«Una sfida che cosi come accadde nella partita dell’andata è stato risolto dagli episodi». Inizia nel commentare in questo modo, coach Sacripanti, la vittoria sul filo di lana e all’ultimo di tiro di Akindele in quel di Cremona. Una vittoria e due punti che a conti fatti ne valgono almeno quattro, considerando il successo del Palamaggiò e l’intento di mettere in tasca ed in cassaforte il doppio confronto con una diretta avversaria alla conquista della salvezza. Un’occasione, dunque, che non andava sprecata per muovere effettivamente qualche passo importante verso l’obiettivo finale e di nuovo verso quella parte della classifica che ‘legittima’ i tifosi, quanto meno a fantasticare e a sognare un qualcosa di grande cosi come è capitato nel girone di andata con le Final Eight e poco importa se poi ci si è minimamente scottati per non aver compiuto l’impresa ed esserci arrivati vicino. Quasi a dire in un viaggio non è la metà che raggiungi la cosa importante, ma le emozioni che provi mentre compi questo viaggio. Di emozioni sia nel girone di andata che nella sfida del PalaRadi, la Juve ne ha regalate, ancora una volta, tante e di vario tipo. Da quelle che ti fanno battere il cuore in maniera ansiosa quando il punteggio non ti arride per niente a quelle di gioia di un canestro da tre punti o un recupero in difesa, fio ad arrivare a quelle confuse, miste e senza una precisa collocazione delle ultime due azioni: il canestro di Akindele e l’alley oops non realizzato per pochissimo da Pieric all’ultimo secondo della partita. Episodi. Gli stessi che ha voluto sottolineare lo stesso Sacripanti in conferenza stampa dove ha continuato in questo modo nel commentare l’importante vittoria che porta Caserta a quota 16 punti complessivi: «Una partita forse non bellissima sotto certi aspetti e punti di vista, ma tatticamente combattuta a viso aperto e con mosse e contro mosse che forse hanno reso il tutto molto più interessante. Nel finale siamo riusciti ad avere dalla nostra parte degli episodi che ci hanno fruttato dei punti decisivi in uno scenario di cambi di leadership del punteggio della partita che durava ormai da tantissimo tempo o meglio sin dalla palla a due».
In particolare quale dei tanti cambi o mosse tattiche ritieni decisive per la vittoria finale della tua Juve?
«Sin dall’inizio della settimana ci siamo preparati dal punto di vista difensivo a venire a giocare al PalaRadi con l’intento di evitare che Cremona segnasse o provasse a segnare nei primi 7-8 secondi dell’azione. Questo perché è in quel frangente che la Vanoli risulta essere molto più pericolosa. E devo dire che i ragazzi sono riusciti a rispettare questo piano, poi a difesa schierata ce la siamo giocata entrambe con le proprie mosse e qualità, anche se ripeto ancora che gli episodi finali sono stati a nostro favore».
Quanto pesa questo successo?
«Tantissimo per un motivo soltanto. Ci apprestavamo a giocare questa partita con due sconfitte sul groppone con quella in casa contro Milano dove abbiamo giocato alla grande per più di trenta minuti, ma raccolto pochissimo. Nella settimana di avvicinamento, poi, abbiamo avuto dei problemi, ma come contro Sassari ho visto sul volto dei miei giocatori quella voglia di non mollare e determinazione a portare a casa la vittoria ed è quello che volevo vedere. Senza contare che questi due punti ci portano a quota 16 il che vuol dire un passo importante verso la salvezza per poi vedere cos’altro può accadere».
Salvezza per la quale basterebbe la partita con Biella…
«Probabile, anche se abbiamo in casa alcuni scontri diretti importanti come quello di Pesaro. Dovremo essere bravi a sfruttare prima di tutto queste partite, poi come abbiamo dimostrato nel girone di andata, siamo una squadra capace di fare dei colpi, ma per i quali abbiamo bisogno anche un po’ di riposo e la pausa per le Final Eight rappresenta un altro punto importante per recuperare forze fondamentali al nostro cammino».