«Prima di tutto vorrei ringraziare tutta la squadra ed i fans per aver lottato insieme a noi ed aver portato a casa la vittoria alla fine. Era la prima in casa dopo la sconfitta a Milano e quindi volevamo fare bella figura. Però abbiamo commesso un bel po’ di errori, specialmente al tiro dove abbiamo subito incamerato delle percentuali bassissime». Si presenta così Zigymantas Jonusas nel commentare la sfida di sabato sera al Palamaggiò contro la Vanoli Cremona. Un commento lucido e distaccato al termine di un match che i bianconeri hanno portato a casa grazie ad una ritrovata difesa nel secondo tempo che ha messo in mostra tutti i limiti difensivi degli avversari.
«Il loro inizio poi – ha continuato il lituano che era alla sua prima apparizione ufficiale con la maglia della Juve dopo la mancanza a Milano per problemi burocratici – non ci ha certo aiutato. Pronti via ed il loro inizio è stato totalmente diverso dal nostro. Hanno segnato con continuità e precisione riguardevole, mentre noi sapevamo che alla prima casalinga dopo una sconfitta dovevamo assolutamente vincere ed impressionare, quindi eravamo anche un po’ nervosi. Nonostante tutto siamo stati bravi a mantenere uno svantaggio non enorme alla fine dei venti minuti di gioco e poi nello spogliatoio ci siamo parlati mettendo in chiaro quello che dovevamo fare. Prima di tutto dovevamo fare un passo in avanti in difesa. Non potevamo continuare a difendere come nel primo tempo, poi riacciuffare la partita ed aumentar i giri in attacco per prendere in mano il comando. Alla fine credo che abbiamo fatto quello che dovevamo fare e siamo riusciti a tenere stretta tra le mani la vittoria».
La rimonta è partita, però, quando in campo sembravano esserci i giocatori che anche solo a pelle davano l’idea di avere una maggiore energia in campo rispetto agli altri. Una maggiore energia che poi ha permesso di rimettere la partita sui binari giusti…
«L’essere stati più energici in un determinato momento della partita è stato importante, ma non l’elemento unico per la rimonta. Credo che in questo momento quello che ci serva di più non è avere più energia, ma essere molto più amalgamati gli uni con gli altri. La ragione principale sia stata avere quella maggiore energia, ma combinata con un quintetto che in quel momento sembrava essere più oliato rispetto ad altri in maniera quasi naturale e non per particolari demeriti di altri. Quello che abbiamo bisogno, quindi, è di trovare la giusta collocazione tra l’energia della rimonta e la chimica della rimonta, ma con tutta la squadra. Non è un lavoro facile e che si può fare in un giorno, ma credo che siamo sulla giusta strada per continuare a migliorare e lo faremo lavorando duro ogni giorno in allenamento».
Differenza di energia dovuta ad una questione di diversa condizione o che altro?
«Lavoriamo insieme da otto settimane è normale che non siamo ancora la 100%, ma credo che una buona parte del nostro faticare fisicamente sia dovuto anche ai tanti infortuni che abbiamo dovuto affrontare e l’esempio è stato Eric che ha giocato dopo un duro colpo alla testa in allenamento».
Dove la Juve deve migliorare in vista di Biella?
«Comunicazione di squadra. Conoscersi meglio, sapere dove andare e cosa fare anche guardando il campo. Se un compagno corre da una parte si va dal’altra senza che si vada due sullo stesso lato e nel caso in cui non ci si accorga parlare in campo e avvertire di quanto succede. Non è un dramma, ma sono automatismi che si acquisiscono col tempo, ma soprattutto nell’imparare i movimenti preferiti dei compagni, poi verrà tutto come se avessimo giocato assieme da anni».
Quindi manca ancora quell’amalgama giusta per un passo in avanti?
«Si, ma credo che sia una cosa normalissima quando ci si conosce e si gioca assieme a dei compagni per la prima volta in assoluto».