«Gli ultimi quindici minuti dicono tutto di una sconfitta pesante. Siamo arrivati e ci siamo fatti trovare con poco ossigeno e con poca forza anche mentale per restare in partita contro una squadra che ci ha aggredito come ha fatto Roma». Questo l’esordio, questo il primo commento ed analisi di coach Pino Sacripanti alla pesante sconfitta della sua Juve in casa della Virtus Roma. Una sconfitta che di sicuro Caserta ha meritato, allo stesso modo non nel divario tra le due squadra al suono della sirena di fine partita. Un divario ingeneroso e che ha punito la truppa di Terra di Lavoro che aveva sepolto le possibilità di poter portare a casa i due punti quando dalla tripla di Jonusas sputata un paio di volte dal ferro e che avrebbe accorciato al di sotto della doppia cifra lo svantaggio bianconero, ne sono arrivate due per mano dei giallorossi che hanno chiuso letteralmente i giochi con almeno otto minuti da giocare per arrivare a fine partita. Due triple che hanno spento completamente l’ardore e la voglia quanto meno di provarci fino alla fine e salvare il salvabile e che ha prodotto come unico risultato quello contropiedi solitari, tentativi di alley oops per Lawal per il divertimento del pubblico presente al pala Tiziano e non certo di fede bianconera.
«Andando avanti nell’analisi – ha continuato lo stesso Pino Sacripanti in una sala stampa molto amara in pieno stile post Biella – credo che il tutto possa essere ricondotto a due momenti della sfida che hanno deciso il tutto. Il primo è quello di essere stati un tantino stupidi dal permettere a Roma di andare al riposo avanti di dieci punti, quando avevamo tra le mani la possibilità di chiudere i primi venti minuti con uno scarto minore da recuperare nel secondo tempo. Un tantino stupidi, perché i punti che hanno allargato la forbice sono arrivati da nostri errori, da nostre palle perse e che hanno generato punti facili dei nostri avversari. L’altro punto sono proprio quei 14-15 minuti di cui parlavo in precedenza e dove non siamo riusciti a reagire ai nostri avversari e abbiamo preso una grossa imbarcata che forse non meritavamo».
In che senso non meritavamo?
«A differenza di quello che dice il punteggio e di quanto si possa pensare in generale, non credo che questa partita sia totalmente da cancellare e da buttare. Credo che per i primi 25-26 minuti di gioco abbiamo espresso una discreta pallacanestro. Con questo non voglio dire che sono contento di come sia finita, visto che sarebbe come nascondersi, ma che una parte di questa partita poteva portare ad un risultato diverso se avessimo continuato a seguire quella strada, invece che lasciarci investire dall’energia di Roma. Purtroppo però c’è anche da dire che in questo momento siamo non corti, ma cortissimi. Abbiamo giocato in sette con i due ragazzini in panchina dopo l’infortunio di Mordente. Cefarelli non è entrato perché avevamo bisogno di esterni, Marzaioli perché è guardia e noi avevamo bisogno di chi ci portasse la palla dall’altra parte del campo. Siamo arrivati esageratamente corti di fiato e di energie e forse non sono stato nemmeno bravo io ad evitare che ciò accadesse. Ora c’è da valutare il problema all’adduttore di Mordente e capire come ed in che modo si potrà evitare in futuro situazioni del genere con la squadra a corto di energie e quindi magari un numero di minuti diverso ed inferiore. Eppure nonostante tutto siamo arrivati a quella tripla di Jonusas ballata sul ferro e che invece accorciare le distanze, ha dato il via libera alla sfuriata di Roma».
Roma poi ha cancellato quella linea di passaggio sui lunghi e quindi Akindele…
«Sono stati molto bravi non solo in quella situazione, ma anche nell’evitare che la palla finisse sugli esterni una volta che andava in post basso. Hanno atletismo e ci hanno impedito le nostre scelte. Non è certo un problema di Akindele anche perché quando ci sono sconfitte del genere non è mai colpa del singolo giocatore, considerando che quando la squadra ha giocato bene anche lui l’ha fatto. Anche a rimbalzo credo che la partita vada divisa tra primo e secondo tempo. Nel primo c’hanno surclassato di meno. Per concludere, dunque, dispiace per i passi in avanti mostrati in casa, per la fiducia della squadra e per i tanti tifosi presenti alla partita».