Settantotto partite con la maglia bianconera. Una media di 12,2 punti a gara con il 63% al tiro. Quasi sette rimbalzi di media e una grinta che pochi in quei tempi avevano. Diego Pastori dal ’94 al ’96 ha indossato la canotta della Juvecaserta conquistandosi un posto nei cuori della tifoseria. Erano gli anni dell’inizio del declino, in A2 c’era un solo straniero, eppure quel roster riusciva a regalare soddisfazioni in giro per l’Italia. Lui, che di campionati ne ha vinti tanti, è il doppio ex della sfida che domenica si giocherà tra la Trenkwalder e la Gimam Caserta. “Reggio Emilia gioca in casa e attualmente è favorita – esordisce l’ala lombarda – avendo più talento ed essendo più completa a livello di roster. Però c’è da sottolineare il grandissimo lavoro di Pino Sacripanti che sta facendo con Caserta nonostante i mille problemi. Ha saputo tirare fuori il meglio da ogni giocatore. I complimenti vanno a lui e agli atleti che hanno capito di dover dare qualcosa in più raggiungendo fin qui risultati eccellenti. Forse proprio questo spirito di sacrificio, questa voglia di non arrendersi mai può essere la chiave per fare il colpo in Emilia”. I bianconeri inoltre si affideranno anche i precedenti con ben otto successi su tredici sfide. Uno dei quali vide protagonista lo stesso Pastori: “Ricordo bene quella gara – continua il lungo brianzolo – perché vincemmo con un grande secondo tempo e quei due punti ci consentirono di riprenderci dopo un periodo non molto positivo. Quando però parlo di Caserta lo faccio con tanti rimpianti. Ho trascorso due stagioni stupende, mi sono trovato benissimo, ma il rammarico è stato non aver potuto contribuire alla promozione in A1. Nel ’94 fui chiamato dai Maggiò per la mia esperienza e per i tanti campionati vinti. Non esserci riuscito a Caserta mi è dispiaciuto molto”. Nonostante siano passati quasi vent’anni i ricordi di Diego sono ben impressi nella memoria: “Avrei voluto portare la Juve in massima serie e mi dispiace non esserci riuscito. Sono stato però onorato di aver giocato con Davide Ancilotto che avrebbe avuto sicuramente una carriera formidabile. L’ho conosciuto quando era ancora giovane, ma si vedeva che aveva la stoffa del campione. In quelle stagioni ho giocato al fianco di Mc Caffrey e Mannion, ma onestamente Davide non aveva nulla da invidiare agli stranieri”. La pallacanestro resta la sua passione, ma al momento non è il suo futuro lavorativo: “Ho deciso di fare una scelta diversa – ha concluso – per stare più vicino la mia famiglia, anche se le esperienze da gm a Capo d’Orlando, assistente a Scariolo al Khimki e una parentesi da agente sono state belle. Continuo a seguire questo sport divertendomi e per ora va bene così”.