Quaranta minuti per provare a raddrizzare non solo questo inizio difficile di campionato, ma anche una bilancia dei confronti diretti, che allo stato attuale e negli ultimi tre anni pende nettamente dalla parte dei marchigiani. Sei, ovviamente, i ‘face to face’ partendo dal 2009 e cioè da quando coach Pino Sacripanti ha avuto tra le proprie mani la possibilità di guidare la nave bianconera. Sei partite dove l’unica costante è stato il nome di Fabio Di Bella. Sempre presente in questo scontro particolare tra la Juve e Montegranaro. Quella che si accinge ad arrivare in fretta ed in furia all’orizzonte, poi, sarebbe la terza volta che l’ex capitano bianconero affronterebbe Caserta da avversaria dopo tre anni trascorsi all’ombra della Reggia fatti anche di grandi soddisfazioni come la semifinale scudetto e la partecipazione all’Eurocup dove la Juve sfiorò l’ennesimo miracolo arrivando ad un passo dalla conquista delle Final Four di Treviso. Poi l’addio, poi il cambiamento, poi un’estate fatta di parole, di addii, ritorni e poi di nuovo addii verso quella Milano che sembrava l’Eldorado per il metronomo pavese ma con origini siciliane. Alla fine non arrivò l’Olimpia, non arrivò Milano e giunse l’accordo con la Sutor Montegranaro dove negli ultimi due anni passa il tempo tra titolare e sesto uomo di lusso pronto a cambiare le sorti di una partita dal punto di vista del ritmo con penetrazioni, energia e più di qualche sprazzo di energia. Non quello che accadde in tutto e per tutto lo scorso anno, quando vuoi l’adattamento ad un ambiente nuovo e forse anche quel pizzico di emozione e voglia di riscatto nel guardare quella maglia che era stata parte della sua pelle per tre anni consecutivi, gli hanno un po’ tappato le ali specialmente nel match di andata tra le mura del Palamaggiò, quando la sua Sutor tornò a casa con i due punti tra le mani, lui tra gli applausi del palazzo e soli sei punti a referto. Tutto tornato alla normale amministrazione, quando con più di un girone e mezzo sulle spalle ed automatismo ben oliati, chiuse con 15 punti e sei assist la sfida di ritorno segnando la seconda doppia sconfitta degli ultimi tre anni di campionato. Lo stesso trattamento, che poi Fabio Di Bella aveva riservato a parti inverse sempre ai sutorini, quando da regista principale della sceneggiatura bianconera di Sacripanti ne mise 16 nel match di andato vinto di un soffio e allo scadere per 87:89 e 17 in quello di ritorno a Pezza delle Noci aiutato dai 20 di Ere per contrastare l’accoppiata Ford-Ivanov. Poteva essere in perfetta parità, invece, il duello del primo anno dell’era Sacripanti, ma alla fine arrivò anche in quell’occasione un doppio ko. Il primo anno della Caserta di Jones, di Bowers, di Ere e di Aaron Doornekamp, la seconda stagione proprio per uno degli eroi della salvezza di un anno prima quando in panchina c’era Frates e a battagliare con lui oltre l’amico Michelori anche tale Ron Slay che con l’approdo di questa stagione ha chiuso il cerchio di essere stato protagonista di tre formazioni campane su quattro e forse solo perché Napoli dopo la scomparsa della compagine dell’era Maione è andata a singhiozzi in campionati di un certo livello, tanto per usare un eufemismo. Poteva trattarsi di un uno pari, se quell’ultimo tiro di Ebi Ere non avesse fatto dentro e fuori un paio di volte prima di finire tra le braccia di Ivanov mentre la sirena finale sancisse il risultato finale di 86:84 per i marchigiani grazie anche ai 24 di tale Robert Hite. L’americano di Cincinnati è stato, poi, l’altro giocatore che ha vissuto nel passato questa sfida da ambo le parti, ma a differenza di Di Bella nella stessa stagione. Dopo quei 24 punti, infatti, l’esterno a stelle e strisce fu tagliato dalla Sutor ed approdò proprio a Caserta dopo l’infortunio al ginocchio di Bowers nella trasferta a Roma. A casacche invertite, però, Hite non riuscì a consumare la propria vendetta, visto che le triple sonore di Cavaliero ed i canestri di Ivanov resero vani i 13 punti del capitano Di Bella, i 17 di Ere ed i 6 proprio di Hite che però aveva cambiato maglia e compagni di squadra da pochissimo tempo. Domani un nuovo capitolo, una nuova sfida da consegnare agli annali e la Juve la giocherà con un uomo in meno, con un americano in meno, considerando che Wise è ormai nella sua amata Texas e Chase tarda ad arrivare. Un capitolo in cui serve un passo in avanti da parte di tutti e quella spinta motivazionale da parte del pubblico che in gergo viene chiamata: sesto uomo in campo.