«Ci siamo scomposti ed abbiamo giocato una pallacanestro diversa dopo i primi 25-26 minuti di partita. Prima di quel momento, credo che la squadra ha dimostrato di poter essere in partita non solo con quello che stavano facendo, ma anche in base al tabellone dei punti che ci vedeva lontano dalla Montepaschi con un distacco tra i sei ed i dieci punti». Esordisce cosi il timoniere canturino Pino Sacripanti nel commentare la partita e la sconfitta della sua Juve in casa della Montepaschi dopo una vittoria importante come quella casalinga contro la Virtus Bologna. Con quella senese, dunque, il bottino bianconero lontano da Pezza delle Noci continua ad essere sempre più negativo con un’altra sconfitta che si aggiunge alla voce ‘on the road’ della Juve. Detto questo, però, non si poteva nemmeno chiedere a Maresca e compagni di chiudere la serie negativa in trasferta contro una squadra che non sarà più la schiacciasassi degli anni scorsi, ma pur sempre un top team in Italia ed anche in Europa dove proprio prima della sfida con la Juve aveva buttato al tappeto l’Alba di Berlino. Non si poteva chiedere alla truppa di Sacripanti di mettere fine ad una striscia di sconfitte contro una formazione che oltre al fatto di poter cambiare giocatori e conformazione del quintetto in campo a piacimento e secondo il gioco voluto da Banchi, ha anche segnato con una continuità disarmante dalla lunga distanza cosi come dimostra il 48% da tre per i padroni di casa. Ci voleva non un’impresa, ma una super impresa. Nessuno era partito smarrito o sconfitto memori anche della vittoria dello scorso anno, ma oggettivamente contando le indicazioni precedentemente indicate, la vittoria sarebbe stato un qualcosa di epico.
«Purtroppo – ha continuato lo stesso Sacripanti in sala stampa del PalaEstra – abbiamo commesso degli errori e delle palle perse che hanno lanciato Siena verso contropiedi e punti facili che hanno allungato il punteggio e siamo arrivati alla fase finale dove non siamo più riusciti a trovare un modo per recuperare. Abbiamo fatto tante cose preparate in settimana come il tiro piedi per terra sui ribaltamento o il cercare il lungo in movimento e non solo in post basso, ma le palle perse e le loro percentuali dal campo hanno fatto il resto».
Quali le indicazioni con le quali torni da Siena?
«Quando giochi con una squadra ridotta nelle rotazioni come la nostra, due sono le indicazioni più importanti di cui tenere conto e che vorresti vedere in mezzo al campo. La prima è che nessun giocatore deve bucare la partita e che tutti devono dare un apporto fondamentale alla causa. E secondo, che proprio in virtù di questo apporto dobbiamo provare ad adattarci ad una girandola di cambi e di minuti di riposo per arrivare al quarto periodo freschi e riprovare l’assalto. Nel caso di questa partita, però, siamo arrivati alla fase finale sotto di 18 punti dopo essere stati aggrappati per tanto tempo con uno scarto che era andato al massimo in doppia cifra ed essere arrivati anche a -6. Di sicuro non ci piangiamo addosso, siamo consapevoli di giocare senza due americani, ma senza nessun problema proviamo a fare la nostra pallacanestro e migliorarci settimana dopo settimana sia in attacco che in difesa».
Quelle su cui lavorare?
«Dalla partita di Bologna a quella di Siena, abbiamo comunque dimostrato di aver fatto dei passi in avanti come gruppo e come identità corale, ora quello che mi aspetto e di cui parlerò anche ai giocatori è che si faccia, in alcuni momenti, anche un passo in avanti individualmente. In questo periodo ho sempre ripetuto loro che è una fortuna ritrovarsi in squadre come quelle di Siena e giocare poco e dare tutto e subito, ma altrettanto importante ed un’occasione da sfruttare giocare in una squadra come la nostra dove devi necessariamente cogliere l’occasione dei tanti minuti in campo».
Hai parlato di americani in meno, novità a riguardo?
«Assolutamente no. Non era uno scoop che avevamo firmato Chase, ma poi c’è stato un blocco della società per altri motivi. Ora siamo questi e come ho detto ai miei giocatori continuiamo a lavorare con questo gruppo stringendo i denti ed andando avanti».