La classica situazione da sliding doors. Una vittoria in più nel girone di andata, due punti in più di ritorno da Reggio e la Juve sarebbe stata una delle protagoniste della scorsa edizione delle Final Eight. Una vittoria in più e la presenza di coach Sacripanti al Forum di Milano non avrebbe certo previsto la possibilità di essere al posto giusto al momento giusto, ma sulla panchina a giocarsi la possibilità di stupire ancora una volta il mondo cestistico tricolore. Ed invece la Juve ha perso occasioni per strada, si è fatta scappare dalle mani quella di poter scendere in campo ai piedi della Madunina. Ma ad una porta che si è chiusa, ad un treno perso ne è subito arrivato uno molto più importante non per il presente, ma per il futuro del club di Pezza delle Noci. A Milano Sacripanti c’è andato da spettatore e da spettatore ha assistito alle prime parole di un vecchio amico, di un ex coach che a quanto pare dice di averlo battuto quando sulla panchina della Fortitudo guidava le giovanili dell’epoca proprio contro la Cantù di Sacripanti. «Sono tornato in Italia dopo un periodo a Londra per lavoro e voglio tornare nel basket e lo voglio fare dalla porta principale». Queste le parole di Gianluca Galimberti che nel suo presente è un manager specializzato nelle ristrutturazioni ed acquisizioni di società. Queste le parole che Sacripanti ha voluto ascoltare prima di mettergli sotto il naso l’occasione che cercava. Cinque minuti il primo incontro, due ore il secondo e il passo più importante dal punto di vista societario della Juve era sulla strada giusta per essere completato. Poi i contatti con la stanza dei bottoni bianconera, la visura di tutti i libri contabili, l’accordo sull’acquisizione della maggioranza e la trattativa vera e propria già nelle mani degli addetti ai lavori per completare tutti i documenti del caso con la cui firma hanno consegnato alla Caserta cestistica il suo nuovo ‘Re’. «Sono un uomo di sport per essere stato allenatore in passato e provengo da una famiglia che ha sempre vissuto di sport e di basket – ha esordito il nuovo patron bianconero -. Quando sono tornato in Italia con l’idea di tornare nel basket, quello che desideravo era di trovare un ambiente dove ci fosse un amore ed un legame viscerale tra la pallacanestro e la città. E’ un qualcosa che ho vissuto nei miei anni a Bologna ed era quello che volevo rivivere ora. Delle parole di Pino nel spiegarmi una realtà come quella di Caserta, che però già conoscevo, ne avrò sentite un paio visto che mi ero già convinto. Da quel momento in poi abbiamo fatto tutto in maniera molto veloce affinché il mio ruolo qui a Caserta potesse essere di peso sin da subito. Da oggi Caserta e la Juve non dovrà preoccuparsi della possibilità di avere un domani cestistico, ma godersi l’idea di avere anche un dopodomani. Il mio intervento è diretto a consegnare a questa società una solidità patrimoniale e finanziare tale da andare avanti nel nostro lavoro presente e futuro senza l’assillo di dipendere da altri operatori finanziari i quali se decideranno di entrare a far parte del nostro progetto lo faranno abbracciando quello che noi faremo a prescindere e con un palazzetto pronto a tornare a pensare solo al basket giocato. Inoltre ridaremo alla Juve una struttura societaria che non chiude in maniera definitiva con il passato, ma che parte dal passato quindi non chiuderemo le porte a nessuno, anzi. Ma il lato finanziario dove sarò presente in prima persona, non è il solo lato che ci interessa. Siamo uomini di sport ed in quanto tali non ci piace perdere e guarderemo, quindi anche al lato sportivo presente e futuro. Quella che ho avuto modo di ammirare in questi giorni che sono stato a Caserta è una squadra fatta di uomini prima ancora che professionisti. Hanno fatto un grande lavoro e non escludo la possibilità di tornare sul mercato per allungare le rotazioni ed arrivare alla salvezza in maniera molto più tranquilla. Sul futuro è logico che in campo si va per vincere e guardando avanti vedo una Juve pronta a tornare ad altri livelli che non saranno la salvezza». Le ultime parole del neo patron casertano, poi, sono per la sua fede fortitudina e la sfida a Bologna contro la Virtus: «A Sabatini non lancio nessun messaggio, almeno per adesso. Per la partita non vorrei arrivare e mettere subito pressione, ma sicuramente vista la mia fede in quanto a basket bolognese, una rivalità che tornerò a vivere con Caserta e la Juve».