Poteva essere una sfida senza alcun significato o dalla fiammella molto fievole, se nello scorso turno di campionato, squadre come Venezia e Brindisi non avessero servito su di un piatto d’oro e non d’argento, l’occasione della stagione ai bianconeri. Una sconfitta a testa per le due formazioni precedentemente indicate e che in classifica precedono rispettivamente la truppa di coach Pino Sacripanti, due punti persi che uniti con quelli conquistati da Caserta alla prima interna di Gianluca Galimberti salutato da tutto il popolo bianconero nel pre-partita e alla presentazione delle squadre, hanno riaperto la chance e quella porta con su scritto playoff alla quale la Juve si era già presentata una volta, prima di essere allontanata coattivamente dalle quattro sconfitte in fila ed un periodo buio nel quale la luce sembrava essere un miraggio. Ed invece la luce è arrivata, l’oasi del successo in un deserto di sconfitte non è stato solo un’allucinazione da serie negativa ed ora con Pesaro i quaranta minuti avranno un sapore del tutto particolare. Non che in caso di successo di Venezia e di Brindisi e quindi questione playoff meno forte di quanto non lo sia adesso, avrebbe smorzato l’importanza di un ‘face to face’ con una rivale storica del pubblico di Terra di Lavoro, ma ora a quella rivalità si aggiunge anche quel pizzico di pepe passato dall’essere rappresentato dalla salvezza alla post season. Ed allora saranno due formazioni con due motivazioni allo stesso tempo e modo forti e contrastanti. Da una parte il team marchigiano che sotto la guida del ‘Zare’ e qualche cambiamento in termini di costruzione di roster, ha ritrovato la strada dei successi e di un campionato nel campionato della salvezza riaperta con le unghie e con i denti, dall’altro i padroni di casa della Juve che per la seconda volta consecutiva a Pezza delle Noci, avrà sulla racchetta la pallina del punto che potrebbe anche essere del sorpasso oltre che impensierire gli avversari pugliesi e veneti. Due squadre allo stesso bivio, ma ognuna tenta l’accelerata definitiva verso la propria destinazione finale. La Scavolini lo fa con un dubbio fondamentale e cioè quello dell’infortunio alla caviglia di Stipcevic che da quando ha lasciato Milano per approdare nelle Marche è risultato essere un giocatore rinato ed ammirato nella scorsa stagione a Varese. L’ex Cimberio, infatti, si è procurato una forte distorsione alla caviglia in allenamento che lo ha tenuto fuori per tutta la giornata di ieri e la ripresa per quella di oggi è sottoposta al veto ed al responso che lo staff medico fornirà dopo le ultime visite del caso. Una sua mancanza, dunque, sarebbe una tegola non pesante, ma pesantissima per Markovski che però potrebbe anche giocarsi la carta del niente allenamento e buttare dentro l’ex metronomo varesino e milanese direttamente nel pomeriggio casertano del Palamaggiò. Di sicuro non un’ultima spiaggia, ma questi quaranta minuti dovevano essere determinanti e saranno determinanti. Con o senza Stipcevic, però, in casa Juve cambia poco. Se i bianconeri vogliono continuare a perseguire il sogno della post season per dare una sterzata non solo allo loro personale annata, considerando che nessuno un paio di mesi fa dava a Caserta una sola possibilità di poter lottare per un traguardo del genere, ma anche di suqadra stravolgendo gli ideali di base di una competizione dove un gruppo di italiani con soli tre stranieri ha messo a ferro e fuoco squadre ben più attrezzate e che hanno messo sul piatto della bilancia conti e spese molto più ingenti di quelle di Caserta. ‘We still believe’ sono soliti cantare negli Stati Uniti quando si è in rincorsa di un sogno e ‘ci crediamo ancora’ è il coro che tutta la Caserta cestistica proverà a far sentire dentro e fuori dal campo ai propri beniamini in modo da chiudere in maniera trionfale una stagione che era nata sotto non una ma diverse cattive stelle.