Nel momento in cui tutti sono concentrati per la super sfida di domenica pomeriggio, c’è chi come il saggio Lazzaro Luce esula dalla massa, non fermandosi a guardare al presente. Abituato a lavorare in prospettiva, in un panorama che è completamente diverso dal calcio, il noto manager di Arienzo non archivia neanche per un attimo quella che è la problematica più scocciante che riguarda da vicino il Gladiator. Come risaputo anche dai poveri morti che riposano nelle antiche tombe sammaritane (anche quelle che si trovano presumibilmente sotto la struttura del “Mario Piccirillo”), la questione stadio è l’enigma irrisolto in una città come Santa Maria Capua Vetere che più di una volta ha dimostrato grande amore per il calcio. Un problema che va avanti da anni (per non dire secoli) e che l’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Biagio Maria Di Muro, sembrava aver sbloccato con l’inizio dei lavori avvenuto nello scorso mese di ottobre. Ma come avviene in tutte le storie malefiche, la vicenda si è nuovamente incanalata in quel fango disorientante qual è la perdita di tempo. Qualche tempo fa, tanti tifosi sammaritani avevano auspicato la disputa del big match tra Gladiator ed Ischia all’interno di un “Piccirillo” restaurato e fatto tornare allo splendore di un tempo, per ospitare una delle partite più sentite nella città del Foro. Invece, anche in questo caso e come successo già l’anno scorso contro il glorioso Savoia, l’impianto sammaritano vive ancora in una condizione obsoleta ed anzi, rispetto ad allora, la capienza è ridotta a causa dei lavori iniziati ed ancora non ultimati, a causa dei giusti sopralluoghi della Soprintendenza ai Beni Archeologici. Sconfortato da quanto sta avvenendo intorno a questo argomento, il presidente del Gladiator Lazzaro Luce utilizza la trasmissione “DNA Neroazzurro”, di nostra esclusiva SportCasertano.it, per lanciare l’ennesimo appello all’amministrazione comunale sammaritana: “ Paghiamo la cattiva natura del nostro terreno di gioco, rispetto ai manti curati degli altri stadi che esaltano le nostre caratteristiche. Non lo so a che punto è la risemina ma posso solo dire che si stanno facendo un sacco di chiacchiere. Siamo costretti a fare mille sacrifici, andando in giro su altri campi per preparare al meglio le gare. Non riusciamo a mettere apposto il tappeto erboso, per cui mando un messaggio ai tecnici del Comune: meritiamo qualcosa in più. Questo terreno ci penalizza, in casa la squadra è proiettata a dover far risultato, a tenere un grande possesso e molto spesso accade il contrario, costruendo azioni con difficoltà e sbagliando dei goal clamorosi a causa dei falsi rimbalzi”. Disgustato da tante sospensioni, Lazzaro Luce chiama in prima persona Biagio Maria Di Muro per porre fine definitivamente a questa telenovela infinita: “Credo sia doveroso fare un appello al sindaco affinchè si faccia promotore della soluzione di questo problema. L’ha affrontato e di questo gliene va dato atto ma la società incaricata stenta a risolvere il caso. Se avessi immaginato ciò, avrei proceduto a mie spese al taglio dell’erba. Al sindaco ho rivolto una chiamata ieri, poiché ho visto la sua intervista all’interno dello speciale uscito su vari emittenti televisive, riguardante il big match di domenica pomeriggio. Anche lui, penso, abbia capito che il Gladiator stia diventando un argomento di interesse generale, varcando i confini di un’altra regione, per cui chiudo: Biagio per cortesia risolvete questa questione. E finiamola con questa storia della Soprintendenza. Non stiamo scavando per trovare la sciabola di Napoleone; semplicemente abbiamo tolto le gradinate per introdurre una tribuna prefabbricata. Non è possibile che quando sembra andare tutto nel verso giusto, interviene qualcosa o qualcuno che ferma tutto come in questo caso”.