L’orgoglio di Pino Sacripanti: “E’ stato un vero capolavoro”



Coach Sacripanti (Foto Giuseppe Melone)
Coach Sacripanti (Foto Giuseppe Melone)

«Guardando indietro penso che senza nessun ombra di dubbio le due sfide contro Cantù e contro Avellino nel derby, siano state le vittorie e le partite con grande trasporto emozionale, le partite in cui si è usciti dal campo con maggiore gioia e contentezza. Con la stessa idea di non avere dubbi posso dire, però, che questa contro Sassari è la miglior partita che abbiamo giocato dall’inizio della stagione». Parte dai complimenti alla propria truppa il timoniere canturino Pino Sacripanti. Parte dal valorizzare quanto fatto dai propri uomini in campo contro una corazzata come Sassari e che non può essere diversamente definito dal capolavoro tecnico e tattico. «Siamo riusciti a fare sempre quello che volevamo sia in attacco che in difesa – ha continuato l’head coach di Pezza delle Noci -. Volevamo avere una sorta di continuità non solo mentale, ma anche tattica per tutti i quaranta minuti di gioco cercando e trovando i nostri punti di forza rispetto all’avversario di turno e che avevamo tanto studiato nella scorsa settimana di allenamento, partendo dalle scelte offensive per arrivare a quella difesa strana degli ultimi cinque minuti che ci ha permesso di avere a nostra disposizione un break positivo e decisivo per la conquista della vittoria. Siamo stati bravi a non perdere la testa quando all’inizio ad ogni possesso la Dinamo trovava il fondo della retina con tiri ad altissima percentuale di realizzazione e divisi in parte per nostre mancanze ed in parte per un talento offensivo di fronte al quale alcune volte c’è solo bisogno di togliersi il cappello. Dall’altra parte siamo riusciti nel nostro intento principale: non snaturarci. Prima di tutto sapevamo che in genere l’idea di Sassari è quella di raddoppiare forte sulla parte iniziale dei giochi e quindi siamo stati lucidi e continui nello spostare la palla ed il gioco sempre verso l’uomo in angolo e sul lato debole trovando tiri aperti e puliti che popi sono entrati e non entrati, ma l’importante era muovere la difesa ed andare dove volevamo. Ma il dato più importante che ci premeva mettere in atto in questa partita, era quello di non snaturarci. Non volevamo per forza di cosa rallentare il nostro gioco per diminuire il numero di possessi e provare a dare loro meno occasioni rispetto a quante ne prendono di solito. Abbiamo giocato la nostra pallacanestro, abbiamo noi corso sui loro errori in attacco e non ci siamo tolte quelle soluzioni da contropiede primario, transizione o da attacco a difesa schierata secondo le nostre idee di palla dentro e fuori per trovare l’uomo libero. E questo l’abbiamo fatto per quaranta minuti ed è il motivo principale per cui penso che questa squadra abbia giocato al sua miglior partita stagionale e non potrei essere più orgoglioso e contento di come l’abbiamo portata a casa».
Gruppo a parte, anche i singoli e le singole giocate hanno fatto la differenza…
«Non posso che dire che tutti hanno giocato una grande partita anche dal punto di vista individuale. Una menzione particolare è per Jelovac per il quale in maniera benevola, spero di non dovergli dare un calcio nel sedere per spronarlo ad essere determinante e decisivo come nel finale di partita. Nella prima parte è stato un po’ troppo indisciplinato, nel secondo è tornato in campo con la grinta e determinazione giusta, ma soprattutto come parte importante del piano che avevamo preparato. Mi permetto di spendere due parole anche per Marzaioli al quale chiedo scusa di non avergli concesso minuti anche per una sorta di soddisfazione personale dopo i sacrifici e l’impegno in allenamento per permetterci di preparare al meglio la partita della domenica e tutto con un problema alla caviglia. Una parola per Cefarelli che è alle prese con questo infortunio che non gli da pace, ma lo aspettiamo a braccia aperte e poi per Luigi Sergio. I minuti ed i punti segnati ad un livello cosi alto devono far riflettere tutto il movimento e personalmente non capisco come un giocatore del genere non abbia avuto mai una possibilità anche nelle serie minori come A2, B1 e B2. Spero che per lui questo sia un punto di inizio».
Ed ora a Reggio con un obiettivo importante…
«Siamo consapevoli che questa apatia ci può regalare qualcosa di insperato, ma allo stesso tempo che non è certo facile. Reggio in casa è una squadra del tutto diversa e dove gioca un basket di altissimo livello. Noi però abbiamo dimostrato di giocare un basket migliore quando non facciamo calcoli e quindi non vogliamo farli nemmeno questa volta».




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