Che scivolone cari bianconeri. Impronosticabile, impensabile, ma assolutamente meritato e giusto. Sul più bello la Juvecaserta le prende di santa ragione dalla Scavolini Pesaro che passa al Palamaggiò con una prova decisa, dura, cattiva ed ordinata. Siamo onesti però; la banda di Markovski era assolutamente battibile anche ieri ma se tiri in quel modo, sbagli quasi tutte le scelte, perdi palloni a raffica e lotti poco in difesa… le prendi. Ed è giusto. Sempre avanti nel punteggio, sempre con l’inerzia in mano, sempre concentrata nel match, Pesaro ha avuto la meglio prima con la testa e col corpo. Forse convinta che il compito fosse agevole, forse presuntuosa, forse sicura che, prima o poi, sarebbe girato il vento, la Juve ha giocato in modo mediocre una partita chiave. Poche attenuanti, anzi nessuna: peggio era difficile fare.
FAME. E’ stata la parola chiave in sala stampa e sui social network. Concordo con chi dice che lottare per un posto playoff deve darti, comunque, la stessa ‘fame’ di chi lotta per non retrocedere. E’ un obiettivo pesante e prestigioso, impensabile fino a qualche mese fa, ecco perchè è lecito dire che non è stata solamente una questione di fame… o stimoli. S’è inceppata la macchina proprio all’inizio del rettilineo: proprio quando bisognava spingere il piede sul gas e cominciare a rimontare posizioni. Resto dell’idea che il calendario non era e non è impossibile: ma la Juve vista con Pesaro non vincerebbe neanche una partita.
NON PERVENUTI. Troppi giocatori bianconeri hanno marcato visita. Su tutti Deji Akindele che, dopo le spettacolari prove ed il balletto nell’Harlem Shake, ha scelto la partita sbagliata per non fare molto. Contro un’altra sua ex squadra, ha completamente ciccato il confronto davanti agli occhi dei genitori: svogliato, poco mobile, decisamente impalpabile, il nigeriano si è preso una domenica di riposo. Male anche Jonusas. Pochi si sono salvati, ecco spiegata l’ineccepibile sconfitta. Lo ripeto da inizio anno: questa squadra ha bisogno del mattoncino di tutti per portare a casa la vittoria. Se stecca qualcuno sono dolori.
IL COLORE DEL PALAMAGGIO’. Buonissima, cornice di pubblico con oltre tremila persone sugli spalti; dopo Siena, dunque, il dato si conferma a testimonianza che il popolo bianconero ha bisogno di uno stimolo per venire al palazzetto. Una curva Ancilotto decisamente calda con tanto di striscione nel pregara (“Lotta, suda, vinci”). Tra le curiosità di giornata, l’estrema precisione degli arbitri che hanno chiesto di cambiare le due retine perchè non erano perfettamente uguali oltre al ritorno della B sul braccio di Marco Mordente (dedicato al figlio Brando). Nel parterre presidenziale da segnalare la presenza del presidente della Lega Basket, Valentino Renzi al fianco del neo patron Gianluca Galimberti oltre al solito sindaco Pio Del Gaudio. Infine da sottolineare il minuto di raccoglimento in memoria di Pietro Mennea: la ‘Freccia del Sud’ che era anche uno degli sportivi piu’ amati da Pino Sacripanti.
HARLEM SHAKE. Sconfitta sul campo, vincente sul web in una domenica, comunque, da ricordare. La tifoseria bianconera è stata concentrata, nel pregara, dal video che ha rapito tutti per la simpatia e le movenze dei tesserati casertani. Anche la Juve si è cimentata nell’ormai celebre Harlem Shake (il balletto che impazza negli States e sta diventando una moda anche in Italia soprattutto tra le compagini di pallacanestro, benissimo Pistoia e Koinè San Nicola la Strada). Un balletto che ha visto Deji Akindele in grandissimo spolvero, bene tutti gli altri che hanno capito lo spirito goliardico e si sono ‘autosfottuti’ con travestimenti particolari. La palma di mvp spetta, per quanto mi riguarda, all’angioletto Max Oldoini: un vero spettacolo il suo look. Anche questo serve per cementare un gruppo.
MARCH MADNESS. In America impazza il campionato Ncaa e la sua ‘March Madness’: tutti incollati ai televisori e tutti col proprio bracket (il tabellone) in mano. Personalmente ho azzeccato 13 delle 16 che parteciperanno alle Sweet Sixteen: un risultato ottimo, direi, peccato che la mia finale nazionale era Gonzaga vs Georgetown… entrambe eliminate. Mi toccherà concentrare il tifo sui Michigan State Spartans di coach Izzo, la mia squadra del cuore il cui simbolo è tatuato sulla mia schiena (bel coglione direte voi, come darvi torto). Un angolo di cuore, però, è con Florida Gulf Coast University: la Cinderella che ha rapito tutti e che sta scrivendo la sua favola. I risultati di FGCU testimoniano una cosa: il cuore, il coraggio e gli attributi superano qualsiasi scoglio. Come la Juvecaserta di questa stagione.
VERITA’. Sono troppo concentrato sulla Madness Ncaa per ragionare seriamente. La sconfitta con Pesaro lascia l’amaro in bocca e fa compiere il passo del gambero quando credevo che la Juve poteva lottare per i playoff. Un passo indietro che non ci voleva e che, se conosco un po’ i casertani, svuoterà il Palamaggiò che resterà abitato dallo zoccolo duro sempre presente. E sarebbe un errore colossale: ora è il momento di far vedere quanto sia importante il basket in Terra di Lavoro. Ora bisogna riempire il Palamaggiò. Ora, ma resteranno parole al vento. Buona Madness.