Regole, iscrizioni, soldi, sponsor e campionati senza dover sentire minacce di chiusura e di abbandono di campionati. E’ stato questo l’altro elemento fondamentale, l’altro punto di riflessione della kermesse milanese lanciato dal neo presidente Petrucci. Un tuono roboante almeno quanto quello arrivato all’ultima sirena della finalissima tra Siena e Varese con la Montepaschi che incassa e mette in bacheca il quinto titolo della storia del club toscano. Ma soprattutto un tuono il cui rimbombo è arrivato in maniera fragorosa tra le mura del quartier generale della Juve a Pezza delle noci. Già perché alla base dei terra-aria lanciati dal nuovo presidente della Federazioni Italiana Pallacanestro, c’era proprio quanto arrivava a suon di comunicato stampa dalla città della Reggia vanvitelliana sotto forma di dichiarazioni del numero uno bianconero Francesco Gervasio. Il liet motive del presidente casertano è lo stesso dello scorso anno, dell’inizio di quest’anno e cioè la mancanza di un partner economico forte e tale da permettere alla compagine di Terra di Lavoro di portare a termine la stagione in corso. Una sorta di pane quotidiano a Caserta e per i tifosi bianconeri che ormai vivono, anzi convivono con la paura che il tutto possa finire, che il brutto sogno possa essere non più tanto un sogno, ma una realtà violentemente vera già è passata sulla pelle dei tanti amanti della palla a spicchi e che tutto sperano tranne riprovare le sensazioni di quel 1998 che insieme allo scudetto, ad Oscar ed il Cavaliere Maggiò, restano uno dei ricordi e momenti indelebili per la pallacanestro casertana. Non che il nuovo numero uno della Federazione Italiana ce l’abbia con Caserta in maniera od in modo particolare, ma sicuramente il presidente Gervasio ha servito a Petrucci un assist al bacio, un no-look perfetto e millimetrico per sbagliare l’appoggio a canestro ed iniziare a mandare messaggi chiari, nitidi e cristallini non solo alla Juve a Caserta, ma a tutto il movimento cestistico. «Senza soldi non si fa professionismo» è stata la dichiarazione di Petrucci che è sembrata molto simile al detto popolare che cosi recita “Senza soldi non si cantano messe”. Chi inizia deve finire senza dover per questo in corso d’opera provare ad alzare la voce per trovare un rimedio o un aiuto e mettere in difficoltà non solo la piazza, ma l’intero movimento. Insomma quella che di solito viene lanciata dal presidente Gervasio nel lago mediatico per provare a smuovere le acque, da piccola pietra si è trasformata in un qualcosa di molto superiore ad un macigno e che ha generato delle onde che hanno investito non solo il club di Pezza delle Noci, ma l’intero pacchetto di squadre che rientrano all’interno della famiglia del basket professionistico italiano. Un pacchetto nel quale c’è anche un’altra realtà che di sicuro vive momenti e situazioni peggiori di quelle della Juve ed il cui destino tra meno di sette giorni incrocerà irrimediabilmente quello dei casertani. Ovviamente si parla della Sutor, si parla di una Montegranaro che come la Juve negli ultimi anni non sta attraversando momenti felicissimi dal punto di vista finanziario, ma che negli ultimi tempi sembrano essere pericolosamente verso il peggioramento. La nota stampa della società sutorina sulla mancata partecipazione al torneo a cui i gialloblù avrebbero dovuto presenziare per tenere alto il livello agonistico mentre a Milano andavano di scena le Final Eight, ne è la più nitida dimostrazione. Una nota stampa di scuse dovute alla decisione dei giocatori di non scendere in campo per un preoccupatissimo ritardo nei pagamenti. Una decisione, un atto di protesta che ha generato a mo’ di pietra di cui si parlava in precedenza, delle onde altrettanto preoccupanti quanto i problemi finanziari e forse anche di più. Un momento di particolare agitazione dimostrata da quanto accaduto alla vettura di Tamar Slay presa di mira da ignoti e danneggiata. Un atto al quale il presidente Basso ha voluto mettere voce predicando calma e lucidità in un momento difficile, ma nel quale la società sembrerebbe attiva nel cercare di porre un rimedio. Lo stesso che il presidente Gervasio sta provando a trovare negli ultimi due anni e dopo tanti incontri con dirigenze che se la passano meglio, per una volta la Juve non sarà la peggio posizionata in una classifica dove, però, la zona retrocessione non è cosi lontana – tanto per usare un eufemismo – come quella per la permanenza nel Gotha del Basket Italiano.