Vincere per riequilibrare la bilancia della stagione. Vincere per rimettere le cose a posto dopo il passo falso casalingo contro Biella che oltre i due punti ha avuto l’effetto di ridurre quel tanto che basta l’entusiasmo verso una zona diversa della classifica e verso la quale si potrebbe continuare a guardare in caso di successo ad Ancona contro Montegranaro. Due punti persi in casa per due punti guadagnati in trasferta ed una media matematica pari a zero che rimetterebbe le cose a posto. Questo il credo con cui la truppa di coach Sacripanti si appresta a scendere in campo contro la formazione del dirimpettaio Recalcati che oltre alla situazione di classifica ha anche altro a cui pensare specialmente dopo la decisione dei suoi giocatori di non scendere in campo per protesta per le spettanze non arrivate dando forfait al torneo che i marchigiano dovevano giocare in contemporanea allo svolgimento della kermesse milanese delle Final Eight. Un appuntamento che serviva, insomma, per tenere alto il livello di agonismo in un momento importante della stagione ed in vista di una sfida che potrebbe non cambiare del tutto, ma di sicuro dare una svolta alla stagione sutorina. Una stagione che pone di fronte due squadre che di storia comune ne hanno intrecciato con alti e bassi e con quella serie conclusasi in un Palamaggiò gremito in ogni ordine di posto e che rimase con tanto di amaro in bocca ad ogni canestro di Childress e compagni che volarono prima in finale e poi nel massimo campionato italiano. Da quella gara5 e da quella Legadue la Juve ha impiegato qualche anno in più per ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con i gialloblù. Sette, ovviamente, i ‘face to face’ partendo dal 2009 e cioè da quando coach Pino Sacripanti ha avuto tra le proprie mani la possibilità di guidare la nave bianconera. Sette sfide ricche di amarcord, di aneddoti, di canestri importanti e quelli non arrivati perché sputati dal ferro e se ne ricorderà bene Ebi Ere che di una di queste sfide contro la Sutor è stato uno dei protagonisti in due anni di permanenza in maglia Juve. Chi però c’è sempre stato, da una parte o dall’altra, con la maglia bianconera o gialloblù, è Fabio Di Bella. Tre anni a guidare le sorti del club casertano in Italia ed in Europa ed ormai due, includendo quella che è da poco giunta al giro di boa, con quella marchigiana. Un ‘face to face’ che regala sempre un pensiero all’ex capitano della Juve, considerando anche che il suo nome è stato croce e delizia – da qualsiasi parte la si voglia vedere la questione – in cinque anni di trascorsi cestistici tra queste due franchigie nella massima espressione cestistica tricolore. Ed allora la crono storia parte proprio da quello che fu il primo passo da ex doppio un’estate torrida e che si conclusa con l’addio ufficiale dopo tanti tira e molla. Un’estate in cui doveva arrivare la nuova svolta della carriera, quella della classica di una seconda opportunità in maglia Olimpia dopo esserci già passato nel 2007 e che invece vide arrivare l’accordo con la Sutor Montegranaro dove negli ultimi due anni passa il tempo tra titolare e sesto uomo di. Emozione nella sua prima da ex, nel guardare quella maglia che era stata parte della sua pelle per tre anni consecutivi. La stessa emozione che gli valse sei punti a referto, applausi a scena aperta ed anche i due punti per la sua Montegranaro. Diversa, invece, la situazione a campi invertiti: 15 punti e sei assist per la seconda doppia sconfitta degli ultimi tre anni di campionato. Lo stesso trattamento, che poi Fabio Di Bella aveva riservato a parti inverse sempre ai sutorini, quando da attore protagonista del film in bianco ed in nero diretto da coach Sacripanti, mise il suo nome in calce alla sfida a quota 16 nel match di andata (87:89) e 17 in quello di ritorno a Pezza delle Noci aiutato dai 20 di Ere per contrastare l’accoppiata Ford-Ivanov. Doppia sconfitta anche nel primo anno dell’era Sacripanti, il primo di Ere, Jones e Bopwers, il secondo per Di Bella e Michelori. Doppia sconfitta decretata da quel ‘molten’ sputato dal ferro e a cui si faceva riferimento in precedenza (86:84 la sconfitta in trasferta con 24 di Hite che nella stessa stagione vestì le casacche proprio di Montegranaro prima e Caserta poi dopo il taglio dei marchigiani e l’approdo all’ombra della Reggia per l’infortunio di Bowers giocando non benissimo al ritorno dove mancò la classica vendetta dell’ex ndr). Ed infine si arriva al presente, alla stagione in corsa e alla vittoria bianconera dello scorso 21 di ottobre. Ancora una volta c’era Fabio Di Bella, ancora una volta c’erano coach Sacripanti ed Andrea Michelori ed anche questa volta tutti da avversari. Ancora applausi per ‘Dibo’ al ritorno a Pezza delle Noci (4 punti con 2/6 al tiro) e Caserta che si prende il primo dei due match point grazie ai 18 di Akindele i 12 di Chatfield ed i 13 di Jelovac. Dall’altra non c’era Amoroso, ma sostanzialmente nemmeno i problemi societari e finanziari che potrebbero pesare e come sulla psicologia dei marchigiani e quindi anche sull’economia della partita stessa.