«Situazioni facilmente gestibili e che non ci impediscono di arrivare alla partita di domenica in casa della Vanoli nelle condizioni ideali per poter puntare alla vittoria. Tranne i fastidi che ormai da tempo accompagnano Jonusas ed Akindele, anche nei momenti in cui abbiamo portato a casa delle vittorie importanti, tutta la squadra sta bene e si sta allenando in modo regolare e come al solito. Certo in alcuni momenti le assenze hanno pesato per l’intensità, ma questo sono situazioni che possono capitare durante l’anno». Insomma allarme legato all’infermeria che regredisce di preoccupazione di giorno in giorno in casa Juve, cosi come si evince anche dalle parole dell’assistente in panchina di coach Sacripanti, Sergio Luise. Un allarme o qualcosa di simile, che era stato sollevato o quanto meno sottolineato dallo stesso timoniere canturino nella sua stessa conferenza stampa post sconfitta con Milano, quando a detta del coach casertano la rabbia principale era stata quella di non essersi potuti allenare al completo in alcune situazioni e quindi preparare la meglio una sfida cosi come era successo in passato. I due osservati speciali, però, in casa Juve restano il biondo lituano Jonusas e l’albatross bianconero Akindele. Il primo ha ripreso ieri pomeriggio confidenza con il campo dopo due giorni di riposo per un fastidio misto tra piede e ginocchio, il secondo ha regolarmente preso parte agli allenamenti pomeridiani evitando solo ed esclusivamente di scendere in campo in doppia seduta. Lavorare sul dolore. Questo era stato il credo sbandierato da Sacripanti per la Juve e questo è il credo che la Juve sembra essere pronta a sbandierare per il suo coach e per tutti gli aficionados che non vedono l’ora di tornare ad impazzire di gioia, dopo i due bocconi amari ingoiati a Reggio Emilia e tra le mura amiche del Palamaggiò proprio contro l’Armani: «E’ stato un peccato – ha continuato lo stesso Luise riprendendo per un attimo il discorso della sconfitta contro i lombardi -. E’ stato un peccato per come abbiamo giocato nel primo tempo e per come abbiamo interpretato la partita nei primi venti minuti. Nel secondo non siamo riusciti a trovare quella coralità di gioco in attacco che nella prima parte di gara, invece, ci aveva permesso di controbattere alle mosse di Milano».
Quanto ha pesato l’orario insolito e quanto la componente fisica?
«Per quanto riguarda l’orario è ovvio che ci siamo allenati tutta al settimana di mattina presto per abituare il corpo al nuovo orario, ma dell’incidenza e di un calo fisiologico dovuto a questo particolare, non ne avremo mai la riprova. Per quanto riguarda la componente fisica, io credo che i piccoli acciacchi che abbiamo avuto, abbiano inciso solo su quella impossibilità, in settimana, di giocare cinque contro cinque, di provastre al completo vecchie e nuove situazioni se non nei primi due giorni della settimana».
Due sconfitte consecutive e a Cremona ci arrivate nel momento migliore della Vanoli. Che squadra c’è da aspettarsi?
«Una squadra che è in grande fiducia, una squadra che da quando ha cambiato direzione tecnica ha acquisito maggiore consapevolezza dei propri mezzi e dei risultati che possono ottenere. Hanno dei giocatori importanti ed in più nell’ultimo periodo è arrivato anche Chase che ha aggiunto a questa squadra, in un amen, quella leadership che gli mancava cosi come ha dimostrato nella partita con Bologna dove ha piazzato i tiri vincenti».
Quindi provando a mettere tecnicamente le due squadre in campo, che partita sarà?
«Una sfida decisa dal ritmo e dalla velocità. Statisticamente Cremona è una squadra che vince quando riesce a giocare il corri e tira avendo un numero esorbitante di possessi da gestire. Non è raro vedere giocatori della Vanoli prendere rimbalzo partir in contropiede da solo e provare a concludere. Da parte nostra il compito sarà limitare questo ritmo altissimo e gestire, in attacco, in maniera adeguata ed equilibrata gli attacchi a difesa schierata e quelli in transizione o in velocità».