Un incidente di percorso, deve essere ricordato o quanto meno considerato cosi quanto accaduto in terra marchigiana contro la Sutor di coach Recalcati. Un incidente di percorso da dimenticare, da mettere da parte e guardare avanti nel tempo. Resettare mente e corpo per pensare al prossimo impegno. Questo deve essere, dunque, il motto bianconero per tutta la settimana di avvicinamento al faccia a faccia con una delle formazioni che ha più impressionato nella prima parte di stagione, la Virtus Roma. Una settimana di avvicinamento in cui il timoniere canturino Pino Sacripanti, sicuramente si aspetterà di trovare prima di tutto serenità e tranquillità non solo mentale, ma anche dal punto di vista fisico. Una serenità e tranquillità rappresentata dalla non presenza di problemi che impediscono alla squadra di allenarsi al top delle proprie possibilità. «Questa è una squadra che riflette in campo quello che facciamo in settimana, più siamo intensi in settimana più lo siamo in campo la domenica». Queste le parole lo stesso Sacripanti ama ripetere quando la propria squadra è vittima di una sconfitta anche pesante e figlia di una settimana in cui anche la Dea Bendata ci ha messo lo zampino per far si che tutto si svolgesse nel modo giusto. Dea Bendata rappresentata non solo dai piccoli acciacchi e stop di Jonusas che gli hanno impedito di essere in campo negli allenamenti per qualche giorno, cosi come aveva fatto notare e sottolineato in una intervista coach Sergio Luise, o quelli di Akindele e la settimana particolare che deve di solito affrontare Andrea Michelori, ma soprattutto quello che non vorrebbe rivedere è la settimana infernale che ha eliminato dal campo ad Ancona ed in allenamento a Pezza delle Noci, Dan Mavraides. Un forte virus intestinale che non gli ha permesso nemmeno di muovere un dito e che lo aveva provato visibilmente in volto quando lo si è visto sedere in borghese dietro la panchina bianconera. Squadra al completo e settimana tipo. Questa la speranza dello staff tecnico in vista di un appuntamento che non può chiedere altro che dedizione, attenzione, concentrazione e ed intensità per mettere in campo una prestazione molto simile a quella che ha portato alla bolgia, alla gioia e agli applausi dei punti conquistati contro Cantù prima e Sassari poi. Solo una prestazione del genere può permettere alla Juve di evitare che quello che accadde al Pala Tiziano di Roma, possa ripresentarsi e ricapitare di nuovo anche al Palamaggiò. A dire il vero capitan Maresca e compagni non hanno dovuto nemmeno andare tanto indietro nel tempo con la mente, dal momento che il flusso della gara in terra capitolina è stato una sorta di fotocopia di quanto accaduto ad Ancona nemmeno qualche giorno fa. Ed allora il tempo di soste, pause e di giorni di riposo, sono finiti. La ripresa di Mavraides sta per restituire allo staff tecnico casertano una squadra pronta quanto meno ad allenarsi ad una certa intensità nonostante quel pizzico di stanchezza che per una squadra che per tantissimo tempo ha dovuto fare gli straordinari per mancanza di rotazioni, che non può essere sottovalutato. Le due sconfitte consecutive, però, hanno allontanato ancor di più il sogno del playoff e rigettato i casertani quando meno all’interno della bagarre della retrocessione. Alle spalle della Juve le squadre stanno facendo dei passi in avanti. La vittoria proprio di Montegranaro, che tra l’altro ha anche ribaltato il doppio confronto con Caserta, la vittoria di Pesaro che nel Monday night ha battuto una Siena forse un tantino stanca per le imprese europee, ed i piccoli passi in avanti di Cremona, non sono certo da sottovalutare. Stanchezza o non stanchezza, dunque, è il momento di stringere i denti; è il tempo di mettere in campo le ultime riserve di energie e cercare di arrivare a mettere in cascina i quattro punti necessari per raggiungere quella quota che rappresenta il limite minimo per la salvezza e cioè 20 punti. Il tutto in un momento di calendario non certo facile. Le difficoltà, le strade in salite e l’odore di impresa hanno sempre galvanizzato ambiente, staff tecnico, società e squadra. E tappe come quella casalinga contro l’Acea Roma, le due in trasferta sul campo di Varese e Bologna prima di tornare a respirare l’aria di casa, ‘aria di Pezza delle Noci contro la Montepaschi Siena, non possono essere definite altrimenti. Tappe per Caserta per tornare a dimostrare di avere fame a prescindere dal risultato.