La Juve perde un’altra occasione per archiviare il discorso salvezza e lascia due punti d’oro alla Virtus Roma che ringrazia, prende e torna all’ombra del Colosseo con la consapevolezza di non aver giocato la miglior partita della stagione ma, comunque, la vittoria è sua. Roma, una delle poche squadre che giocano una pallacanestro piacevole, era stata imbavagliata per trenta minuti prima del clamoroso tracollo di una Juve arriva senza energie ma, soprattutto, idee alla volata decisiva. Tutti hanno voluto vestire il ruolo di ‘salvatore della patria’ ed i risultati sono questi. E’ vero che Lorant stava limitando Akindele giocando sempre d’anticipo (lo spauracchio Lawal è stato costretto a massicce dosi di Aulin per il mal di testa avuto dal dominio del nigeriano), ma quel cercare sempre il tiro pesante è segnale di poche idee e tanta confusione. Due punti lasciati per strada, due punti che fanno male, ma bisogna guardare avanti tanto indietro non si torna.
SENZA BENZA. Ormai sta diventando, purtroppo, un canovaccio nelle sconfitte. Molto spesso la Juve arriva svuotata di energie alle volate finali e, spesso e volentieri, lo paga. Purtroppo è un dato di fatto: quando qualcuno stecca la partita, gli altri sono costretti ad aumentare il minutaggio ed arrivano poco lucidi al finale. Non vuole dire avere la panchina corta, vuol dire che tutti devono dare una mano. Stavolta, volendo, la scusante c’è e si trova nella tremenda settimana di lavoro dove in troppi hanno marcato visita e domenica hanno pagato. Senza benzina è dura andare avanti.
QUASI COME AL PASSATO. Non è una partita come le altre e lo si è capito dai cori e decibel che hanno ‘invaso’ la Reggia del Basket ben prima della palla a due. Ed un altro segnale è arrivato dall’accensione di un fumogeno in curva Ancilotto, e non si vedeva da tempo. Schieramento, ingente e come non si vedeva da tanto tempo, di forze dell’ordine. Dopo il permesso ai casertani di recarsi al Pala Tiziano in occasione della gara d’andata, era prevista la presenza di sostenitori capitolini a Pezza delle Noci. Polizia in assetto antisommossa sia nel settore ospiti, che nel parterre e curva 4 Stelle adiacente allo spazio dedicato ai romani. Entrano al minuto 2, sono una ventina e scaldano la voce del popolo bianconero. Non è come ai bei vecchi tempi, ma è pur sempre Juve-Roma. Cori contro, i soliti, ma nulla di eccessivo a testimonianza che tutti i divieti degli anni passati erano fuori luogo.
IL COLORE DEL MATCH. Note per due giocatori in campo: simpatico siparietto per Akindele che, durante il riscaldamento, ha cambiato scarpe in continuazione, neanche stesse mettendo le ruote sulla sua Formula1 a seconda delle condizioni atmosferiche. Da applausi, invece, le mini canotte della figlia e del figlio di Jonusas: un gesto d’amore veso Caserta.
NE BASTA UNA, FORSE DUE. Visto il perdurante periodo nero di Biella (che, per sua disgrazia, non giocherà più contro Caserta), secondo me basta una vittoria per stare sereni ed ipotecare la salvezza. Vabbè facciamo due e non se ne parla più. Biella non la vedo in grado di infilare un filotto secco di vittorie, poi tutto può succedere. Ma basta un passettino.
LE ORE DELLA SVOLTA. L’attenzione, finalmente, si sposta sulla vera notizia di queste ore: la Juve sta vivendo la settimana decisiva per il suo futuro. Lo so, quante volte avete sentito questa frase da due anni a questa parte, ma stavolta si fa sul serio. Il cambio al timone potrebbe diventare realtà già questa settimana. Circolano tanti nomi (inutile fare pubblicità a chi poi, in realtà, non farà niente), l’unica certezza è che, ora, c’è qualcosa di concreto all’orizzonte. Forse basteranno pochi giorni e tutto verrà allo scoperto. Vige il silenzio (alleluja se tiene), vige il lavoro nell’ombra di Pino Sacripanti e dello staff, vige la massima riservatezza: dai che forse l’alba di un nuovo giorno sarà bella. Bellissima e Caserta tornerà a splendere di luce propria.
VERITA’. Al momento mi interessa capire maggiormente come si evolverà la trattativa per dare ancora un futuro alla Juvecaserta. Come detto in precedenza, credo che bastino due/quattro punti per stare sereni, e quindi i risultati del campo vanno, per un pò, in secondo piano. Cambiare volto, dare una rinfrescata generale, ripartire di slancio per consentire di gettare le basi: questo deve interessare nel momento storico che viviamo. E le nuvole all’orizzonte sono pulite, almeno sembra. Sarebbe la vera svolta, la svolta che farebbe respirare tutti.