Il momento contrapposto delle casertane in serie D viene analizzato dal tecnico Feola intervenuto mercoledì scorso durante la diretta radiofonica de “La voce del mercoledì”. Svanita in estate l’ipotesi Arzanese, il tecnico ex rossoblù resta alla finestra in attesa della chiamata giusta. Il tempo è galantuomo si sa e qualche sassolino dalla scarpa viene tolto quando si parla di Casertana. Una ferita difficile da rimarginare : “In tempi non sospetti avevo detto che il Gladiator fosse una buona squadra ma non pensavo che arrivasse fino a questo punto. Ora bisogna alzarsi in piedi ed applaudire la squadra. Sono sempre del parere che un conto è partire per vincere ed un conto è giocare senza l’assillo della piazza come capita alla Casertana che per me resta un capitolo chiuso. Non mi interessa, non vado più al Pinto. Io e Pasquale Suppa siamo stati trattati malissimo. Suppa ha presenze più di Fazzi compresa la Coppa nella storia centenaria della Casertana. Siamo stati trattati in modo offensivo sotto l’aspetto umano . Quando arrivari come allenatore a Caserta mi domandai per quale motivo non si vinceva da venti anni. Finchè non faranno una grossa società e finchè la gente ed addetti ai lavori non si daranno una calmata, Caserta non vincerà mai. Il calcio va fatto con gente equilibrata che ha fatto calcio. A Caserta non si può cambiare idea ogni due secondi. La stampa che litiga , che vuol essere protagonista ,che vuol sapere la prima notizia.. Una settimana forti, l’altra l’opposto. Diamoci una calmata. Mi ero ripromesso di non parlare di Casertana.. La pressione Dipende dal carattere delle persone. Mi piace giocare in piazze molto calde. La gente allo stadio mi ha sempre esaltato. Preferisco essere contestato da 3-4 mila allo stadio e non da 100 persone. Sappiamo Caserta quanto sia difficile. Mi piacciono le sfide. Ho messo la faccia con Raucci, Monaco, Mastroianni : gente che guadagnava mille euro al mese. Ci metto e mi espongo in prima persona nel bene e nel male andando avanti per la mia strada. A volte si è condizionati ma se si vuol far calcio ed essere protagonisti bisogna stare in queste piazze. Il discorso è semplice:fare una grossa squadra ma senza una grossa società non si va da nessuna parte. La società è determinante. L’Ischia ha un allenatore che sei mesi fa stava in serie B. Il calciatore si allena per mettersi a disposizione dell’allenatore. A Caserta siamo tutti allenatori a cominciare dal figlio del presidente al custode, dal tifoso al radiocronista:così non si va da nessuna parte. Gli addetti ai lavori si dovrebbero dare una regolata ed abbassare i toni accesi. Dico che noi siamo determinanti in queste situazioni. L’esempio deve venire da noi, tutto viene di conseguenza. I miei complimenti doverosi alle società di Gladiator ed Ischia perché sono persone perbene. L’opinione pubblica Li ho presi di voti negativi. Bisogna avere equilibrio in tutto . La medicina è sempre la stessa:lavorare sul campo. La stampa la vede in un modo: avevo un mio collega che giocava per il sette, era bello da vedere ma non era utile per la squadra. Sono stato cinque anni a Castellammare di Stabia: nella storia del centenario della Juve Stabia io e Roberto Amodio abbiamo fatto più presenze. Il tecnico Braglia ha creato tutto lui, è determinante al 60% insieme alla società che lo ha difeso nelle prime partite tre anni fa . Ha dimostrato con i fatti di meritare questo rispetto. Se non hai una grossa società, non puoi andare avanti. Se fosse stato a Caserta con i signori dell’anno scorso Braglia sarebbe stato cacciato dopo due partite. Il mercato Qualcuno si è mosso ma non abbiamo trovato l’accordo. Non pretendo tanto ma massima trasparenza. Devo avere la massima disponibilità da parte della società per creare qualcosa d’importante. Pretendo trasparenza e massimo rispetto. Mi assumo le responsabilità. Cerco di mantenere sempre quello che dico. Tre anni fa dopo la retrocessione dei falchetti dissi che avrei portato la Casertana in serie D. L’anno dopo abbiamo sfiorato i play off, a Capriati con la Capriatese ci siamo salvati. L’anno scorso i programmi erano quelli di arrivare a dicembre tra le prime. Il futuro Non ce la faccio più a stare a casa, non vedo l’ora di rientrare. Riguardo l’argomento Aversa , faccio il tifo per Romaniello. Non sapevo alcune situazioni familiari. Va oltre il calcio. Bisogna rispettare sempre l’aspetto umano. Il calco finisce e l’uomo Romaniello rimane. Rispetto qualsiasi categoria che mi chiamerà perché mi darà la possibilità di lavorare. Se gioco a calcio lo devo a mister Bagni che porterò sempre dentro me. Parliamo di una persona perbene e pulita con degli ideali che ormai non si vedono più. Bisogna avere rispetto e ideali. Ricordo che lasciai l’anno scorso la Casertana col miglior attacco, poi arrivo’ il Messia e disse che la squadra non era ben allenata. Sappiamo tutti come è finita.Quando si parla di Casertana, si dimentica della gente che ha dato l’anima:il signor presidente dell’anno scorso non sapeva nemmeno chi fosse Suppa. Sempre un piacere fare due chiacchiere nel programma di Mario”. Al termine della puntata,il tecnico Vincenzo Feola ha posto la sua firma in calce sulla maglia celebrativa del programma. Una prima firma per una sicura parata di stelle per il campionato 2012-2013.