Dopo quattro sconfitte consecutive, la Juvecaserta si rialza, vince lo scontro diretto di Bologna, mette un altro 2-0 a favore, esce dalla crisi e brinda per la salvezza, ormai, in cascina. Tutto nell’inedito Monday Night dell’Unipol che verrà ricordato, tifo parlando, per la presenza di venti irriducibili e per tutti gli altri attaccati alla radio (spettacolari i colleghi bolognesi, va detto) visto il divieto di diretta televisiva nonostante la pressione del club alla Rai. Fa niente, contava vincere e la Juve l’ha fatto conducendo le danze, praticamente, per tutta la gara. Una gara dominata per larghi tratti, poi quasi persa, infine ripresa per i capelli nella volata finale dove hanno pesato le triple di Mordente e Gentile mentre quella di Imbrò (che talento meraviglioso) girava sul ferro ed usciva sancendo la crisi profonda delle Vu Nere (Bechi ko all’esordio in panchina) ancora invischiate nelle paludi della classifica. Ma questi sono problemi altrui, Caserta deve solo pensare a gioire. Che vittoria.
LE BOMBE SERBE. Sullo stesso legno che era il regno di Sasha Danilovic, un altro serbo ha dato ampio sfogo alla sua indole ‘bombarola’. La prestazione balistica di Stevan Jelovac ha tramortito le Vu Nere: quelle tre frecce scagliate nella retina bolognese nel terzo periodo hanno dato il via alla fuga, poi capitalizza nella volata finale. Uno show impressionante, da far tremare i polsi, che il popolo casertano aspettava visto il biglietto da visita con cui Stevan si presentò all’ombra della Reggia. E’ giovane, deve maturare e crescere, ma quella mano è serba. Veramente serba, come la provocazione alla curva felsinea. Da evitare, ma da serbo vero.
E’ FATTA. Avevo detto, qualche settimana fa, che alla Juve sarebbe bastata una vittoria per tagliare il traguardo della salvezza: la vittoria è arrivata ed allora è fatta. Capisco la scaramanzia che regna in questa terra, capisco che la matematica non regala ancora la certezza, ma calendario e punti di distacco alla mano inducono all’ottimismo totale. Il traguardo viene tagliato con tantissime giornate d’anticipo: ammetto che non l’avrei detto dopo quelle prime, tremende, settimane. Un plauso alla squadra, allo staff tecnico, a chiunque abbia dato un contributo: è una gioia infinita e va goduta fino in fondo.
BENVENUTO GALIMBERTI. Nell’ultima puntata della rubrica avevo lanciato la volata per la trattativa tra Galimberti e la società: la trattativa si è chiusa favorevolmente ed ora Caserta ha un nuovo proprietario. Uomo di basket, uomo d’affari, adesso vedremo quanto sarà bravo a dirigere un club che ha qualcosa di speciale. Caserta ti regala tanto ma in cambio vuole molto: non è una piazza facile, è abbastanza umorale, ma ha un cuore enorme. Galiberti sicuramente lo sa, Sacripanti (artefice principale di questo avvento) l’avrà indirizzato per bene, ed ora non resta che aspettare i movimenti. Le proposte sono interessanti: ristrutturazione del club, nuovo slancio al settore giovanile e voglia di puntare in alto. Le premesse fanno sognare tutti, ma aspettiamo i passi concreti prima di dare giudizi. La svolta c’è stata e questo è tantissimo. Buon lavoro, buon viaggio e buone scelte: Caserta ha solo bisogno di sognare per tornare quella che è. La Basket City del Sud.
CIAO GIOVANNI. Ero a Philadelphia quando mi è arrivata la tremenda notizia della scomparsa di Giovanni Gavagnin. Una notizia che mi aspettavo visto che mi avevano detto delle sue pessime condizioni di salute: ovviamente mi sono tenuto dentro questa tristezza in attesa dell’ultimo respiro. Purtroppo, e sarà sempre una ferita per me, non ho partecipato ai funerali. Che dire, difficile spiegare Giovanni per me. Ho avuto l’onore ed il privilegio di lavorare con lui per cinque anni (due alle Pantere Caserta e tre al Kalati Maddaloni). Sono stati anni splendidi anche perchè ho conosciuto, veramente, chi è Giovanni Gavagnin: una vera enciclopedia del basket ma, soprattutto, un uomo d’altri tempi. Uomo vero, genuino, serio, che sapeva dire tutto in due parole ma di una gentilezza e simpatia straordinaria. Visto da fuori poteva passare per un duro, invece era tutt’altro. Bastava solo trovare la chiave per entrare nel suo cuore e poi…. era uno spettacolo. Mi ha raccontato tantissime storie di basket, di Juvecaserta, di vita vissuta: sono cresciuto con lui, sono cresciuto grazie a lui, ho imparato nuove tecniche di basket grazie a lui, sono migliorato come persona grazie a lui. Il resto è nel mio cuore, custodito gelosamente. Grazie Giovanni, grazie di tutto e buon viaggio.
VERITA’. Battere la Virtus, per giunta in trasferta, ha sempre un fascino particolare per il tifoso casertano ed è inutile negarlo. Se poi questi punti valgono anche la salvezza, ancora meglio. Adesso che il traguardo è raggiunto, bisogna iniziare a gettare le basi per il futuro: non serve prendere nessuno, serve cominciare a costruire. Col cuore leggero e la mente libera, la Juve può togliersi qualche altra soddisfazione in questa stagione. Lo ‘scudetto’ 2013 va in bacheca, si lavori per costruire un futuro meno sofferente e più elettrizzante.