Simonetti: “Nel mondo del calcio molti sono presuntuosi”



Antonio Simonetti
Antonio Simonetti

Un simbolo per tutti gli appassionati di calcio e quanti si apprestano ad intraprendere la carriera di direttore sportivo.Una carriera vincente, un pedigree ambizioso e forse ineguagliabile. Tante le promozioni, tanti i ricordi in piazze blasonate. Una ventina i giocatori che grazie a lui ora militano in serie A. Tanti gli allenatori scoperti e poi valorizzati per grandi platee. L’amarezza dello scorso anno col Gladiator culminata con la sconfitta interna contro il Città di Messina . La parentesi di una settimana con la Cavese perché nel calcio contano i valori e rispetto del ruolo . Le sue parole impreziosiscono la diretta radiofonica. Un’analisi colorita di tutto il calcio casertano non senza togliersi qualche sassolino con destinatari ben precisi:” Dico sempre che i progetti approssimativi sono come gli assegni postdatati:arrivi alla scadenza e devi pagare. Ad Aversa non c’è mai stato un progetto serio. Si è vissuto ad annate. Adesso c’è la mania della valorizzazione dei giovani dimenticando che possono perdere la categoria. Una città come Aversa merita progetti più seri. Lo stadio è vuoto perché gli aversani sono seri e non si sono rivisti nel progetto abbandonando la barca. E’ stato mandato via l’allenatore. Non credo sia una questione di allenatore ma di progetto. Le squadre si devono programmare. Prendo esempio dal Napoli. Perché sta facendo grossi risultati?C’è continuità con lo stesso allenatore da quattro anni. Oggi il Napoli può competere con la Juve in virtù degli acquisti fatti adesso. Oggi il Napoli se toglie qualcuno trova qualcuno con gli stessi valori e non abbassa il gap tecnico. Può essere competitivo per lo scudetto. Le piccole società dovrebbero trarre insegnamento dalle squadre di serie A. Noi viviamo di protagonismo. C’è gente che non capisce niente di calcio e pensano di dettare  disegni tattici. Vediamo dietro l’esonero di un allenatore chi gestisce la campagna acquisti. Si attribuisce sempre la colpa all’allenatore ma vediamo chi gestisce la campagna acquisti. Un allenatore per rendere deve essere messo nelle condizioni di rendere. L’allenatore va seguito durante il potenziamento della squadra affidandogli un gruppo di lavoro importante . Se non vengono i risultati, a quel punto è colpa dell’allenatore. Il retroscena Se il tecnico accetta le direttive societarie pur di stare in mezzo  non lo riesco a concepire. Ho vissuto in prima persona l’esperienza di Cava dei Tirreni. Il presidente mi voleva imporre di intervenire sull’allenatore per far giocare il figlio . Il calcio è cosa seria e si deve fare nel rispetto della gente che paga il biglietto la domenica. In molte situazioni non è così. Le dirette telefoniche di Pallanch e Cancellato per uno splendido tuffo nel passato. Ho passato una giornata particolare e ricca di emozioni. In mattinata ho visto un mio ex giocatore Rocco Macrì. Mi è venuta la pelle d’oca nel risentire Pallanch e Cancellato. Quando portai a Nocera l’attaccante Cancellato fu una mia scommessa personale . Veniva da un campionato dove aveva segnato poco. Rassicurai subito i tifosi e sappiamo tutti la carriera che ha fatto il giocatore: bello emozionarmi dopo tanti anni di calcio. Un piacere immenso risentire Pallanch e Cancellato. Prima di calciatori che prima di essere uomini erano uomini e grossi professionisti. Quando abbiamo vinto il campionato, c’erano 20 mila in piazza e tutti ad osannare i loro colori. Ci sono piazze che lasciano il segno ed uno si sente responsabilizzato dalla storia di quella città. Cancellato ha fatto reti in C1 con una brillante carriera. Parliamo di altri personaggi, giocatori che si sacrificavano e sposavano il progetto. Ringrazio Mario Fantaccione per i regali che mi ha fatto stasera.

Caserta sogna la lega Pro Per dare dei giudizi devi vivere all’interno. Strano che la Casertana vinca all’esterno e perda in casa. Ci sono giocatori navigati, gente abituata a giocare. Uno su tutti Palumbo che ha giocato a Nocera è quanto di meglio ci sia. Molte volte succede che una squadra sapendo di essere forte non riesce a gestirla come succede fuori casa. In questo campionato puntavo su una campana visti gli organici di Casertana, Sarnese e Turris. Se non si trova un casertano tifoso della squadra  se viene qualcuno da fuori che non conosce la tradizione, non può sentirla sua il progetto. A capo della Casertana serve un casertano doc.  E’uscita la Torres perché c’è continuità di risultati, non ha grossi nomi, hanno creduto nel progetto avendo una continuità di lavoro. Ora stanno raccogliendo i frutti. La stessa Turris vince in casa e fuori casa racimola il punticino. Bisogna fare una serie di risultati importanti in casa e fuori per colmare il gap dalla prima.  Riguardo al Gladiator, ho uno splendido rapporto col presidente Luce che va di là dal calcio. Lo ringrazio dei complimenti che mi ha esternato la settimana scorsa. Sul Gladiator ci avrei scommesso dall’inizio. Una squadra che ha Del Sorbo e Manzo ha un bel biglietto da visita. Era impensabile parlare di salvezza all’inizio come ipotizzava il presidente. Squillante sta facendo un lavoro straordinario. Vogliamo dire che sia un allenatore casareccio?Sono d’accordo su questo. A me piacciono altri tipi di allenatori. Devo riconoscere che sta facendo un campionato straordinario. Rivolgo i miei complimenti a quei giocatori che non stanno giocando col Gladiator. Parlo di quelli che giocano poco. Questo significa che chi gestisce il gruppo è intelligente sotto quest’aspetto. Parlo di giocatori che stanno giocando poco. Il Gladiator ha un organico molto competitivo. Con i vari Gatta, Terracciano, Leone, Di Pietro, Criscuolo, Longo, Manzo, DeRosa:chi più ne ha più ne mette. E’una squadra che merita rispetto. Ho visto il filmato di domenica sera alla Domenica Sportiva: grande soddisfazione per una società che ha una grande forza. Il presidente Luce merita palcoscenici di un certo livello. Non dico certe cose per ruffianeria, non ne ho bisogno. C’è la mia storia che parla. Vorrei dare un consiglio a questi giovani direttori sportivi. Ho sempre detto che l’umiltà nella vita è un pregio non un difetto. Vedo persone troppo arroganti e presuntuosi. Cominciate a vincere qualcosa, a mettere qualche tassello importante nella carriera. Il sottoscritto ha vinto tanto in carriera e nella vita. Ci sono una ventina di giocatori in serie A e non lo dico. C’è l’umiltà che mi contraddistingue. Rivelo un divertente aneddoto. Quando nel 1990 mi presentai a Coverciano e non al Comitato Campano  per il corso di direttori sportivi , il signor Regalia presidente quando chiamò l’elenco e arrivò al mio nome  rimase meravigliato nel vedermi. Mi disse che dovevo avere il titolo per honoris causa per i campionati vinti. Questo la dice lunga sul percorso che ho fatto. Il futuro In settimana andrò a parlare con una squadra in una città importante. La dobbiamo far diventare importante noi e sicuramente Feola farà parte del progetto. Sa fare l’allenatore.



 


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