Nel calcio è consuetudine che con i “se” e i “ma” non si raggiunge nessun obiettivo, e contano solo i gol e i punti conquistati. Approfittando del momento di pausa, è l’occasione per fare qualche piccolo bilancio ed analisi sul campionato della Casertana, o quanto meno, quello che avrebbe dovuto essere e che purtroppo non è stato, soprattutto, approfondire l’anomalia dei rossoblù, vincenti in trasferta e disastrosi in casa e soprattutto, non per “piangere sul latte versato”, ma per capire come alcuni risultati ti possono far cambiare il corso di una stagione, sia in negativo che in positivo. Sono stati ipotizzati tre scenari, senza intaccare i risultati ottenuti in trasferta.
Il primo scenario, è quello che forse tutti i tifosi hanno sognato e cioè immaginando che i rossoblù avessero vinto tutte le gare in casa, la classifica sarebbe stata la seguente, almeno per le prime posizioni: CASERTANA 59, TORRES 43, SARNESE 40, TURRIS 38, LUPA FRASCATI 36, SORA E PALESTRINA 35. I falchetti sarebbero la migliore formazione della serie D con un punto in più rispetto all’Ischia, capolista del girone H e avrebbe un +16 sulla seconda, in pratica, la Casertana avrebbe la Lega Pro in tasca.
Nel secondo scenario, invece, immaginiamo che le 6 sconfitte si tramutassero in 6 pareggi, una situazione un po’ più equa, la classifica sarebbe stata la seguente: CASERTANA 45, TORRES 44, SARNESE 40, TURRIS 38, LUPA FRASCATI 37, PALESTRINA E SORA 36. I falchetti avrebbero un punto in più rispetto alla Torres.
Nel terzo ed ultimo scenario, i risultati sono stati valutati in modo più obiettivo, ipotizzando le vittorie con Isola Liri, Ostiamare, Sora e Civitavecchia, pareggi con Lupa Frascati e Palestrina, e rimanendo intatta solo la sconfitta con la Torres. Con questi risultati, la Casertana avrebbe avuto un cammino casalingo, come in trasferta e la classifica sarebbe stata la seguente: CASERTANA 52, TORRES 46, SARNESE 40, TURRIS 38, LUPA FRASCATI 37, PALESTRINA 36, SORA 35. I rossoblù avrebbero sei punti in più sulla Torres, e anche qui i falchetti, a dodici gare dal termine avrebbero il proprio destino nelle loro stesse mani, o per meglio dire piedi.
Queste tre ipotesi sono state stilate, non per criticare la squadra, che di critiche ne ha già ricevute fin troppe, ma è solo un’ulteriore testimonianza di come sia importante imporre la propria “legge”, in quello che dovrebbe essere la roccaforte rossoblù, ovvero il Pinto, ormai diventato terra di conquiste. Già dalla prossima gara in casa, contro il Porto Torres, una squadra non certo di “primo pelo”, si spera che i ragazzi trovino quelle motivazioni giuste per ritornare a vincere al Pinto, vittoria che manca dal 9 dicembre scorso (1-0 al Budoni), ci sono ancora 36 punti in palio, e sette punti da colmare per raggiungere la vetta, una sfida sicuramente ardua, ma non impossibile, con la speranza di non dover rimpiangere a fine campionato i troppi punti persi finora. La pausa, capitata a “fagiolo”, deve servire al gruppo per compattarsi ancora di più e riuscire a trovare quelle energie mentali, e soprattutto a tirar fuori quel carattere per imporsi contro qualsiasi avversario, non solo per la maglia e per i tifosi, ma anche per salvaguardare se stessi dal punto di vista economico, perché quando si perde, i primi a perderci sono proprio i calciatori.