«Sinceramente faccio fatica a trovare una giustificazione o comunque una ragione precisa a quanto è successo. Quello che so è che abbiamo iniziato in maniera orrenda il primo periodo giocando male sia in attacco che in difesa. Un qualcosa che ci ha portati ad andare, dopo nemmeno otto minuti sotto di 15 punti nel punteggio. Da quel momento è stato tutto in salita». E’ stato questo il primo commento, questa la prima analisi di Stevan Jelovac sulla sconfitta a Reggio Emilia che ha impedito ai bianconeri di raggiungere l’ottavo posto e quindi l’ultimo disponibile per le prossime Final Eight di Milano.
Attacco o difesa, in quale parte del campo è avvenuta principalmente la sconfitta?
«Su ambo i lati del campo. In difesa abbiamo permesso ai nostri avversari di segnare con facilità e di chiudere il primo tempo di gioco con cinquanta punti segnati. Dall’altra parte, poi non siamo stati in grado di rispondere a tono e di tenere il loro ritmo di gioco».
Reggio ha blitzato ogni pick and roll impendendovi di iniziare giochi e perdere tanti palloni. Come si poteva evitare questa situazione? E’ stata questa la chiave del match?
«Potrebbe anche essere una chiave. Sinceramente, però, eravamo preparati all’idea tattica di Reggio Emilia sul pick and roll. Avevamo avuto modo di studiare che il loro intento è quello di mandare sul lato il pick and roll. Quindi in teoria sapevamo cosa volevano fare e anche in che modo evitarlo. Purtroppo nel primo tempo eravamo in una sorta di confusione totale che non ci ha permesso di eseguire come volevamo in attacco e di reagire in difesa. Una spiegazione? Sinceramente proprio non riesco a spiegarmelo».
E’ più grande il rammarico per i due punti persi o per le Final Eight e perché?
«Senza ombra di dubbio per entrambe le cose. D’altronde questa contro la Trenkwalder era una partita dalla doppia dimensione. Da una parte avevamo la possibilità di aggiungere altri due punti importanti per la salvezza e dall’altra quella di agguantare un risultato importantissimo per la nostra stagione. Purtroppo è andata male, abbiamo perso due possibilità in una e dobbiamo farcene una ragione. Ne prendiamo atto e andiamo avanti pensando al futuro e alla seconda parte di campionato».
Pensi che in qualche modo questa brutta sconfitta possa avere una ripercussione sulle future partite o comunque sul’approccio alle partite?
«Assolutamente no. Nonostante la brutta sconfitta restiamo in una buona posizione di classifica. Quindi quello che dobbiamo fare è resettare la mente e continuare a giocare cosi come avevamo fatto fino a questo momento. E’ stato solo un episodio».
All’orizzonte c’è già la partita con Milano, che match ti aspetti?
«Forse la più difficile che ci poteva capitare. Sono una squadra di Eurolega ed hanno effettuato tanti cambiamenti con l’aggiunta di un giocatore importante come Mensah-Bonsu, quindi il nostro compito è non pensare al roster dell’Armani, a quello che potrebbero fare in campo, ma solo a tornare a giocare come nell’ultima sfida casalinga contro Sassari e regalare ai nostri tifosi una nuova gioia».
Quale sarà la chiave del match contro una squadra di prima fascia, ma che sta attraversando un momento difficile?
«Di sicuro l’apporto dei tifosi ed il fatto di giocare tra le mura del Palamaggiò può essere una chiave importante. Nelle ultime settimane in casa abbiamo sempre disputato delle ottime prestazioni a prescindere dal risultato finale. Prestazioni figlie del fatto di aver sempre giocato assieme, di squadra aiutandoci l’un l’altro in difesa e trovando l’uomo giusto al posto giusto all’interno dei nostri giochi in attacco».