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Arriva un momento della stagione in cui proprio quando tutto sembra andare storto, bisogna avere la forza per rialzarsi. Restare sul campo, combattere e provare a risorgere. Il Centro Diana Maddaloni è incappato in una serie negativa di 4 sconfitte consecutive, di cui ben 3 in casa, che ha portato al cambio in panchina, ma soprattutto a una delusione generale che spesso serpeggia sul campo anche durante il match. Eloquenti sono alcuni piccoli dettagli che hanno condizionato e non poco la gara con Potenza. I tiri liberi sbagliati e le difese che definiremo “a metà”. Dalla linea della carità, spesso dipende l'esito di gare equilibrate e punto a punto. Per una squadra Maddaloni sbagliare più di 10 liberi e chiudere sotto il 50% non è ammissibile, e proprio qui entra quel fattore mentale derivante dal periodo no. Soltanto capitan Giannelevigna è riuscita a chiudere con un percorso netto in questa specialità, tutte le altre, in modo più o meno evidente, hanno sbagliato e non messo a referto punti preziosi che ci starebbero a far parlare di un match finito diversamente. Questo perchè il Centro Diana, come ha dimostrato sia contro Civitanova che contro Potenza, pur contro una difesa zona (che nelle prime gare aveva mandato letteralmente in crisi le maddalonesi) hanno saputo trovare tiri puliti, mandati a bersaglio con una certa sicurezza sia dalla media che dalla lunga distanza, ma soprattutto ha saputo produrre con penetrazioni e penetra e scarica quelle incursioni giuste che ti regalano punti al ferro o falli e di conseguenza liberi. Questo è un buon punto da cui ripartire, perchè non sempre le serate saranno così negative dalla lunetta, ma se le premesse ci sono bisogna essere anche bravi a concretizzarle. Guardando alla fase difensiva, è curioso un aspetto che ha contraddistinto la gara contro Potenza, che ha visto una difesa perfetta per 20, 22 secondi di gioco e che poi si dimentica di giocare quegli ultimi due secondi prendendo puntualmente. Questi cali di concentrazione, che poi ti fanno prendere anche canestri facili dopo tanto lavoro, sono altri motivi di frustrazione di una squadra che è compatta e unita sia nelle cose buone che negli errori. Questi piccoli blackout si vedono anche nella fase a rimbalzo e nella reattività da palla vagante. Manca sempre quella frazione di secondo, quella cattiveria in più che fa arrivare l'avversario prima e regalargli qualcosa. Nulla è compromesso, ma molto passerà dalla sfida di settimana prossima a Bari, contro una formazione sempre a 2 punti in graduatoria come il Centro Diana. Vincere, vorrebbe dire acquisire morale e consapevolezza dei propri mezzi, nonchè rilanciare le ambizioni di un posizionamento a centro classifica e in tranquillità per le ragazze di Palmisani. Vincere in trasferta è difficile, ma proprio a Latina è arrivata l'unica vittoria stagionale, al termine di una gara da due supplementari quasi eroica. Non si vive di ricordi, ma da quella vittoria si può azzerare tutto e ricominciare a macinare gioco e successi. Con il gioco semplice e la voglia che ha portato i grandi risultati dell'anno passato.