplice è che Pesaro aveva più fame perché si deve ancora conquistare quella posizione di tranquillità all’interno della lotta salvezza e quindi era spinta anche da quella adrenalina che un obiettivo da raggiungere con le spalle a l muro ti può dare. Quella meno semplice è che noi dopo una grande vittoria come quella di Siena o quella di Sassari, ci dimentichiamo che dobbiamo essere determinati per tutti i quaranta minuti. Contro la Scavolini lo siamo stati a tratti e questo ha inciso. Determinazione per 40’, questa deve essere la nostra religione».

Credi ancora nei playoff?

«Credo nel pensare una partita alla volta. Questa partita ci poteva regalare la salvezza matematica e quindi l’opportunità di guardare altrove. La matematica ancora non ce l’abbiamo e quindi guardiamo solo avanti al prossimo appuntamento e cioè a Cantù, poi al suono della sirena vedremo se pensare a quella successiva contro Brindisi con anche un occhio alla post season. Un passo alla volta è stata la nostra fortuna e vogliamo continuare cosi».


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