Il ds Panice spiega il suo addio da Marcianise



Il ds Giovanni Panice

Il Marcianise esce sconfitto dal Mari nell’ultimo turno di eccellenza ed occupa in classifica il terzo posto in coabitazione con la Virtus Carano. Giovanni Panice ha rassegnato le dimissioni da direttore sportivo del Marcianise al termine della gara. In settimana l’ex dirigente gialloverde ha spiegato le motivazioni che sono dietro alla sua presa di posizione nei confronti della società marcianisana: “Venti giorni fa – ha esordito Panice – ci siamo visti presentare al campo due calciatori. Precisione doverosa da parte mia, è che non ho nulla contro i ragazzi Vigliotti e Parrella. Faccio delle considerazioni mie. Immediatamente sia io che il mister abbiamo chiesto spiegazioni al presidente D’Anna della presenza di questi elementi e siamo stati rassicurati che si dovevano allenare soltanto da noi. Quando c’è una richiesta  di fare allenare semplicemente, abbiamo acconsentito di allenarsi. A distanza di una settimana senza essere interpellati, abbiamo visto che i due calciatori erano stati tesserati e pronti per la gara successiva. Non si tratta di giocare o meno. La mia amarezza e il mio no a questi ragazzi è dovuto al fatto che noi stiamo lavorando a Marcianise, piazza importante. L’ho scelta per fare dei sacrifici. Saranno buoni calciatori, ma in questo momento non sono da Marcianise. Non sono quegli elementi che potevano farci fare quel salto di qualità. Sono esternazioni fatte sia da me che dal mister al presidente che ha voluto fare di testa sua”. Uomi di calcio navigato ed esperto, Panice continua con la sua esposizione dei fatti: “Già 15 giorni fa questo episodio ha dato estremamente fastidio. Il calcio è cambiato in tutte le piazze. Ci sono decisioni da parte dei presidenti che vanno contro la volontà del tecnico o del direttore sportivo. Ma questo è il calcio e va accettato. Bisogna mettersi nei panni di chi sta lavorando per una piazza blasonata come Marcianise. Non stiamo lavorando per una squadra di seconda categoria senza storia calcistica dove possiamo permetterci di far allenare qualsiasi giocatore, dato che c’è un progetto vincente e il presidente vuol portare la squadra ai fasti di un tempo. Bisogna portare a Marcianise elementi importanti se no altrimenti prendiamo in giro i tifosi. Questo episodio successo quindici giorni fa mi aveva amareggiato. In seguito alla sconfitta della squadra, c’è stato un battibecco tra i giornalisti della Stirpe e l’addetto stampa Rusciano ma non ci ho fatto caso.  A me nessuno ha proibito di parlare con la Stirpe né tantomeno nessuno si può permettere di dire a me che faccio calcio da 40 anni di dire con chi posso parlare o meno. Quando ho finito di parlare con mister Potenza, me ne sono andato. Il rapporto col presidente è stato buono perché lo avevo coltivato già prima della mia venuta a Marcianise. Ci siamo lasciati cordialmente. Sono abituato a congedarmi dalle persone in modo elegante e senza rammarico. Quando ho iniziato il rapporto col Marcianise, ho fatto un discorso economico col presidente. Discorso che è cambiato col passare dei giorni per mia volontà, perché ci tenevo a fare bene a Marcianise, e l’ho fatto solo per il blasone della Città. Non sono abituato a fare polemiche. Per la gara di domenica scorsa i tifosi devono sapere che me la sono presa pure con i calciatori”.

 La visita non gradita al campo che ha innescato la miccia per l’esplosione di Panice. “Dietro la gara c’è tutta una settimana di allenamenti e cose belle o brutte. Sabato mattina il giorno prima della partita dove ci giocavamo il primo posto è accaduta una cosa poco simpatica che non dovrebbe mai succedere in una squadra come il Marcianise. Il direttore Ciccio Stellato è uno dei protagonisti di quanto accaduto”. l’ex diesse gialloverde entra poi nel dettaglio: “Arrivo al campo e vedo i giocatori agitatissimi durante la rifinitura di domenica mattina. Come sono arrivato, mi hanno detto che chiusi in una stanza erano presenti il presidente con Stellato e l’allenatore Di Napoli ad inizio stagione al Carano. Questo episodio ha innervosito enormemente i calciatori. Il presidente mette i soldi e fa quello che vuole, Stellato è adulto e vaccinato, ma si doveva usare l’accortezza di parlare di cose loro in una sede che non fosse il campo sportivo. Fino a quel momento la squadra prima in classifica ne è rimasta profondamente turbata. Ho saputo il motivo della presenza di Stellato, poi, e cioè che aveva preso una serie di liste di calciatori dal Carano e portate a Marcianise. Stiamo parlando di calciatori che non potevano fare al caso del Marcianise. Ci sono tante altre sedi per fare un incontro del genere. I tifosi devono sapere che non si parlava di calciatori da Marcianise. Finchè parliamo di Biancolino, Montaperto, Grezio tanto di cappello. Non dobbiamo prendere in giro i tifosi. Immediatamente ho convocato il presidente chidendo spiegazioni facendogli notare la gravità dell’accaduto. Mi ha risposto che Stellato aveva portato i giocatori, ma non li aveva presi in considerazione. Erano venti giorni che avevo quasi perso gli stimoli. Quanto accaduto è stato abbastanza grave e tra l’altrao Stellato, appena ‘fregato’ da ‘amici’ a Carano era perfettamente consapevole del modo in cui stava agendo.  Non accetto compromessi e non vivo di calcio. Vivo di altro. L’episodio di Stellato è uno dei tanti episodi che ha contribuito a creare tensione e da qui la mia decisione di abbandonare la carica”.




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