«Abbiamo avuto una pre-season ed una preparazione difficile. Se guardo indietro nella mia carriera, posso tranquillamente dire che quello di quest’anno è stato il più difficile da affrontare nei miei tredici anni di carriera da capo allenatore». Esordisce in questo modo coach Pino Sacripanti nell’immediato post partita al Forum di Milano nel tentativo di dare un primo incipit, una prima spiegazione a quanto era successo poco tempo prima in campo contro la corazzata del collega Scariolo. E non poteva non partire da quella che è ed è stata la base principale di tutti i problemi di questa squadra. Una base fatta di ritardi negli arrivi, di giocatori infortunati senza nemmeno mettere piede in terra italica, di giocatori nuovi da trovare e da far giungere a Caserta per mettere una pezza a quella che era la prima scelta in fase di costruzione della squadra e poi ovviamente fatta della questione legata al ginocchio di Nic Wise che in un tira e molla spiegato ampiamente dallo stesso condottiero bianconero, è riuscito a trovare pace e continuità di allenamenti e lavori personali dopo quasi una ventina di giorni dal suo arrivo in Italia. Tutto questo, inoltre, va mescolato col caldo di Pezza delle Noci, con l’inabitudine di Mordente ad un lavoro cosi duro per lui che negli ultimi anni era sempre stato abituato a giocare per tutta l’estate con la maglia azzurra e arrivare ai primi giorni di scuola già in discreta forma o se vogliamo con quella fastidiosa fascite plantare di Michelori e gli infortuni di Gentile, Chatfield e dello stesso esterno ex di turno domenica sera al Forum di Milano. Tutte indicazioni che chi ha seguito con assiduità le vicende di avvicinamento della Juve a questa nuova stagione conosce abbastanza bene, ma che andavano comunque indicate per spiegare il perché delle difficoltà e dei rammarichi di coach Sacripanti nei confronti di una pre-season che definire altalenante è un vero e proprio eufemismo. Senza contare che l’ultima vicissitudine, arrivata prima dell’inizio del campionato e quindi temporalmente riconducibile al momento della pre-season, è arrivata il venerdì quando si è scoperto che per problemi di transfert arrivati dalla Germania Jonusas non è potuto essere della partita accentuando ancor di più la questione fisica con rotazioni esasperate nei lunghi e non certo come aveva sognato più volte il coach bianconero anche dopo i tanti problemi e stravolgimenti.
«Una partita dominata da Milano – ha continuato lo stesso Sacripanti provando a passare sul lato tecnico del match e quindi della sconfitta – ma sapevamo che sarebbe stato cosi ed allora abbiamo cercato di fare la nostra partita. Sin dal primo possesso il nostro intento come piano partita era quello di provare a non farli correre, a tenere un ritmo al quanto basso per abbassare il numero dei possessi, ma alla fine sono sempre riusciti a trovare la soluzione giusta. Sono riusciti a far girare la palla, ad avere delle ottime percentuali dalla unga distanza mettendo canestri importanti in momenti importanti e poi hanno fatto molto bene a rimbalzo d’attacco».
Guardando l’altro faccia della medaglia, in cosa invece ha sbagliato Caserta?
«Abbiamo pagato tanto la nostra brutta percentuale dalla lunga distanza. Abbiamo chiuso con il 19% da tre e questo alla fine ha pesato e non poco. Poi nel corso della partita, invece, quei due tecnici hanno fatto si che la partita scivolasse via definitivamente e senza problemi a favore di Milano».
Qualche rammarico?
«Forse solo quello di essere andati negli spogliatoi con un punteggio troppo pesante per il tipo di gioco ed il tipo di pallacanestro che i ragazzi hanno messo in campo».