Da Brindisi a Brindisi con in mezzo tre tornei e sei partite guardate in borghese (addirittura con aggiornamenti e da casa le due di Trani in cui la Juve ha chiuso con una vittoria ed una sconfitta ndr) cercando di capire come e quando quella caviglia avrebbe smesso di dolere e avrebbe potuto tornare ad allenarsi con continuità con la squadra. Dopo la due giorni del Trofeo Vito Lepore di Avellino, però, periodo di inferno e purgatorio per l’ex metronomo di Casale Monferrato, sembra essere giunto alla fine. Certo la strada verso il paradiso degli allenamenti costanti e dei minuti di gioco normali ed una caviglia non dolorante per niente, sono ancora lontani, ma almeno dei passi in avanti sono stati fatti. Il figlio di Nandokan, infatti, ha svolto lavoro differenziato tirando e corricchiando sul campo di Pezza delle Noci per tutto il weekend compreso lo stesso giorno del sabato quando in sala stampa coach Sacripanti parlava della sua caviglia asciutta e solo infiammata e che gli avrebbe impedito di essere parte integrante delle rotazioni in terra irpina, mentre il giocatore era in campo con Mimmo Papa per la propria quotidiana razione di lavoro differenziato. Un lavoro che è continuato in questi giorni e che dovrebbe consegnare al timoniere canturino il via libera per utilizzarlo nella prima uscita stagionale in quel di Milano, dove avere tutti a disposizione in un momento di forma e di condizione fisica non eccellente, diventerebbe quasi grasso che cola. Di sicuro da parte del giocatore c’è tutta la volontà di stringere i denti per non mancare al primo appello della stagione cosi come ha avuto modo di affermare anche immediatamente la due giorni di Avellino dove è stato praticamente insieme ai compagni anche in panchina ed incitando la squadra per tutti gli ottanta minuti di gioco: «Il mio pensiero di questi giorni e delle settimane scorse, è sempre stato quello di recuperare quanto prima possibile. Nei giorni scorsi ho ripreso a correre e la speranza è che il mio inserimento completo all’interno del gruppo avvenga quanto prima. Quando si è ad una settimana scarsa dall’esordio nessuno vuole tirarsi indietro e certamente non voglio farlo. Ora le partite iniziano a contare e caviglia o non caviglia contro Milano voglio essere in campo per dare una mano ed il mio contributo».
Ti sei infortunato a Brindisi e quindi prima del torneo di Trani e ti ritrovi a correre e ad un passo dal rientro dopo la brutta sconfitta della Juve ancora contro l’Enel e dopo sei partite. Il tuo giudizio?
«Sei partite in cui la differenza di forma fisica è stato l’elemento che è balzato principalmente agli occhi. Senza contare che in nessuno di questi tornei abbiamo avuto la possibilità di giocare al gran completo a causa dei tanti infortuni. Assenze che abbiamo sopperito nel torneo a Caserta solo perché giocare in casa e con l’aiuto del pubblico ti da una marcia in più, ma che abbiamo accusato nelle altre manifestazioni. Io manco da Trani e quindi ho saltato anche Caserta, ad Avellino Mordente ha avuto dei problemi e quindi abbiamo tolto due rotazioni alla squadra costringendo Wise a fare qualche straordinario. Se poi ci aggiungiamo che stiamo comunque continuando a lavorare per incamerare quanta più energia per la nuova stagione, possiamo dire che quella ad Avellino, specialmente nella sfida del back top back , non era la forma ideale per una partita ad alta intensità per tutti i quaranta minuti».
Quindi senza voler mettere le mani avanti, quanto hanno pesato gli infortuni?
«Hanno di sciuro avuto la loro parte di importanza e di incidenza specialmente quando ti ritrovi a giocare contro squadre che hanno un roster lungo e fisico come Brindisi. Infatti la differenza della nostra tenuta contro Roma e contro i pugliesi in termini di minuti giocati con qualità è stata evidente».
Il torneo irpino ha lasciato l’amaro in bocca per la pesante sconfitta di chiusura. Con che indicazioni siete tornati in vista della prima partita in quel di Milano?
«Con tanta rabbia in corpo. Quella rabbia che ci ha fatto tornare in palestra con tanta concentrazione e lavorare per un solo obiettivo ovvero quello di trasformare ogni allenamento in una lotta ed essere pronti alla trasferta in casa dell’Olimpia. La speranza è di svolgere una settimana al completo e senza problemi, considerando che abbiamo bisogno di giocare assieme per trovare finalmente la nostra identità di gioco».