Juve, anche i numeri spiegano la sconfitta



Jevolac in azione

Con orgoglio e testa alta la Juve di coach Pino Sacripanti ha incassato 20 punti di scarto a Siena. 20 punti che non fanno troppo male ad una formazione che, viste le vicissitudini societarie, assume via via dei connotati sempre più eroici. In terra toscana i bianconeri hanno galleggiato per i primi due quarti, chiudendo metà gara con uno scarto più che accettabile di -8. Poi il terzo quarto ha fatto tornare in mente al pubblico senese la travolgente corazzata di Simone Pianigiani, quella che al rientro dopo l’intervallo lungo sapeva chiudere i conti con chiunque, gestendo poi in tranquillità gli ultimi 10 minuti di gioco. Venendo ai numeri più significativi della gara, dobbiamo purtroppo ancora una volta evidenziare come il team caro al presidente Gervasio continui a faticare tantissimo da oltre l’arco: al Palaestra, infatti, il fatturato da tre è stato uno scialbo 22% (4/18). Dall’altro lato invece il Montepaschi ha fatto la voce grossa, tirando dalla lunga distanza con il 47,8% (11/23). Il merito dell’eccellente percentuale al tiro da tre biancoverde va attribuito in gran parte alla magistrale prestazione di Bobby Brown che ha infilato ben 5 triple su 8 tentativi. Tra le fila di Caserta invece Stevan Jelovac (4/5 da tre e  4/6 da due) ha predicato nel deserto, sebbene la squadra campana abbia saputo bilanciare l’imprecisione dai sei metri e settantacinque con una buona lena all’interno dell’arco, dove si è registrato un discreto 58%. La Juve ha trovato un buon rendimento anche sotto le plance, dove ha conquistato 31 rimbalzi, di cui 11 offensivi; Siena ha catturato solo 23 carambole. Alla fine però la vera differenza l’hanno fatta le rotazioni amplissime a disposizione di coach Banchi, il quale ha avuto punti da tutti i giocatori entrati in campo. Molto ristrette invece le scelte di Sacripanti che ha visto concentrarsi nelle mani di quattro giocatori più dell’80% del fatturato complessivo in attacco. Sanguinose infine le 20 palle perse che, al cospetto della fortissima Siena, finiscono per pesare come dei macigni. La trasferta senese va comunque archiviata senza patemi. Il periodo tutto “on the rode” prosegue con la trasferta di Pesaro, mai banale e sempre attesissima: le speranze di vittoria sono ridotte al lumicino, ma questo è l’elemento che offre ad ogni tifoso una ragione in più per credere nell’impresa.    

Pio Carfora




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