Nel calcio non si finisce mai di imparare, è vero, ma qui siamo al paradosso. Ci sono presidenti che farebbero carte false per assicurarsi i migliori calciatori della categoria. E c’è un presidente, Vincenzo D’Auria, che ha pensato bene di vietare ai propri calciatori sia allenamenti che gare ufficiali. Il motivo? Evidentemente li considera troppo forti per vincere il campionato. La vicenda non è pura fantasia, ma un fatto realmente accaduto. Siamo a Vico Equense (Eccellenza girone B) e il club del presidente citato poche righe sopra, si accinge a vincere il campionato tornando in serie D. In panchina c’è Gigi Sorianiello, tecnico che non ha bisogno di presentazioni e che a Caserta lo ricordano con grande affetto. Stesso discorso per i vari Caiazza e Guadagnuolo. In rosa presenti anche altri atleti di categoria superiore (Polverino, Martone, Noviello) e il successo ottenuto a Torrecuso nello scontro diretto sembrava aver spalancato definitivamente le porte della quarta serie. E invece all’indomani del trionfo cancelli serrati e carabinieri al campo pronti a vietare a staff tecnico e calciatori l’ingresso. Per non parlare delle spettanze non corrisposte. Una storia assurda che mortifica il calcio e che francamente non ha bisogno di ulteriori commenti. Dispiace solo per i calciatori che vivono di calcio e per il calcio. Rendersi conto di essere superiore e tirare il freno a mano a pochi metri dal traguardo non ha precedenti. Sembra di essere nel film ‘L’allenatore nel pallone’ quando Borlotti ordinò a Canà di perdere per retrocedere. Qui invece si vieta addirittura di scendere in campo. La differenza è che la Longobarda era un film, il Vico Equense e i suoi calciatori, pardon ex, sono la triste realtà.