Via Circumvallazione: un campo sportivo, quello di San Felice a Cancello, luogo di ritrovo giovanile, sano e genuino! Innumerevoli, però, i problemi gestionali. L’ultimo e non il primo, era accaduto poche settimane fa, in una disputa che vedeva in campo Frattese e locali. Un campo però, decisamente indecente. Sabato pomeriggio purtroppo, non si è trattato solo di una sospensione di una partita, ma molto di più. Ore 17.30, seconda partita campionato giovanissimi provinciali. I locali dell’Oasi San Feliciana e gli ospiti del Terra di lavoro di Marcianise inermi, nell’inutile attesa con la società ingiustamente individuata come responsabile.
I 90 minuti di sana competizione calcistica, non sono stati disputati. All’arrivo a San Felice a Cancello, non hanno avuto accesso né le squadre in questione, né l’arbitro. Il custode, dichiarava che questi ultimi non avrebbero potuto averne accesso per disposizioni di un assessore. Sono ormai noti a tutti i problemi gestionali relativi al campo sportivo di San Felice a Cancello, ma è assurdo non dare spiegazioni o un previo avviso e trattenere i giovani sportivi, un’ora circa, sotto la pioggia incessante e i commenti negativi, di tifosi tutti. Non è una figura lodevole per San Felice a Cancello, rabbia e sdegno espressi soprattutto dai genitori dei piccoli ragazzi.
Il presidente della scuola sanfeliciana ha però chiamato i carabinieri e solo all’arrivo di questi ultimi, l’accesso è stato consentito. Purtroppo però, era già trascorso il tempo di tolleranza e quindi la partita è stata persa a tavolino dai locali. L’ennesimo episodio che rattrista e scuote gli animi dei sanfeliciani, i quali ora, pretendono delle spiegazioni. I disagi però, non fanno capolinea nella giornata di sabato. Nella mattinata di ieri, infatti, la gara disputata dagli esordienti dell’ Oasi San Feliciana e la Dea Diana Cervino, tra l’altro sotto un vero e proprio diluvio, ha assistito a docce fredde per tutti e consolazione della doccia calda svanita nel nulla. Mentre il giorno prima, per il Calcio Campania funzionavano anche i termosifoni. Insomma, un grido d’allarme per cercare di salvaguardare un luogo di ritrovo giovanile. Lo sport è un gioco ma urgono competenza e correttezza.