«E’ una grande sensazione. Sono andato via da Caserta, ho trascorso un anno all’estero e quello che ritrovo tornando in questo palazzetto è il calore della gente, il calore dei tifosi che mi hanno applaudito ogni volta. Per un giocatore è una grandissima sensazione e sono contento di aver lasciato qui un buon ricordo di me stesso». Si è presentato con il solito sorriso e la solita disponibilità, Eric Williams, nel commentare la standing ovation, gli applausi ed il calore che il pubblico del Palamaggiò gli ha voluto dedicare non solo al momento della presentazione del sabato delle squadre per la prima semifinale con la sua Venezia, ma soprattutto quelli della domenica. Già perché quando il lungo di Wake Forest stava per lasciare il campo con la consapevolezza di rivederlo ancora una volta, ma quando tutto avrà un sapore diverso, il pubblico bianconero si è alzato in piedi e lo applaudito fino a che non è uscito di scena attraversando il tunnel che porta agli spogliatoi.
Di ritorno in Italia dopo l’esperienza in Kazakistan, che effetto fa tornare a calcare i parquet di questo campionato che ti ha dato tanto nella tua carriera?
«Mi sono trovato molto bene, ho lavorato con una squadra ed un coach di livello, ma credo che il basket italiano, il campionato italiano sia di una categoria superiore. Il basket è migliore e quindi tutto è molto più importante per la carriera».
Il tuo personale giudizio su Venezia?
«Abbiamo avuto un bel po’ di grane. Ci sono stati degli infortuni, ci sono state delle assenze durante la preparazione per gli impegni con le nazionali di tanti giocatori che ora stanno pian piano tornando, quindi siamo ancora in fase di rodaggio. Quello che si è visto al momento, però, è che comunque siamo una buona squadra, un buon gruppo dove conosco già qualcuno e quindi questo è un grande passo in avanti. Qui a Venezia c’è Timmy che conosco benissimo per averci giocato qui a Caserta e che a sua volta conosce Venezia e l’idea di pallacanestro del coach e quindi di sicuro può essere d’aiuto. La speranza è di essere al completo quanto prima per poter lavorare al meglio per l’inizio del campionato».
Quale sarà il tuo obiettivo in questa stagione con la maglia di Venezia, dopo l’esperienza kazaka?
«Quello che di solito sono abituato a fare quando indosso canotta e pantaloncino: difesa, presenza in area, pick and roll e dare quella doppia dimensione ad una squadra come la nostra dove ci sono tanti buoni esterni».
Prima e dopo la presentazione del sabato, ti abbiamo visto con le solite cuffie giganti che guardavi con attenzione la partita della Juve. Che impressione ti ha fatto questa squadra?
«Quella che ho vista al sabato dopo la nostra semifinale con Avellino, non era certo la prima partita che vedevamo. Prima di partire ne avevo ed avevamo con la squadra visto altre partite. Dal vivo, però, la sensazione è stata la stessa. Caserta, quest’anno ha assemblato davvero una buona squadra. Una squadra con degli ottimi giocatori sugli esterni e lunghi veloci e che hanno la possibilità anche di colpire dalla lunga distanza. Un mix che è proprio di un coach preparato e di valore come Pino Sacripanti. Ho giocato per lui due anni e lo conosco; sono sicuro che sarà fondamentale per questa squadra».
Il tuo saluto al pubblico bianconero prima di tornare quando in campo si lotterà per i due punti in campionato?
«E’ sempre un piacere tornare qui a Caserta, mi siete mancati e vi ringrazio per il calore che mi avete dimostrato. Ci vediamo alla prossima».