«Essere a questo punto della condizione fisica era abbastanza prevedibile visto l’arrivo scaglionato dei vari giocatori. Ci aspettano ancora tra settimane e mezzo di lavoro diviso tra quello atletico con Mimmo Papa, maggiormente incentrato sul lavoro metabolico, e un lavoro tecnico più rivolto al 5vs5 tutto campo, senza dimenticare il lavoro individuale e a gruppi che abbiamo già iniziato a svolgere». Esordisce con questo punto della situazione, l’analisi post Benevento dell’assistente in panchina Sergio Luise. Un’analisi già prospettata anche dal timoniere della nave bianconera e che era stato sotto gli occhi di tutti nella due giorni beneventana, specialmente per quanto riguarda il ritardo di cui lo stesso Luise parlava all’inizio. Ritardo al quale la Juve, insomma, sta provando ad eliminare con differenzazione del lavoro, ma soprattutto con l’ultimo arrivo che dovrebbe esserci questa mattina, quando Deji Akindele, finalmente metterà piede sul suolo italico e completerà definitivamente la questione del roster casertano. Con l’atterraggio in Italia del nigeriano, coach Sacripanti avrà finalmente il proprio quadro al completo, avrà finalmente la possibilità di considerare, seppur con piccoli passi, la sua Juve in ogni sua piccola sfaccettatura e cambi previsti ed immaginati da quando il mercato è stato considerato questione chiusa ed archiviata cosi come commenta anche Sergio Luise interrogato proprio sulla completezza del roster con l’arrivo di Akindele: «Avremo la possibilità di lavorare più dettagliatamente e nello specifico nel settore dei lunghi. Il tutto potrebbe essere racchiuso, per esempio, dall’inserimento di giochi per gli interni e permetterà a tutti di giocare nei propri ruoli vedi Jelovac da numero ‘4’ cosi come era stato pensato sin dall’inizio e Jonusas principalmente da tre e poi da componente atipico della front line».
Che impressione ti ha fatto Wise nelle due partite?
«Già in video avevo avuto l’impressione di un giocatore abile nel mettere in ritmo i compagni e nel giocare il pick and roll. Dal vivo queste doti emergono ancora di più oltre alla sua velocità di esecuzione e alle doti di leadership. Da un punto di vista fisico al momento va dosato».
Generalizzando ed allargando il discorso a tutta la squadra, quali sono state le indicazioni positive e quali quelle negative dopo la prima uscita?
«Sinceramente lascerei da parte quelle negative vista la condizione fisica e la mancanza del centro titolare. Dall’altra parte guarderei il bicchiere mezzo pieno e quindi che di positivo ci sono le giocate a metà campo, che denotano una squadra con una buona conoscenza del gioco e la voglia di passarci la palla anche ricercando il famoso passaggio in più tanto caro a noi allenatori».
Cosa ti piacerebbe di vedere particolarmente nei prossimi impegni?
«nell’immediato della sfida di questo pomeriggio e quindi non so se ci riusciremo, ma vorrei vedere più contropiede, anche se ci sono stati solo due giorni di allenamento dal torneo di Benevento, ma ci proveremo».
Quello a cui si sta andando incontro è un weekend duro dal punto di vista del basket giocato. Questo pomeriggio giocherete a Brindisi, poi ci sarà il torneo di Trani, insomma una bella tabella di marcia. Quanto servono questi minuti di agonismo anche se si tratta pur sempre di amichevoli?
«Contano abbastanza. Contano sia per verificare i nostri progressi confrontandosi con un avversario che non sia il resto della squadra nei classici 5vs5, ma anche e soprattutto per amalgamare un gruppo del tutto nuovo che ha bisogno anche di costruire la propria mentalità di gioco».
Diversamente dagli ultimi anni, l’ultimo passaggio amichevole non sarà il Città di Caserta da quest’anno targato Galeo. Secondo te la kermesse casertana sarà lo stesso la vera vetrina della vera Juve versione campionato?
«Purtroppo avendo ancora un altro torneo prima del campionato è una tappa di avvicinamento al vero inizio. Ovvio che vogliamo dare una buona impressione ai nostri tifosi ma bisogna anche tener conto che arriveremo a questo appuntamento dopo solo una settimana al gran completo. Un torneo in cui si vedrà sicuramente di più, ma ci vorrà ancora del tempo per mostrare tutte le nostre potenzialità».