Come nelle migliori telenovele che si rispettino, c’è sempre un ritorno; c’è sempre un dietro front; c’è sempre il colpo di scena. Dopo quanto accaduto negli ultimi due giorni tutti si sarebbero aspettati – magari – di vedere la Juve perdere Nic Wise ed il giocatore uscito dall’università di Arizona incrociare nuovamente, in un modo o nell’altro, il destino della Juve e di Caserta per un faccia a faccia che avrebbe avuto un sapore particolare. Tutto possibile in un mondo come lo sport, ancor di più come il basket dove i giocatori americani vanno e vengono, ma soprattutto cambiano squadra e maglia nello stesso paese con una grande facilità. Tutto normale in una sceneggiatura che non faceva una piega fino al classico vuoto, al classico punto interrogativo al quale è stato dato una risposta nel pomeriggio di ieri, quando dall’alto della volontà dello sceneggiatore, lo scenario è tornato a cambiare per l’ennesima volta. Uno scenario che finalmente ha avuto il suo attore protagonista: il contratto o meglio il nuovo contratto che la Juve avrebbe proposto nello stesso pomeriggio di ieri sia al giocatore che alla doppia agenzia, quella italiana ed americana del playmaker a stelle e strisce. Un attore protagonista che, quindi, non era arrivato a destinazione in passato solo ed esclusivamente per una possibilità sul mercato che avrebbe risolto, seppur a malincuore (società e staff tecnico ci hanno provato in tutti i modi ad evitare tutto questa situazione dando più di una possibilità al giocatore ed il suo ginocchio ndr), il problema di avere a tempo determinato un giocatore che durante la stessa settimana di preparazione alla partita doveva, deve e dovrà avere un occhio di riguardo al proprio ginocchio e quindi ad una situazione fisica particolare e tenuta a bada con allenamenti mirati ed individuali per evitare che il gonfiore avvisato dopo il torneo a Caserta gli potrà impedire di scendere in campo alla domenica durante l’anno. Un’occasione e possibilità di mercato che come si è scritto e riportato più volte anche in giro per la ‘rete’ mediatica, era rappresentata dal nome di Brian Chase. Una scelta diversa come tipo di giocatore, ma che comunque risolveva il problema, quanto meno dal punto di vista fisico. Una possibilità che aveva mutato lo scenario, che aveva preparato il pubblico bianconero a quel ritorno a tratti anche romantico di un giocatore che nel bene o nel male ed in meno di un mese ha lasciato un segno indelebile, ed invece. Ed invece Brian Chase ringrazia e passa avanti per problemi di famiglia o presunti tali, la margherita da sfogliare in termini di giocatori che corrispondessero ai dettati non solo tecnici, ma anche caratteriali del giocatore era praticamente inesistente, tanto per usare un eufemismo, ed allora ecco il botto finale. Ecco i fuochi d’artificio, ecco il finale a sorpresa che non ti aspetti, che lascia tutti a bocca aperta e perché no anche un piccolo strascico di mugugni che in un continuo tira e molla come quello dell’ultimo mese, ci possono anche stare. La Juve e Sacripanti, dunque, tornano da dove erano partiti; passano dal via incassando non i 20 euro del nuovo o le vecchie 20mila lire della primissima versione del Monopoli, ma un nuovo contratto spedito dalla società bianconera e visionato e firmato dall’agenzia e dal giocatore che quindi resterà all’ombra della Reggia a tempo determinato (o ‘condizionato’ dalla tenuta dell’arto del giocatore ndr) ed ovviamente ginocchio permettendo, per la felicità e la contentezza anche dei compagni di squadra che stando ai rumors e alle voci di corridoio hanno spinto affinché il metronomo texano restasse a Caserta e continuasse con loro il cammino iniziato. Una volontà che dimostra come nonostante il ritardo di conoscenza per diversi motivi, quello bianconero è un gruppo già affiatato. Tutti per uno e uno per tutti, dunque, il motto della squadra che finalmente dopo tanti dubbi, perplessità ed incertezze sulla domanda più in voga di terra di Lavoro ‘Wise si o Wise no?’, trova la propria pace e serenità. La stessa che per un bel po’ di tempo non potrà essere intaccata da una porta, quella che da dritto sul mercato, che comunque resterà chiusa, ma non blindata a doppia mandata.