La dedica di Mordente: “Grazie Sacripanti”



L’esultanza di Mordente (Foto Giuseppe Melone)

«Nel finale c’è stato un possesso in cui senza dubbio ho sbagliato a passare la palla. Un errore che poteva costarci caro, ma alla fine siamo riusciti a recuperare e portare a casa la vittoria ed è questo quello che importa. Di sicuro la prossima volta farò molta più attenzione a certe situazioni». Carisma, leadership, ma soprattutto umiltà. Ci voleva poco a parlare di incomprensioni, ci voleva poco a parlare di un fallo non visto o tocco da parte dell’avversario che hanno generato un errore che come lo stesso Marco Mordente ha avuto modo di sottolineare, poteva costare due punti, fare la differenza tra l’impresa e l’amarezza per essere arrivati ad un passo da un qualcosa che la Juve e la Caserta cestistica aveva meritato in tutto e per tutto. Ed invece umiltà è stata la parola con la quale lo stesso Mordente ha voluto chiudere la propria conferenza stampa dell’immediato dopo partita contro i brianzoli alla domanda su cosa fosse successo tra lui e Jelovac ed una palla persa che ha portato Cantù alla segnatura facile. Umiltà nell’assumersi gli onori, altrettanta nell’assumersi gli oneri di una leggerezza che è stata poi cancellata da tutto il resto della partita e da episodi e situazioni che nessuno dimenticare più almeno fino alla prossima impresa bianconera, fino alla prossima storia da inserire all’interno del libro dei ricordi e della memoria futura. Fino a quando la storia dove la Juve fatta di sette uomini e senza americani ha mandato al tappeto una squadra di Eurolega, con problemi si, ma con giocatori extralusso come Brooks, Tyus, Mazzarino o Markoishvili, da poter schierare sui ventotto metri di campo. Magari potrebbe accadere il prossimo fine settimana, quando i bianconeri di Sacripanti saranno di scena a Brindisi e proveranno a cancellare quella che in pre-season, proprio in Puglia, è stata una delle partite più brutte di questa stagione agonistica. Certo si era in pre-season, con un pezzo di ceramica ancora da modellare, ma quando si tratta di una squadra con una certa rivalità, la sconfitta seppur di prestazione, non va mai giù liscia. Ed allora non sarà storica come quella con i canturini, ma da un paio d’anni, Caserta-Brindisi o viceversa è un ‘face to face’ molto sentito specialmente dalle tifoserie. Ma per sapere se la trasferta pugliese dovrà essere catalogata come la seconda vittoria on the road consecutiva od un pit stop dal quale ripartire e meditare prima della sosta per l’All Star Game, c’è ancora tempo. Sotto gli occhi dei tifosi bianconeri c’è ancora al vittoria con Cantù, le triple di Jelovac op quella fenomenale di Gentile. Una sfida sulla quale, poi, Mordente ha continuato a commentare in questo modo con una dedica speciale e particolare: ««Dopo una vittoria del genere, è giusto parlare apertamente. E’ da un mese che vorrei dire una cosa, e questo sembra il momento giusto: se io gioco in questa maniera, se mi diverto, se faccio bene sul campo, è merito anche e soprattutto di Pino. E’ merito suo, della fiducia e la voglia che fin dal primo giorno mi fanno spingere oltre i limiti e mi danno forza; erano tanti anni che non giocavo e non mi divertivo così».

Quanto dell’idea che ti eri fatto alla vigilia, si è poi realizzata in campo domenica sera?



«Alla vigilia si poteva forse pensare a un match semplice, perchè loro venivano da 3 sconfitte consecutive e noi da una vittoria in trasferta. Cantù , però, è una squadra che ha ottimi giocatori e lo si è visto in campo anche domenica sera, giocatori di talento che rendono difficile questa partita contro chiunque. Da parte nostra, invece, siamo questi, siamo sette e scendiamo in campo giocando col cuore e cerchiamo di farlo nel modo migliore possibile. Se siamo stanchi? Certo, la stanchezza a volte genera qualche errore di troppo, ma siamo riusciti a venirne a capo e a portare a casa i due punti in una partita bellissima e dura sin dal primo possesso».

Oltre a Sacripanti, hai un’altra dedica particolare per questa vittoria?

«Non potevamo proprio deludere tutte le persone ed i tifosi che sono accorsi al Palamaggiò per sostenerci. Non potevamo permetter che tutti io nostri tifosi uscissero sconfitti e delusi. E’ stato emozionante e gratificante vedere la gioia al suono della sirena finale per un qualcosa che volevamo fortemente».


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