Credo nei miracoli



Michelori in azione (Foto Carozza)

Si sono sprecati fiumi di inchiostro e parole (evviva i Jalisse) per descrivere la nuova vittoria della Juvecaserta guidata da Pino Sacripanti. Stavolta è crollata Cantù, la Cantù di Sacripanti, niente meno che una delle big conclamate di questo campionato. E’ stato un miracolo; ma sì, scomodiamo pure questi termini tanto, ormai, non sappiamo più quali altri usare. Una partita emozionante che diventa difficile da descrivere visto il susseguirsi di emozioni, brividi, lacrime di gioia; tranquilli non ho intenzione di descrivere nulla tanto, chi c’era, già sa tutto. Ognuno dei presenti al Palamaggiò porterà, in un angolo del suo cuore, le immagini di una sfida epica, leggendaria, da conservare nella mente tra le più belle di sempre. Proprio quando tutto sembrava andare in malora, ecco la riscossa bianconera che ha portato alla vittoria ed, in calce, c’è la firma di tutti. Sì perchè dare un premio speciale a questo o quello sarebbe ingiusto: tutti hanno vinto ieri. La società, intanto, ostenta una certa serenità visto che, secondo i ben informati (ed a Caserta saranno giusto un migliaio), qualcosa potrebbe muoversi per il verso giusto: la stagione potrebbe riservare altre sorprese. Sono passati scarsi tre mesi e già abbiamo visto di tutto. Ma, soprattutto, stiamo vedendo una squadra composta da sette giocatori, cinque giovani e zero americani sovvertire i pronostici e regalare una gioia a chi sta credendo in loro. Ora è facile salire sul carro dei vincitori, ma vabbene così. Caserta è anche questa.

ONORE AL MERITO. Il merito di un successo come quello conquistato sulla corazzata canturina (ok mancavano tre giocatori importanti, ma fa sorridere al cospetto delle traversie bianconere) va dato a tutti. Lo ripeto con fermezza. Tutti si devono godere questo successo. Impronosticabile alla vigilia, siamo sinceri: sì, la Juve aveva già denotato doti caratteriali immense da quando anche Chatfield ha fatto ‘bye bye’ con la manina, ma nessuno osava sperare tanto. Cantù si è inchinata, presa a cannonate da Gentile e Jelovac, scontratasi contro i muri Akindele e Michelori, beffata dalle astuzie di Maresca, Mordente e Jonusas, imbambolata dalle alchimie di Sacripanti, Oldoini ed il resto dello staff.



BUON SANGUE NON MENTE. Prima di tutto un sincero ringraziamento a Tabu che non ha fatto fallo (e non c’è bisogno che il tuo coach te lo ordini, lo devi fare automaticamente), e passiamo ai complimenti per Stefano Gentile. Ha avuto l’abilità, la velocità di pensiero ed i polpastrelli per capire che solo quella scelta poteva fare: tirare da quasi nove metri e sperare. Quella palla è stata spinta nel cesto da tutti i casertani presenti al palazzetto, dai suoi compagni, dallo staff tecnico, dal club e da chiunque ami il basket. Sì, perchè gli Dei del basket hanno un piano ed amano sempre storie come questa. E’ stata la giornata di STEFANO GENTILE, meglio scriverlo in maiuscolo perchè, con quel cognome sulle spalle, è fin troppo facile fare paragoni. Suo padre è un conto, lui un altro. Niente paragoni, per piacere, niente voglia di ripensare ad altre storiche bombe, meglio applaudire STEFANO. Quel pallone l’ha tirato lui, mica gli altri.

SOGNO O SON DESTO?. Cinque vinte e cinque perse, dieci punti in classifica, settimo posto in coabitazione con altri, pari con Milano (!!!), sei punti di vantaggio sull’ultima (e 1-0 nello scontro diretto con Pesaro), quattro punti avanti ad un plotone di compagini, Final Eight lì. Ok basta sognare, torniamo sulla terra.

ORGOGLIO BIANCONERO. Sembra quasi un disco incantato, una storia vista e rivista, parole dette e ridette. Ma quest’anno va in questo modo e non bisogna essere troppo negativi nei giudizi. Un tempo la sfida tra la Juve e Cantù avrebbe regalato una cornice di pubblico maggiormente calda ed incandescente sin dall’inizio e non in corso d’opera. Un tempo sarebbe stata una polveriera sin da un’ora prima della palla a due. Ieri non è andata in questo modo ma, indubbiamente, la Reggia della pallacanestro italiana ha vissuto una serata con maggiori presenze rispetto al passato. Comunque la gente si è fatta sentire. Le iniziative nuove del club hanno dato dei frutti, per fortuna. C’è stata una presenza maggiore al palazzetto (3346 presenti, incasso 21,087 euro) e non possiamo che salutarlo con gioia. Numeri che fanno ben sperare in ottica futura anche perchè questa Juve merita solo tanto affetto.

VERITA’. Molti non avevano capito quanto grande fosse il cuore di questi ragazzi (e mi ci metto anche io). Dopo le imbarcate tremende di Biella e Roma era lecito pensare che questo gruppo non sarebbe andato troppo lontano. Poi gli americani che vanno via e non vengono sostituiti, i giocatori rimasti che scendono in campo nonostante alcuni problemi fisici ed il pessimismo generale. Ora no ed è giusto che giocatori e staff si tolgano qualche sassolino nelle dichiarazioni. Fanno bene. La verità è che ora siamo tutti rapiti da questo gruppo ma bisogna restare umili. Questa epica vittoria con Cantù ma messa nel cassetto dei piacevoli ricordi, ora bisogna guardare solo avanti.


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